Se l’assenza di scrupoli e la brutalità di Donald Trump vi spaventano e ogni volta che sentite al Tg una notizia che lo riguarda vi sembra di entrare in un film horror, c’è un solo modo per distrarsi: l’unico antidoto è sconfiggere il veleno con un veleno ancora più forte ovvero immergersi in un vero romanzo horror made in Usa.
Quello di Laura Picklesimer è la giusta cura per sopportare la realtà grazie a una fantasia ancora più terrificante e così finalmente le politiche migratorie del presidente americano vi sembreranno delle ragazzate.
L’idea per il suo esordio Uccidi per amore (Ubagu press) appena tradotto in Italia, nasce tempo fa in una scuola di scrittura: si chiedeva agli aspiranti autori di prendere un romanzo famoso e di riscriverne alcune pagine cambiando il sesso del protagonista o della protagonista.
Serena Dandini (foto di Gianmarco Chieregato).
Picklesimer scelse American Psycho di Bret Easton Ellis. E da quello che le sembrava un gioco nacque un’ispirazione che nel tempo l’ha portata a costruire Tiffany, una ragazza di Los Angeles, bella, ricca ed egoista, figlia dei social e della cultura dell’apparire, una giovane che nasconde sotto il perenne sorriso da selfie la natura crudele di un’assassina.
Diete, forma perfetta, pose studiate come il Patrick Bateman di American Psycho, Tiffany è il frutto di una deriva antropologica del capitalismo che ha spinto molti giovani a coltivare la vacuità della vita, l’esteriorità, i simboli del lusso come unico riscatto personale. Ma l’effimera ricerca di visibilità e consensi presenta sempre il conto.
“Uccidi per amore” di Laura Picklesimer
Tiffany non è un personaggio che provoca empatia, non c’è mai immedesimazione del lettore nei suoi confronti ma solo sconcerto, ci spaventa la sua solitudine, il vuoto di un’esistenza riempita solo da contenuti virtuali che però la spingono a cercare la realtà e la vita vera nei gesti efferati di una serial-killer.
Come spiega la scrittrice i personaggi femminili nella letteratura, seppur perfidi e crudeli, hanno spesso alle spalle una storia di redenzione e vendetta, un percorso che giustifica la loro crudeltà. Tiffany no. È feroce e superficiale al pari di molte scelte politiche che ci circondano. L’assenza di valori e di ideali sta desertificando il nostro tempo come gli incendi sulle colline di Los Angeles, città protagonista del libro al pari degli esseri umani che la abitano.
Con le sue luci e ombre infiamma la storia e le stridenti contraddizioni che Laura Picklesimer intreccia con abilità lasciandoci senza fiato. Appena finito, per riprendermi, ho dovuto rileggere tutti i romanzi di Miss Marple di Agatha Christie: una mano santa.
Tutti gli articoli di Serena Dandini.