Non è un documentario, non è un biopic, e nemmeno un reportage. Piero Pelù. Rumore dentro, presentato fuori concorso al Festival del Cinema 2025 è un viaggio intimo e sorprendente dentro l’anima di uno dei rocker più iconici della musica italiana. Diretto da Francesco Fei e scritto dallo stesso Pelù, il film racconta il dolore dopo l’incidente acustico del 2022, che ha lasciato al cantante un danno permanente all’udito e lo ha costretto a fermarsi, a guardarsi dentro, a scrivere un nuovo album, Deserti, e a fare i conti con la solitudine e la depressione.
Ma al Lido, Pelù non si è limitato a raccontare sé stesso. Ha scelto di parlare di Gaza e, più in generale, di una politica che a suo giudizio ha smarrito il senso della responsabilità. «La politica oggi, nella maggior parte dei casi, non è più politica: è al servizio delle lobby economiche. Lo vediamo anche in Italia, incapace di opporsi in maniera chiara come hanno fatto, per esempio, Spagna e Belgio contro l’occupazione illegale portata avanti da Netanyahu e dall’esercito sionista nei territori palestinesi. È una situazione che va avanti dal 1945, non dal 7 ottobre del 2023. E c’è chi prova a riscrivere la storia: ma noi non ci possiamo stare».
Piero Pelù
Aldara Zarraoa/Getty Images