Negli anni bui, Enzo Ferrari voleva a tutti i costi che le sue macchine vincessero a Monza, “vendendo” la teoria che trionfare sul circuito di casa valesse mezzo mondiale. Spesso ci è riuscito, con imprese memorabili che hanno annacquato le amarezze della stagione. Ed è proprio quello che vorrebbe ripetere la Ferrari di oggi, reduce da un campionato sinora mediocre, ma focalizzata su un GP d’Italia che comunque, almeno per gli italiani, conta molto perché appartiene alla nostra cultura, alla nostra storia, alla nostra passione. Può, questa Ferrari, tentare il colpaccio a Monza, scattando con Leclerc dalla quarta posizione? Lo scorso anno Charles colse un successo clamoroso col miracolo di una sosta in meno rispetto ai rivali, dimostrando che nulla è impossibile. Ma lui stesso, ora, mette le mani avanti riconoscendo la forza della Red Bull di Verstappen che è in pole position e della McLaren che si trova con Norris in prima fila e Piastri in seconda linea.
Sarà un gran premio complicatissimo, con Verstappen che con un giro-prodigio ha mischiato le carte proponendosi come lepre in una gara nella quale nessuno, sino a ieri l’altro, lo considerava. Bravissimo come al solito, ma complimenti pure alla Red Bull che ha dato la prima, vera, dimostrazione forza dopo la partenza di Adrian Newey. E’ in grado, Verstappen, di prendere il largo? Lui stesso ne è poco convinto ma ci proverà.
La McLaren non è stata brillante come su altre piste e ha faticato nel trovare la giusta messa a punto però sappiamo tutti come si comporta in gara, per cui Norris e Piastri sono sicuri di andare a giocarsi la vittoria. In quale ordine lo scopriremo.
La Ferrari ha scelto la strada di una macchina molto scarica aerodinamicamente e quindi velocissima, per tentare di arginare il margine che la separa abitualmente dalla McLaren. Ci sta, non avendo nulla da perdere deve provarle tutte, anche se c’è il rischio di una vettura che potrebbe perdere efficienza in curva, con relativo consumo delle gomme.
Resta però un mistero: su un circuito nel quale le scie sono fondamentali per fare le prestazioni cronometriche, nessuno ha detto a Hamilton – quinto tempo, che diventa decimo in griglia per la penalizzazione di Zandvoort – che avrebbe dovuto fare da traino per lanciare Leclerc. Forse non gli è stato chiesto per una sorta di timore reverenziale, forse c’era il sospetto che non accettasse, forse se l’avesse fatto ne sarebbe invece uscito ingigantito a livello umano e di rapporti con la squadra, chissà. Charles (distanziato di 3 decimi da Verstappen ma di 1 solo dalle McLaren) è rimasto piuttosto perplesso, usando un eufemismo, noi pure, mentre Vasseur si è arrampicato sui vetri per spiegare questa strana scelta. Impossibile dire che cosa nasconda la decisione presa dal muretto del Cavallino. Ma Leclerc, lo conosciamo, non demorde e si scatenerà subito, nei 476 metri che separano la partenza dalla prima chicane. E’ in quello spazio da manovre da brivido che potrebbe decidersi la corsa sua e degli altri. Guai, quindi, a perdersi lo spettacolo del ‘via’ a Monza. Il resto minaccia di essere una noia dovuta alle tattiche, o un’esplosione di sorprese dovute ad azzardi. Un pronostico? Mai dire mai…