di
Maria Teresa Veneziani
Fino a 900 ore per cucirli e 6 mesi per finirli: così è nata la fabbrica dei sogni che ha sedotto Hollywood
«Creare è la mia ragione di vita». Giorgio Armani per oltre 50 anni ha inventato bellezza e questo è il suo lascito al mondo. Lo ha fatto con il pret-à-porter, osando un’eleganza confortevole e all’apparenza rigorosa che in realtà liberava i corpi dai cliché.
Poi nel 2005, all’apice del successo, nella prova più ardua, l’Alta Moda, territorio dove non esistono abiti in serie con taglie e riproduzioni, ma solo capi unici e rigorosamente fatti a mano (dalle 250 alle 900 ore solo per cucirlo, dai tre ai sei mesi prima che la cliente possa sfoggiarlo). Ma Armani non ha mai avuto paura di correre rischi: se nel 1990 vestiva Julia Roberts con un tailleur grigio oversize per la sua vittoria ai Golden Globes, agli Oscar nel 1990 lo stilista italiano diede vita alla grande tradizione degli abiti da red carpet per le celebrità: nella stessa sera, vestì Jodie Foster, Jessica Lange, Michelle Pfeiffer, Julia Roberts e Jessica Tandy.
Per Giorgio il Timido, fu l’occasione perfetta per mettere in mostra la sua versatilità stilistica, spaziando dai tailleur, giacca e pantaloni in voile cipria, della Foster, all’abito della Roberts di un coraggioso color greige, semplice ma sensuale. La strada era tracciata. «L’Alta Moda incarna i sogni, è la più pura espressione di creatività e immaginazione. È la storia di un Armani più libero e scintillante, che però è lo stesso che tutti conoscono», sottolineava lo stilista che ha celebrato i vent’anni della sua Privé con una sfilata a Parigi e grande mostra (all’Armani/Silos, fino al 28 dicembre).
«L’Alta Moda deve essere speciale, ma deve anche essere privata e personale». Per chi la indossa e chi la crea. Da qui il nome. «Privé per me è una celebrazione della bellezza e dell’abilità delle mani nel farla; della sperimentazione che illumina e ispira», spiegava. Il glamour senza tempo di Armani è diventato uno dei più desiderati dalle celebrity. «Oggi ci sono stilisti che pagano per essere indossati. Io non l’ho mai fatto e mai lo farò».
Scegliere un vestito è anche un atto sentimentale. Con la sua Haute Couture, un «sogno fatto di fantasia, libertà e arte», Armani si rivela come lo stilista dalle linee pure e dalla vibrante modernità». Ma è anche qualcos’altro, un sognatore con i piedi ben piantati per terra. Un creatore libero che lascia vagare la sua immaginazione attraverso luoghi pieni di luce e meraviglia, senza mai perdere il contatto con la realtà, perché vestire le donne è stata la sua missione.
Il maestro della luce lo ha definito il Financial Times. I suoi abiti evocano un cielo notturno punteggiato di stelle, scintillii siderali, una delicata proliferazione di perle evoca la luna, l’acqua, il mare, la saggezza, la purezza e l’amore. Ogni collezione è una nuova avventura che si nutre da Occidente a Oriente, catturando dettagli per fonderli. Linee sinuose, volumi ariosi, boccioli e geometrie convivono per raccontare la storia di una donna che ammalia, affascina e seduce con piena consapevolezza e senza un accenno di ostentazione.
5 settembre 2025 ( modifica il 6 settembre 2025 | 00:03)
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