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Circa un centinaio di persone hanno partecipato oggi pomeriggio a Varcaturo alla manifestazione convocata dal deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli e dall’attivista animalista Enrico Rizzi per chiedere che vengano presi provvedimenti nei confronti della donna che quest’estate ha lasciato uno dei suoi cani, un meticcio di taglia media, legato a una cyclette nel cortile di casa, in via Madonna del Pantano, ed è partita per le vacanze lasciando a una persona l’incarico di portare da mangiare agli animali.
APPROFONDIMENTI
Il cane, ancorato all’attrezzo ginnico con una corda di soli novanta centimetri, ha tentato a lungo di liberarsi, facendo anche ribaltare la cyclette, ma non c’è riuscito.
Il rifiuto di tornare
Il 10 agosto la bestiola è stata trovata morta, presumibilmente per un colpo di calore. Sono intervenute le guardie zoofile guidate da Nando Cirella – presente oggi alla manifestazione – e la polizia locale, e quando le autorità hanno rintracciato la proprietaria dell’animale e l’hanno avvertita di quello che era successo, lei ha risposto che era in vacanza e che sarebbe rientrata soltanto dopo il giorno 20.
Alla manifestazione, che si è svolta poco lontano dalla villetta dove il cane è morto, sono intervenuti molti abitanti della zona di Varcaturo, particolarmente colpiti dell’episodio accaduto all’interno della loro comunità, ma anche persone venute da Napoli e da altri centri della provincia. Nessun incontro, né alcun genere di contatto con la proprietaria del cane. Molti manifestanti, però, ne chiedono la sospensione dall’incarico di insegnante perché «chi è così insensibile verso un animale non ha nulla da insegnare ai ragazzi».«Sospendetela dalla scuola»
Francesco Emilio Borrelli fu tra i primissimi ad arrivare a Varcaturo quando si apprese della morte dell’animale. «Oggi siamo qui – dice – per rivendicare una battaglia contro ogni forma di violenza. Una società violenta contro gli animali è una società violenta contro i più deboli, i bambini, gli anziani, i disabili. E contro quel cane è usata usata una violenza enorme. Lasciarlo per giorni legato a una cyclette significava in partenza condannarlo a morte. Ancor più che se la proprietaria lo avesse abbandonato in strada».
Ecco perché ora in tanti chiedono che siano presi provvedimenti. «È chiaro che qualunque intervento definitivo può essere adottato soltanto dopo una eventuale condanna definitiva – dice Enrico Rizzi – ma una sospensione immediata dall’insegnamento andrebbe adottata subito, e mi auguro che il ministero intervenga nel più breve tempo possibile».