Bertinoro (Forlì), 4 settembre 2025 – Gran finale per Entroterre Festival: sabato sera, alle 21.30, i Giardini della Rocca di Bertinoro ospiteranno Ermal Meta: un concerto unico, tra grandi successi, brani inediti e arrangiamenti orchestrali che promettono emozioni sempre nuove.

Ermal, dopo un tour nei teatri caratterizzato da scenografie e atmosfere molte intime, sarà sul palco con un raffinato terzetto d’archi. Cosa regala questa nuova dimensione musicale?

“Questo tour è la naturale evoluzione di quello teatrale. Gli archi si incastrano perfettamente nel tessuto sonoro dandogli grande profondità. La leggerezza degli strumenti cambia repentinamente, trasformando il suono in qualcosa di più potente e d’impatto. Corde e legno, tutto analogico, tutto suonato”.

Sul palco ci sarà ancora Davide Antonio Pio che, tra un brano e l’altro, fa emergere anche il lato ironico (e autoironico) dell’artista Ermal Meta, forse non così noto al grande pubblico…

“Davide è un grande musicista e soprattutto una persona eclettica. La nostra sintonia è stata immediata e subito ci siamo scoperti affini e complici. L’autoironia è qualcosa che viene fuori in maniera naturale, dal confronto e soprattutto dall’incontro. Il pubblico che è venuto ai miei concerti conosce già questo lato di me”.

Di recente si è dedicato anche alla narrativa. È uscito quest’anno ‘Le camelie invernali’. L’ispirazione letteraria ha le stesse radici di quella musicale o le permette di esprimere qualcosa di diverso?

“Scrivere romanzi è cosa diversa dalla musica. Cerco di non intersecare mai le due strade che ho intrapreso. Ciò che racconto nei romanzi non è quello di cui scrivo nelle canzoni. Forse è proprio questo che mi ha spinto verso la narrativa, la possibilità di parlare anche di altre cose”.

Essere diventato padre come influenza oggi la sua carriera d’artista?

“Diventare padre influenza tutto, non solo il percorso artistico. Emotivamente è una forza incredibile, fisicamente un po’ meno dato che si dorme poco!”

Ha qualche legame particolare con la Romagna?

“Una delle mie più care amiche è romagnola e diversi miei parenti vivono qui”.

La data di Bertinoro è inserita nell’ambito di una manifestazione quasi centenaria, la Festa dell’Ospitalità. In questo particolare contesto storico e alla luce della sua esperienza personale, che significato ha per lei questa parola?

“L’ospitalità è un’elevata espressione dello spirito e dell’essere umano. Ospitare deriva da ’hospes’ e si riferisce sia a chi accoglie e sia a chi è accolto, sottolineando un patto di reciprocità. Trovo che sia una parola bellissima”.