Giulio Pellizzari si è reso protagonista di una prestazione coriacea sull’iconico Angliru, la salita simbolo della Vuelta di Spagna e sempre descritta come una delle ascese più dure d’Europa. Il ribattezzato Mostro, che propone 12,4 chilometri al 9,8% di pendenza media, rappresentava un interessante banco di prova per la giovane promessa italiana, che ha lavorato per il capitano Jai Hindley e poi ha rimontato da dietro, salendo del suo passo, scavalcando il britannico Tom Pidcock e chiudendo al sesto posto con un distacco di 1’11” dal portoghese Joao Almeida e dal danese Jonas Vingegaard (rispettivamente secondo e primo in classifica generale).
L’alfiere della Red Bull-BORA-hansgrohe, che sta correndo a tutti gli effetti da gregario, ha messo in mostra un ottimo piglio su pendenze importanti, non ha mollato nel momento difficile, ha mantenuto la lucidità e ha scalato l’Angliru con grande sagacia tattica, non venendo respinto dal Mostro e facendo capire che può ulteriormente migliorare per essere ancora più protagonista nel prossimo futuro. La prova odierna gli ha permesso di recuperare quattro posizioni in graduatoria dove ora occupa la sesta piazza con un ritardo di 4’01” dalla vetta, Pidcock è terzo a 1’43” da lui, Hindley è quarto a 1’01”, Felix Gall è quinto a 46”.
Se Pellizzari sarà sostenuto ancora da questa bella forma potrà togliersi delle soddisfazioni nell’ultima settimana della corsa a tappe in terra iberica e magari puntare alla top-5, anche se dovrà correre sempre in sostegno di Hindley. Ricordiamo che il 21enne marchigiano aveva fatto da spalla a Primoz Roglic al Giro d’Italia, trovando poi il via libera soltanto nel finale e terminando in sesta posizione a 9’28” da Simon Yates, risultando il secondo italiano alle spalle di Damiano Caruso. In quell’occasione conquistò la maglia bianca di miglior giovane, la stessa che sta indossando alla Vuelta dove ha ingaggiato una bella lotta con lo statunitense Matthew Riccitello (è in vantaggio di 32 secondi).
L’approccio con cui ha affrontato l’Angliru è molto simile a quello ammirato poco più di tre mesi fa in occasione della penultima frazione della Corsa Rosa, quando venne affrontato il temutissimo Colle delle Finestre (18,4 km al 9,2% di pendenza media, con la seconda parte in sterrato): si staccò, poi salì con il proprio passo e sfruttando anche la successiva discesa rientrò su Isaac Del Toro, Richard Carapaz, Derek Gee e Caruso nella giornata del ribaltone del britannico Simon Yates, che conquistò la maglia rosa.