Un mostro. Un fenomeno. Un mago. E, come tale, capace di compiere magie incredibili. Max Verstappen sbriciola il record della pista di Monza (1’18”792) e dimostra, una volta ancora, di essere di un’altra categoria. La vittoria dell’uomo, del fuoriclasse, contro la macchina nettamente più forte, la McLaren. Lui, in pole, con il compagno Tsunoda spedito in centro gruppo a quasi 8 decimi. Gli altri, dietro, nel gioco delle coppie. Norris e Piastri. Leclerc e Hamilton (che partirà decimo per la penalità). Russell e Antonelli. Ferrari in linea con le aspettative della vigilia ma piuttosto delusa, complice le sensazioni positive delle libere. Ad alimentare il malcontento emerge la polemica sulla strategia del Q3. “Si poteva gestire diversamente”, punge Leclerc con un sorriso amaro, in riferimento alla decisione di non sacrificare la macchina di Hamilton – viste le cinque posizioni da scontare – per concedergli la scia – che a Monza vale un paio di decimi –

. “Il gap con la pole è discreto, non sarebbe cambiato nulla”, smorza Vasseur che annota il divario da Verstappen (tre decimi, ma le McLaren distano rispettivamente 13 centesimi e 25 millesimi) e rivendica la scelta: “Era un’opzione ma la decisione giusta era concentrarsi sul giro di preparazione, sul gestire meglio le temperature delle gomme. Leclerc ha chiesto la scia a Hamilton? No, ha capito perché non fosse possibile”. Per la Ferrari, tra le altre cose, era fondamentale tenere il britannico in zona punti, in vista della serrata battaglia con Mercedes per il secondo posto della classifica costruttori (+12). E Leclerc, nell’ultimo e decisivo giro, è risultato imperfetto nella prima variante, dove ha perso ben un decimo rispetto a a se stesso, non riuscendo poi a migliorare il proprio crono.

“Ho optato per una strategia aggressiva, vediamo se in gara la scommessa pagherà. Possiamo lottare per la vittoria”. Leclerc e la cabala: partito quarto nel 2024 e sul gradino più alto del podio a scattarsi i selfie con il pubblico in tripudio; oggi di nuovo quarto e domani chissà. Chi invece non ha bisogno di scie è Verstappen. Una media di 264,363 chilometri all’ora. Mai si è visto qualcosa del genere in Formula 1. “Questa è una magia? Io ci provo. E’ una pole fantastica, sono felice, è un grande momento”. Se un perfezionista come Max non riesce a trattenere la soddisfazione, significa che è davvero arrivato il giro della vita. La lotta per il Mondiale sembra ormai averlo tagliato fuori ma il quattro volte iridato vuole vincere per non lasciare nulla di intentato. “A Monza è facile sbagliare”, un monito che sembra più valere per i rivali. Norris insegue Verstappen a Monza e Piastri in classifica. “Sono molto contento del mio giro – afferma il britannico – ed entusiasta per la gara. Superare Max sarà una grande sfida, essere davanti a Piastri non è male ma io voglio arrivare davanti a tutti”. Il leader del Mondiale invece non vuole sentire parlare di gestione strategica della classifica: “No, cerco di attaccare e basta. A Monza i margini sono ristretti, tante macchine sono veloci, non ce la possiamo prendere comoda”. A partire dai 476 metri che separano la partenza alla prima chicane, un imbuto. Lì, dopo una manciata di secondi, potrebbe già succedere di tutto. Nel bene o nel male.

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