Un sintomo sembra caratterizzare maggiormente queste nuove varianti, tra cui appunto Nimbus e Stratus: la raucedine

Il Covid torna a far paura in Italia. Sono due le varianti, chiamate Nimbus e Stratus, che stanno facendo risuonare il campanello d’allarme nel Belpaese. Dopo NB.1.8.1, battezzata Nimbus sui social, i virologi ne hanno scoperta un’altra, denominata XFG, designata proprio in questi giorni dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) variante di Sars-CoV-2 sotto monitoraggio (Vum), per via di una presenza a livello globale che “sta crescendo rapidamente” Il ‘nickname’ della nuova formale virale è Stratus, per seguire “il tema meteorologico”, spiegano i promotori del nome non ufficiale. 

call to action icon
La mutazione che potrebbe aggirare i vaccini

Nel documento Oms è possibile rintracciare anche un “identikit familiare” di Stratus. Si tratta di un ricombinante (c’è chi le chiama varianti ‘Frankenstein’) dei lignaggi LF.7 e LP.8.1.2. Primo campione raccolto il 27 gennaio 2025. XFG è dal 25 giugno una delle 7 Vum monitorate dall’Oms. Confrontandola con JN.1 e con Nimbus, che attualmente è la variante dominante, “è possibile identificare profili di mutazioni distinti nella proteina Spike“. Fra le mutazioni di Stratus ce ne sono alcune specifiche che, secondo quanto dimostrato dai ricercatori, “migliorano l’elusione degli anticorpi”, si segnala nel documento Oms. Quindi sulla carta questa nuova variante potrebbe essere più in grado di eludere il sistema immunitario. Ma al momento non ha un profilo particolarmente problematico.

I sintomi: spunta la raucedine

Soprattuto in India, Stratus si è imposta presto come variante dominante dalla primavera: qui Nimbus, infatti, è rimasta molto rara. I medici indiani, secondo quanto riportano i media indiani, hanno evidenziato un sintomo che sembra caratterizzare maggiormente queste nuove varianti, tra cui appunto Stratus: la raucedine. Secondo quanto riporta Times of India, infatti, una delle caratteristiche più sorprendenti dell’attuale ondata Covid nel Paese asiatico è la frequente segnalazione di voce roca tra i pazienti. A differenza delle ondate del passato in cui la perdita di gusto e olfatto erano i segni distintivi dell’infezione, ora i malati lamentano tosse secca, irritazione e mal di gola, insieme appunto alla raucedine. Un aspetto confermato anche, segnala la testata indiana, dai medici di vari ospedali sulla base di quanto osservato nei reparti di degenza del Paese.

Un’osservazione simile arriva dal Regno Unito, dove sta circolando in particolare Nimbus: si riporta che un sintomo chiave che potrebbe indicare il contagio da Covid è un forte mal di gola, come la sensazione di una lama di rasoio e un dolore molto acuto quando si deglutisce, spesso localizzato nella parte posteriore della gola. A spiegarlo è Manchester Evening News, che cita un medico di base del London General Practice, Naveed Asif. Altri sintomi comuni, viene riportato, sono stanchezza, tosse lieve, febbre, dolori muscolari e congestione, stante l’elevata variabilità delle manifestazioni Covid.

Bassetti: “Serve aggiornare vaccini a nuove varianti”

“Il Covid continua a produrre varianti, quindi è verosimile che sarà un estate in cui circolerà parecchio, ma darà dei quadri anche poco impegnativi dal punto di vista clinico. Quello che va detto rispetto alle nuove varianti come l’ultimissima XFG o Stratus, soprattutto alle aziende di vaccini, è di aggiornarli per la campagna autunnale. Purtroppo queste ultime  varianti sembrano sfuggire all’immunità naturale e quella vaccinale, e quest’ultima inizia ad essere datata soprattutto negli anziani”. Parole e musica di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, sulla valutazione del rischio per la nuova variante XFG, designata proprio in questi giorni variante di Sars-CoV-2 sotto monitoraggio (Vum), per  via di una presenza a livello globale che “sta crescendo rapidamente”.

In Italia casi in riaumento

Dell’aumento dei casi in Italia a causa delle nuove varianti ha parlato anche Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa.

“Sars-CoV-2 “non ci ha mai abbandonato e come negli anni precedenti in questo periodo post vacanze sta girando di più e ne vediamo gli effetti con i casi in lieve aumento – le sue parole ad AdnKronos – Un trend confermato anche dall’Oms, visto che in alcuni stati (Grecia, Irlanda, Romania e Francia) l’incidenza è in aumento. In Italia c’è un incremento ma è contenuto e non sostenuto, diciamo che non c’è un allarme. Vediamo qualche ricovero di over 80 con comorbidità. La variante che oggi va per maggiore, siamo già oltre il 50% di presenza nei contagi, è XFG o ‘Stratus’, arrivata dagli Usa – frutto della ricombinazione di altre mutazioni- e oggi dominante anche da noi”.

1391 contagi tra il 21 e il 27 agosto: 300 in più rispetto alla settimana precedente

L’ultimo report divulgato dal ministero della Salute sui casi Covid in Italia, riferito alla settimana 21-27 agosto, registrava 1.391 contagi (erano 1.091 sette giorni prima).

“Nei positivi al Covid stanno tornando i ‘vecchi’ sintomi che abbiamo conosciuto nella prima fase della pandemia – prosegue Pistello – Molti lamentano la mancanza improvvisa dell’olfatto e del gusto, questo perché molto probabilmente l’ingresso del virus predilige queste sedi che vengono – momentaneamente – compromesse e non trasmettono lo stimolo percepito al cervello. Rimangono poi la febbre, anche alta, e i sintomi respiratori che conosciamo”.

Le ipotesi per l’autunno

Cosa succederà dunque in autunno dal punto di vista epidemiologico? “Se osserviamo i dati delle vaccinazioni non vediamo segnali positivi – risponde Pistello – E’ chiaro che c’è una fascia di popolazione vulnerabile, over 60-70, che ha perso nel temo lo scudo immunologico, vuoi per una vaccinazione lontana nel tempo vuoi perché il Covid ha avuto una flessione e ci sono stati meno contagi. Io darei due consigli: il primo alle autorità sanitarie nazionali di lavorare sulla campagna vaccinale autunnale e spingere sia per l’antinfluenzale che per l’anti-Covid. E poi alla popolazione di scegliere per la doppia vaccinazione, abbiamo visto che è sicura ed efficace”. Sulle recenti polemiche sull’obbligo o meno rispetto alle vaccinazioni, Pistello è chiaro: “Mi pare difficile in questo momento pensare a questa scelta per l’Italia, riprendere un focolaio di morbillo non è facile, serve – conclude – tenere la barra dritta sulle coperture vaccinali”.