di
Gianna Fregonara
Approvato il decreto che riforma l’esame di Maturità. Non ci saranno cambiamenti per le prove scritte; sarà bocciato chi rifiuterà l’orale, che cambia. E le commissioni saranno «light»
Dal 2026 si cambia: è stato approvato in consiglio dei ministri il decreto che riforma l’Esame di Stato come annunciato la scorsa primavera dal ministro Giuseppe Valditara: le nuove norme riguardano principalmente l’orale, oltre al nome che torna ad essere formalmente «Esame di Maturità».
Due le novità principali: non si porteranno più tutte le materie ma a gennaio il ministro indicherà le quattro che saranno oggetto dell’orale. Si deve trattare di materie «caratterizzanti» e secondo le prime indiscrezioni italiano e matematica (latino o greco per il classico) compariranno in tutti i percorsi. Scompare poi il documento iniziale scelto dalla commissione per cominciare l’esame (una foto, un documento), secondo lo schema introdotto dalla riforma del 2017. «Avremo un esame più serio e più sereno», ha spiegato il ministro che dall’orale vuole che emergano non soltanto le competenze acquisite ma anche la personalità dello studente, il suo grado di autonomia e responsabilità, anche attraverso l’esposizione di attività extrascolastiche meritevoli. Ci sarà maggiore attenzione alle attività di Pcto – i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, che cambiano nome anch’esse diventando «percorsi di formazione scuola-lavoro» – svolte durante gli anni e alle esperienze del curriculum dello studente.
Quel che è certo è che saranno vietati episodi come quelli della Maturità 2025 quando alcuni studenti – per protesta contro il sistema di valutazione – si sono rifiutati di sostenere la terza prova avendo già matematicamente in tasca la promozione. Chi non fa la terza prova, infatti, sarà bocciato automaticamente.
Sempre all’orale chi ha avuto 6 in condotta dovrà sostenere la prova di riparazione con un elaborato sulla cittadinanza.
Le commissioni
Le commissioni diventano più snelle: si riduce il numero di componenti da sei (più il presidente, tre membri interni e tre esterni) a quattro (più il presidente, due interni e due esterni). «Ma formeremo e li pagheremo di più», promette il ministro.
Le altre norme
Tra le altre misure approvate nel decreto: 15 milioni per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa anche ai precari e 240 per il contratto, oltre a norme più stringenti per la sicurezza negli appalti delle gite.
4 settembre 2025 ( modifica il 4 settembre 2025 | 18:35)
© RIPRODUZIONE RISERVATA