di
Silvia M.C. Senette

I viaggi dell’artista di Castelfranco tra le vette delle Dolomiti e il progetto «Va’ Sentiero»: otto tappe in Veneto

«Esplorando le gallerie militari del Monte Paterno viene da chiedersi cosa provassero i soldati di un tempo, imprigionati in questi gelidi cunicoli al cospetto di tanta bellezza». In questa frase, ispirata dalle tappe venete del Sentiero Italia, è racchiusa l’essenza del lavoro di Sara Furlanetto. Trentadue anni, originaria di Castelfranco Veneto, la fotografa ha co-fondato il progetto Va’ Sentiero con un obiettivo preciso: raccontare una montagna che non è solo cartolina, ma un complesso intreccio di storia, vita e natura. Dalla formazione in fotogiornalismo a Londra, che l’aveva inizialmente proiettata verso contesti di conflitto internazionali, Furlanetto è tornata a indagare la realtà racchiusa nei sentieri di casa: «Ho realizzato che la complessità che cercavo poteva essere molto vicina e potevo trovarla proprio nella montagna: non solo una cartolina o un parco giochi, ma un luogo di vita e interconnessioni».

Otto tappe venete

Il suo sguardo, improntato a un reportage che coglie la naturalità e la spontaneità del momento, si è concentrato sui paesaggio mozzafiato di Appennini e Alpi. Con immagini non didascaliche, che con una forte componente poetica svelano l’anima dei luoghi, ha raccontato le dinamiche di «ritornanza» in un’Italia a tratti abbandonata. Le otto tappe venete, che si snodano per 140 chilometri e 7.964 metri di dislivello, sono una vera immersione in un paesaggio di eccezionale bellezza e storia. Il cammino porta al cospetto di vette leggendarie nate dai coralli dell’antico mare del Tetide. Dalle sorgenti del Piave alla Val Visdende, dalle creste delle Crode dei Longerin, «una sequenza di guglie affilate che si ergono sul mantello detritico in ordine d’altezza, come alunni alla lezione di ginnastica», fino al cuore delle Dolomiti di Sesto. Il percorso si snoda tra scenari mozzafiato, come «l’altissima parete triangolare della Cima Una», «il poderoso pilastro della Cima Una», i gruppi più famosi delle Dolomiti, dalle Tre Cime di Lavaredo ai Cadini di Misurina, e vette leggendarie come il Sorapiss, il Cristallo e le Tofane.



















































Obiettivo Olimpiadi

L’attraversamento del Veneto, tra Cadore e Ladinia, ha svelato una realtà affascinante e inaspettata. Il team di Va’ Sentiero ha suddiviso il programma in tappe e l’esperienza a valle, in furgone, ha abbracciato i contrasti delle vette italiane e venete collezionando riflessioni condivise con chi, di volta in volta, li ha accompagnati. «Viaggiando da Santo Stefano di Cadore ad Arabba, provenendo da una parte “selvaggia” del Friuli, ci ha colpito trovare piccoli paesini molto curati, pieni di negozi». L’enorme quantità di locali tra le Dolomiti trova spiegazione nella storica inclinazione turistica, un boom innescato dai Giochi Olimpici del ‘56 e oggi proiettata verso un nuovo grande appuntamento: le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Nonostante ciò, il territorio conserva una profonda identità, una «indipendenza culturale» che resiste e coesiste con la realtà veneta: ulteriore complessità che si aggiunge al fascino delle «vette meno comparabili».

La mostra

Il cammino attraversa luoghi che portano i segni indelebili della Prima Guerra Mondiale, come le gallerie militari del Lagazuoi. Il passaggio del Sentiero Italia ha documentato la Val Padeon e la Val Travenanzes, sotto la mole minacciosa della Torre di Nemesis. Il progetto non si esaurisce nel cammino: è una mostra fotografica che ha visto due tappe in Veneto e sta ora viaggiando in Europa, attraverso gli istituti di cultura italiana all’estero, sotto l’egida del Ministero degli Esteri. L’obiettivo, spiega Sara Furlanetto, è «fare cultura della montagna per le giovani generazioni, invitandole a riconsiderare un luogo che è molto più di un’immagine patinata. È un ecosistema vivente, un paesaggio culturale che merita ascolto e rispetto, un tesoro che contribuisce a rendere bello il Belpaese». «Va’ Sentiero» ha puntato molto sul costruire nuova consapevolezza, raccontando la montagna con la stessa determinazione e curiosità con cui si affronta un lungo cammino: un passo alla volta, uno scatto dopo l’altro.


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28 agosto 2025 ( modifica il 28 agosto 2025 | 20:32)