VIADANA I pensieri di un presidente che vede la propria creatura “galoppare” verso la raccolta dei frutti dopo la lunga opera di semina. Giulio Arletti, patron del Rugby Viadana volge la propria attenzione sui gialloneri con la stagione alle porte.
Gli ultimi due anni hanno visto un Viadana forte, bello e inesperto. Quello che affronta questo campionato le piace e come si colloca in termini di competitività?
«In tutta sincerità, ogni inizio stagione mi piace sempre quello che abbiamo fatto per costruirla, quindi sì, abbiamo tante aspettative anche quest’anno e ancora sì, abbiamo la pretesa che anno dopo anno si possa e si debba migliorare. Sicuramente l’attesa è ancora più emozionante nel vedere poi i risultati. Staremo a vedere anche quanto gli altri siano in grado di migliorarsi. Noi partiamo da due finali scudetto e non da sesti o settimi posti; perciò alzare il livello non sarà banale. Siamo adesso al punto del “o la va o la spacca” e pertanto siamo molto curiosi di vedere se quest’anno saremo i in grado di ripeterci o di migliorarci e lo vedremo sul campo».
Siete in corsa per tre obiettivi e in molti hanno affermato che l’ultima finale persa sia stata causata anche da una rosa poco profonda. È d’accordo? Il roster di questa stagione permetterà ai gialloneri di lottare su Supercoppa, Coppa e Campionato?
«Secondo me non è problema di roster. Abbiamo anche i Caimani. Forse la rosa va utilizzata meglio. L’anno scorso avevamo problemi di seconde linee; eppure, siamo arrivati primi in regular season con terze linee spostate in seconda. L’hanno fatto più che bene tanto Boschetti, quanto Ruiz. I nostri ragazzi hanno qualcosa in più che un ruolo da confermare, e devono essere allenati per questo. Il credo deve essere più importante del ruolo. La rosa non è corta; anzi, va utilizzata meglio. Ci vuole più meritocrazia, anche nel mettere le formazioni in campo talvolta osando con coraggio».
Ora la questione legata alla posizione del migliore mediano di mischia dell’ultimo campionato, Patricio Baronio, rimasto a metà tra Zebre e Viadana. La situazione ha contrapposto in un duro confronto Gamboa e il presidente delle Zebre, Gianni Fava. Cosa ne pensa?
«Penso che la direzione tecnica delle Zebre abbia fatto un “giochino” un po’ sporco prendendo Roger e Baronio con un contratto di quattro mesi, cosa che per noi è impossibile. Non possiamo andare a prendere giocatori per metà stagione e dopo aver giocato quattro mesi con un’altra squadra. Sarebbe stato destabilizzante per noi e pertanto abbiamo rifiutato quell’opzione. Dietro il nostro rifiuto, le Zebre hanno votato per contrattualizzare senza dirci niente per una stagione intera Roger, scartando a questo punto Baronio. Io avevo già un contratto fatto a stretta di mano con Roger che doveva rimanere a Viadana. Sinceramente ci sono rimasto male di questo comportamento, perché fondamentalmente firmato senza dirmi niente. Alla fine chi ha pagato il prezzo di questo escamotage è stato proprio Baronio; spiace, ma le cose sono andate proprio così, per uno dei migliori mediani di mischia. E’ successo tutto in due giorni e non ha fatto piacere a me e soprattutto al Viadana. Fava presidente delle Zebre? Lo era da due giorni e penso che abbia potuto solo avallare una situazione che si è trovato tra le mani a cui ha fatto seguito il mio sfogo, forse ingiusto, ma noi in due giorni ci siamo visti privare dell’intera mediana».
C’è un giocatore il cui percorso la rende particolarmente orgoglioso e che simboleggia la filosofia del Club?
«Sono davvero molti i giocatori di cui essere orgogliosi soprattutto quando dimostrano attaccamento e comprensione del percorso in essere. Purtroppo, arrivano anche le delusioni, ma quelli che si atteggiano da sportivi sono quelli che guardiamo con maggiore orgoglio. L’attaccamento a questa maglia è un valore fondante».
La struttura è aumentata nei numeri con l’arrivo del director of rugby Sosene Anesi. Potrebbe esserci un ulteriore ampliamento in futuro, magari con occhio al marketing?
«Non dobbiamo mai smettere di crescere e proprio in ambito comunicativo stiamo investendo su un ragazzo di qualità come Antonio Palmeri che ha buone idee e vanno sfruttate».
C’è stato il momento in cui il suo sfogo nel CDA ha fatto tremare i muri del club. E’ arrivata una risposta da parte delle aziende e dai sostenitori di Viadana?
«Non credo che siano tremati i muri, ma ammetto di essere stato molto vicino al punto di rottura tra maggio e giugno per atteggiamenti poco rispettosi verso il club, con critiche talvolta non supportate dai fatti. La gente fuori non capisce gli sforzi personali ed economici posti in essere in questo contesto».