Dopo la cocente sconfitta contro il Sudafrica, costata l’aritmetica eliminazione dalla Rugby World Cup, l’Italia è chiamata a ripartire. La sfida col Brasile di domenica alle 15 non è solo l’epilogo di un Mondiale, ma è il punto di ripartenza di una squadra che ha ancora molto da dire, come spiega Sara Mannini, centro di Colorno e della Nazionale Italiana: “Inutile negare che l’umore non sia dei migliori adesso. Perdere così, e in questo modo perdere anche l’opportunità di andare avanti non è bello, soprattutto perché ci eravamo date un obiettivo diverso. Sicuramente non siamo contente, ma bisogna ripartire dal Brasile per proseguire il nostro percorso, verso il prossimo Sei Nazioni e verso tutto quello che sarà”.

Secondo te cosa è mancato contro il Sudafrica?

“Non siamo riuscite ad imporre il gioco che volevamo proporre. C’era la voglia, c’era l’intenzione, forse non siamo riuscite ad essere lucide nei momenti chiave, e questo ci ha portate a concedere al Sudafrica delle occasioni che loro hanno sfruttato bene. Sicuramente la loro fisicità ha inciso, così come perdere presto giocatrici come Sara Tounesi e Michela Sillari: forse in quel frangente ci siamo un po’ disunite”.

Può aver inciso la pressione di una partita da “dentro o fuori”, soprattutto in un gruppo ricco di giovani come il vostro?

“Sicuramente la tensione c’era e sapevamo che per andare avanti dovevamo assolutamente vincere, perché era praticamente un ottavo di finale. Però eravamo riuscite a trasformare la tensione in voglia di fare, in voglia di giocare, di dimostrare che siamo in grado di fare le cose. Purtroppo non è bastato”.

Come si affronta una partita come quella contro il Brasile, come si “resetta” tutto?

“Si prova a cancellare tutto e ripartire. È difficile, non c’è altro da dire, e non ci sono altre parole per descrivere questo momento. Certo che bisogna rimanere forti, lo sport è fatto anche di questi momenti e bisogna andare avanti. Quello che possiamo fare è sfruttare la lezione di questa sconfitta per ripartire da zero e crescere come squadra a 360 gradi. Rimane comunque una settimana di preparazione per una partita del Mondiale e quindi va affrontata al 100%, anche se l’umore non è ovviamente dei migliori: vogliamo finire al meglio queto torneo per ripartire, quindi lavoreremo come sempre tutta la settimana tra campo, palestra, riunioni, videoanalisi, review”.

Cosa significa per voi la partita contro il Brasile?

“Sarà un primo passaggio fondamentale, una ripartenza verso il futuro, verso il prossimo Sei Nazioni e tutte le partite che affronteremo da qui in poi. Sappiamo di dover ricostruire e sicuramente questa partita per noi sarà importante: ripartiamo da qui, da noi, perché non si smette mai di andare avanti e di crescere”.