Si è svolto questa mattina l’incontro promosso dal Presidente della Provincia Fabio Braglia a cui hanno aderito le Aziende sanitarie modenesi, i Sindaci dei Comuni montani dei distretti di Pavullo, Sassuolo e Vignola, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e i rappresentanti dei cittadini dei Comitati Consultivi Misti.
L’appuntamento ha rappresentato un primo momento di confronto e condivisione sul progetto “Salute e Aree Interne”, un’iniziativa strategica che mira a rafforzare l’assistenza sanitaria e sociale nei territori della fascia appenninica della provincia. Sul piatto temi molto delicati, a partire dal mancato rinnovo dei medici territoriali di Fanano che ha innescato molte polemiche nel Frignano.
Tra gli obiettivi dell’incontro anche l’individuazione di nuove progettualità per attrarre finanziamenti da indirizzare al potenziamento dei servizi socio-sanitari e al miglioramento del benessere del personale che lavora sul territorio, rendendo più attrattivi questi territori per il professionisti sanitari e sociali.
L’incontro ha permesso di raccogliere osservazioni e proposte da parte dei Sindaci, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente un progetto che ha posto al centro l’equità di accesso ai servizi, la valorizzazione delle competenze professionali e la costruzione di una rete di salute capace di rispondere alle specificità dei territori montani.
Le Aziende sanitarie hanno ribadito il proprio impegno nel promuovere soluzioni sostenibili e innovative, anche attraverso l’attivazione di risorse regionali, nazionali ed europee, per incentivare i professionisti a operare in montagna e per sostenere le comunità locali. I direttori generali delle Aziende sanitarie si sono poi impegnati ad organizzare, con la Provincia di Modena, ulteriori incontri di approfondimento con gli amministratori locali su punti specifici del progetto.
Il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia ha sottolineato che «si tratta di un progetto importante che rappresenta un modello innovativo di cura nelle aree interne montane, che tiene presente le peculiarità del territorio e delle difficoltà di persone e famiglie che vivono in queste aree periferiche».
Le strategie dell’Ausl
Durante la presentazione, sono state illustrate le sei linee di intervento che hanno guidato la progettazione sanitaria in Appennino, sintetizzate in questo modo:
L’attivazione degli ambulatori delle urgenze a bassa complessità e dei team assistenziali di prossimità, flessibili e multiprofessionali, capaci di operare anche in contesti remoti grazie a unità mobili e strumenti digitali;
L’introduzione della telemedicina e del Virtual Hospital, per garantire continuità assistenziale e ridurre gli spostamenti verso i centri specialistici;
Il consolidamento della rete dell’emergenza territoriale, con copertura H24 e integrazione tra professionisti sanitari e volontariato;
L’adozione dell’approccio One Health, che valorizza la relazione tra salute umana, animale e ambientale, in collaborazione con scuole, centri per le famiglie, e anche con l’Ente Parchi Emilia Centrale;
Il coinvolgimento della comunità, attraverso iniziative come gli “Agenti di prossimità” e la prescrizione sociale;
La nascita della Scuola della Salute della Montagna, spazio formativo e di ricerca permanente in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia.