Il 60% degli intervistati dell’agenzia Adecco mette al primo posto la serenità sul lavoro, rifiutando ambienti ostili anche in cambio di stipendi più alti, in pochi sarebbero disposti a sacrificarsi per un miglior trattamento economico

Secondo un recente sondaggio condotto da Adecco, la multinazionale del lavoro, oggi l’ambiente di lavoro pesa più della retribuzione nella scelta di un’azienda. Il 74% degli italiani non accetterebbe di lavorare in un ambiente di lavoro peggiore pur di aumentare il proprio stipendio. Se, da un lato, il 60% degli intervistati mette al primo posto la serenità sul lavoro, rifiutando ambienti ostili anche in cambio di stipendi più alti, il 14% assegna un valore importante anche alla cultura aziendale, che non sarebbero disposti a sacrificare per un miglior trattamento economico. 

La formula dello smart working

Una minoranza, invece, sarebbe pronta a scendere a compromessi: il 17% accetterebbe un ambiente peggiore a patto che si possa utilizzare la formula dello smart working e solo il 9% si lascerebbe convincere da benefit particolarmente vantaggiosi. Un dato che segna un netto cambiamento rispetto al passato: nel 2022, secondo una ricerca sempre di Adecco, il salario era ancora il primo fattore determinante nella scelta di un posto di lavoro (53%), seguito dall’ambiente di lavoro (36%) e dalle opportunità di crescita professionali offerte (25%).



















































Cambiano le priorità

Oggi, invece, il 59% dei lavoratori considera il benessere sul posto di lavoro il fattore principale nella valutazione di una nuova opportunità professionale, mentre una retribuzione competitiva viene indicata come centrale solo dal 32% degli intervistati. Le priorità sono cambiate, spinte anche da un ricambio generazionale che porta in primo piano nuovi bisogni e una maggiore consapevolezza.

7 settembre 2025 ( modifica il 7 settembre 2025 | 08:28)