La McLaren torna a dettare il ritmo, seppur senza il consueto margine e la stessa autorità mostrata in altri appuntamenti, quando già al termine del venerdì il quadro sembrava delineato. La necessità di un’elevata efficienza aerodinamica e il rischio di graining sull’asse anteriore rappresentano due aspetti su cui il team era consapevole di dover intervenire e che, qui a Monza, assumono un’importanza cruciale.

Il “Tempio della Velocità” esalta l’efficienza aerodinamica e non sorprende che molti team abbiano osato nella configurazione delle ali, adottando soluzioni anche molto aggressive sul flap del DRS. Tra questi c’è la Ferrari, che sogna di ripetere l’impresa dello scorso anno e regalare ai tifosi un’altra vittoria.

Per riuscirci, però, sarà necessario battere la McLaren, che questa mattina non ha particolarmente impressionato. Al di là del fatto che girasse con mappature motore più blande e fosse impegnata in diversi test aerodinamici per valutare l’efficacia delle novità, la scuderia di Woking non è sembrata avere il consueto guizzo mostrato in altre occasioni sul giro secco, mentre sul passo gara le indicazioni sono apparse decisamente più convincenti.

Lando Norris, McLaren

Lando Norris, McLaren

Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images

Non è un caso che Lando Norris, poi leader della sessione del tardo pomeriggio, sia stato tra i primi a scendere in pista con la gomma soft per valutare il limite della vettura con meno carburante a bordo. Il britannico ha però commesso un errore alla chicane della Roggia, che lo ha costretto ad abortire il giro e a riprovarci in un secondo tentativo.

Alle sue spalle c’è la prima Ferrari, quella di Charles Leclerc, secondo a soli 83 millesimi. Anche per il pilota monegasco non è stato un turno impeccabile, con alcuni errori, soprattutto durante la simulazione gara di fine sessione, dove è finito nella ghiaia all’Ascari e in più di un’occasione è arrivato al bloccaggio. Non sorprende, quindi, che uno dei punti in cui il ferrarista abbia faticato di più sia la staccata di curva 1, segnale che non ha ancora trovato il feeling ideale in frenata.

Lo stesso Leclerc, a fine sessione, ha infatti parlato di una vettura difficile da guidare. Nel “panino” tra le due McLaren e le due Ferrari, con Oscar Piastri quarto a due decimi dalla vetta e Lewis Hamilton staccato di pochi millesimi dall’australiano, si inserisce la Williams, ben consapevole che Monza rappresenta un’occasione concreta per conquistare punti pesanti. Oltre a essere un tracciato che esalta le doti di efficienza aerodinamica della FW47, i lunghi rettilinei favoriscono il raffreddamento degli pneumatici, aiutando così a contenere quel surriscaldamento che spesso ha messo in difficoltà la scuderia di Grove.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Bryn Lennon / Formula 1 via Getty Images

Se c’è un aspetto che ha sorpreso in questa seconda sessione è quanto siano ravvicinati i tempi: i primi dieci in classifica sono infatti racchiusi in meno di quattro decimi. A metà di questo gruppo si trova Max Verstappen, sesto a due decimi dalla vetta, che ha lamentato alcuni problemi già emersi in mattinata, sia nello sfruttamento della gomma soft che nella gestione complessiva della vettura.

La RB21 tende a soffrire anche le sconnessioni dell’asfalto, complice l’assetto basso per massimizzare il carico generato dal fondo. Questo può scomporre la vettura in fase di inserimento, rendendo più difficile per il pilota spingersi fino al limite. L’altra Red Bull, quella di Tsunoda, è comunque riuscita a entrare in top 10, grazie al nono posto conquistato dal giapponese.

Tra le due vetture di Milton Keynes si sono inserite l’altra Williams, quella di Alex Albon, e la Sauber di Nico Hülkenberg, che qui spera di riuscire a concretizzare il proprio potenziale anche in qualifica, qualcosa che in più di un’occasione gli è sfuggito in questa stagione.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Steven Tee / LAT Images via Getty Images

Non è stato un venerdì da ricordare per la Mercedes. George Russell, costretto a fermarsi in FP1 per un problema di natura idraulica, non è andato oltre la decima posizione, sebbene il distacco dalla vetta non sia particolarmente ampio. Peggio è andata al compagno di squadra, Andrea Kimi Antonelli, non tanto per le prestazioni quanto per un errore alla seconda curva di Lesmo, che lo ha portato a finire nella ghiaia dopo un testacoda.

Il pilota italiano, che proprio su questa pista un anno fa aveva debuttato in un weekend di Formula 1 durante una sessione dedicata ai rookie, ha perso il controllo del posteriore in percorrenza, senza riuscire a recuperare la vettura. La conseguenza più significativa è stata la perdita quasi totale del turno, come accaduto in Olanda: questo lo pone ora nella condizione di dover rincorrere nella definizione del setup su una pista dove il feeling, specie in frenata, fa davvero la differenza.

Più staccate le Haas, le Aston Martin e le Alpine, squadre che quest’anno non fanno generalmente dell’efficienza aerodinamica il loro punto di forza assoluto. In particolare, dopo i buon risultati ottenuti in Ungheria e Olanda, per la scuderia di Silverstone sono riemersi i problemi già evidenziati su altre piste veloci, date le difficoltà nell’estrarre il carico dal fondo. Tuttavia, i distacchi sono compatti e anche pochi centesimi potrebbero aiutare a recuperare qualche posizione.

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