Luca De Lellis

06 settembre 2025

Le Idf – Israel Defense Forces – non vogliono essere colte alla sprovvista, facendosi trovare impreparate nella gestione delle decine di imbarcazioni della spedizione umanitaria Global Sumud Flotilla. Ecco perché, le forze israeliane stanno intensificando le misure difensive in vista dell’arrivo a largo delle coste della Striscia di Gaza, delle barche provenienti dall’Italia, dalla Spagna e dalla Tunisia contenenti circa 350 attivisti pro-Palestina tra cui l’ambientalista Greta Thunberg a bordo del MY Sirius, che dovrebbero arrivare sulle coste palestinesi dopo la metà di settembre.

 

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L’esercito israeliano – anche tramite il proprio canale You Tube – ha diffuso un video che documenta esercitazioni di difesa costiera, svolte dalla Marina insieme alla Northern Brigade della Gaza Division. Il filmato ritrae simulazioni di gestione di situazioni scomode, in cui un alto numero di imbarcazioni potrebbe mettere alla prova le capacità di risposta delle forze a disposizione di Benjamin Netanyahu. Tutto sembra essere preparato nei minimi particolari: anche perché, stavolta, il ministro della Giustizia israeliano Yariv Levin chiede che chiunque venga arrestato sia sottoposto a pene detentive, come da proposta di qualche tempo fa del ministro della Sicurezza Ben-Gvir. La risposta israeliana dovrà però cercare di evitare che simili missioni possano replicarsi, anche se l’unico scopo della Flotilla diretta a Gaza è quella di aprire un corridoio umanitario in maniera pacifica, così da contribuire al sostentamento della popolazione gazawa. 

 

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Durante l’ultima missione di una Flotilla, lo scorso giugno, la Marina israeliana ha impiegato tattiche pacifiche per vanificare il suo apporto, portando gli attivisti ad Ashdod prima di rispedirli al mittente. La medesima soluzione dovrebbe essere adottata per non provocare la reazione dei paesi coinvolti nella spedizione, specie alla luce del precedente allarmante del 2010, nel quale furono uccisi dieci componenti della MV Mavi Marmara. Un incidente dal quale scaturì una crisi nelle relazioni turco-israeliane. La marina israeliana, con le sue sette Shaldag Class e le diciotto Super Dvora Class per il pattugliamento costiero, oltre a quindici Sa’ar Class con missili, non può permettersi di sbagliare. Ne va dei rapporti con gli alleati occidentali.