di
Barbara Visentin

Alla Fiera di Rho «Lebonski Park», anteprima del tour mondiale. Fra gli ospiti Fabri Fibra e Zucchero

All’orizzonte si staglia la ruota panoramica, che rende un po’ meno coriaceo il tramonto della Fiera di Rho, poi arrivano il toboga e gli autoscontri, il tiro a segno, il punching ball e il toro meccanico. Un vero e proprio parco di divertimenti con cui Salmo ha voluto accogliere gli oltre 40mila fan accorsi ieri sera a Milano, nell’anteprima del suo tour mondiale.

Benvenuti al «Lebonski Park», evento nell’evento, «un sogno», l’ha definito il rapper di Olbia poco prima di salire sul palco, e soprattutto un regalo per la gente, «perché tutti ci siamo fatti ore di attesa sotto il sole o la pioggia prima dei live ed è una rottura di palle. Molti ragazzini l’altra notte hanno dormito qui, è folle».



















































Il divertimento è per loro, che infatti si riversano a fiumi su tutte le attrazioni, mentre l’immaginario del parco viene dal passato di Salmo, Maurizio Pisciottu all’anagrafe: «Ci sono tutti i giochi anni 90, è una sorta di sagra di paese, come quelle a cui andavo io. Sono cresciuto con quelle robe lì, da me c’era la festa di San Simplicio e ci andavo tutti gli anni».

La dimensione live, continua, è la sua priorità assoluta, con attenzione maniacale alla qualità del suono «in modo che si senta bene da qualsiasi angolo», led di nuova generazione, effetti tridimensionali. Ma lo sforzo è anche quello di mantenere «prezzi abbordabili, specie in questo periodo» (il biglietto generico, al netto della prevendita, costava 45 euro), nonostante il gran dispiegamento di forze messo in campo: «Ho sempre investito nei miei live, non mi interessano le tasche come fanno tanti altri, potrei anche suonare gratis — sottolinea il rapper —. È una roba che dovrebbero sapere gli artisti giovani, il live è la chiave, se diventi bravo e ti fai apprezzare dal vivo, avrai vita eterna. Io che sono nato in una piccola città di provincia, a 41 anni arrivo a Milano e ho sempre più persone davanti, mi sembra incredibile. Ma ho puntato sul live e ho fatto bene».

Largo alla musica, quindi, con una scaletta di due ore e mezza divisa in tre parti che alterna brani vecchi e nuovi, per una quarantina di canzoni in totale: «Nella prima parte ho messo pezzi cattivissimi con la band — descrive il rapper —, la seconda è più unplugged e la terza violenta, per picchiare come i fabbri ancor peggio che all’inizio». Se i modi sorridenti e affabili hanno preso il posto dell’atteggiamento da duro che, per sua stessa ammissione, ostentava fino a qualche tempo fa, se «non c’è una parte politica nel live», tranne il brano «90min», suo singolo del 2018, «che è sempre attuale e a cui non vorrei aggiungere altro», sostiene prima dell’inizio, il lato incendiario di Salmo torna fuori però sul palco, nel mix di generi che passa in rassegna con i pezzi, la sua voce graffiante che si muove fra varie atmosfere, dall’elettronica all’hardcore.

Non manca una lunga fila di ospiti, da Fabri Fibra a Lazza, da Noyz Narcos a Kaos (rapper che l’ha ispirato agli esordi e che ha voluto come unico feat nell’ultimo album «Ranch»), fino addirittura a Zucchero, per riproporre il duetto di «Diavolo in me», già collaudato a Campovolo, nel 2023, durante il live di Sugar, dopo l’omaggio che Salmo ne aveva fatto a Sanremo.

A chiudere la serata, arriva il nuovo singolo «Flashback», in uscita domani, «una canzone d’amore non rap», insieme all’annuncio a sorpresa di una extra data milanese, il 4 dicembre al Forum di Assago. Ma prima, a ottobre, il tour passa in rassegna altri palchi italiani per poi spostarsi, a novembre, in giro per l’Europa e approdare infine a dicembre negli Stati Uniti.

7 settembre 2025