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Ludovica Lopetti e Massimiliano Nerozzi
Ok dalla Procura di Torino per la messa alla prova con lavori socialmente utili di John Elkann; insieme ai fratelli Lapo e Ginevra ha versato all’erario 183 milioni di euro. Sì anche per il patteggiamento richiesto dal commercialista Gianluca Ferrero. Ora su tutte le posizioni dovrà esprimersi il gip
Richiesta di messa alla prova con lavori socialmente utili per John Elkann, istanza di patteggiamento per il commercialista Gianluca Ferrero e notifica dell’avviso di conclusione indagini per il notaio Remo Morone. Si è concluso così il primo round dell’inchiesta sull’eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato Gianni Agnelli, che vedeva indagati a Torino i tre fratelli Elkann e alcuni dei loro più stretti collaboratori. Lo ha comunicato poco dopo le 18 la stessa procura guidata da Giovanni Bombardieri, a borse chiuse (una “tutela” su possibili ripercussioni sui titoli di Stellantis e della galassia Exor).
L’inchiesta
In quasi due anni di indagini i militari delle Fiamme Gialle, coordinati dai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti, hanno documentato un’evasione Irpef da 248,5 milioni e una massa ereditaria da 1 miliardo nascosta al Fisco italiano sul presupposto che la vedova dell’Avvocato fosse residente in Svizzera (circostanza rivelatasi falsa e costruita ad arte).
Richiesta di archiviazione
I pm hanno invece chiesto l’archiviazione per Lapo, Ginevra, il notaio svizzero Urs Von Grueningen (colui che ha redatto il testamento e l’inventario dei beni di Marella Caracciolo) e per alcuni capi di infedeltà patrimoniale contestati a John Elkann e Ferrero, limitatamente a due annualità in contestazione.
Reati contestati
Le accuse erano di dichiarazione infedele e truffa ai danni dello Stato per tutti eccetto Morone, che invece deve rispondere di falso in atto pubblico insieme a Ferrero. La falsità contestata ai due professionisti riguarda la dichiarazione sull’assetto della società semplice “Dicembre” – la cassaforte che consente a John Elkann il controllo dell’impero di famiglia – trasmessa alla Camera di Commercio di Torino con 17 anni di ritardo.
Elkann dovrà ora proporre alle autorità giudiziarie un’istituzione presso la quale poter svolgere i lavori socialmente utili.
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Il pagamento all’erario
L’epilogo dell’inchiesta arriva dopo che a luglio John Elkann ha versato 183 milioni all’Agenzia delle Entrate ed estinto così il debito tributario. Per il presidente di Stellantis i pm hanno dato parere favorevole alla sospensione del procedimento con messa alla prova. Ora su tutte le posizioni dovrà esprimersi il gip.
Dal canto suo, Margherita sta lottando per annullare gli accordi che ha firmato nel 2004 dopo la morte del padre, nel tentativo di garantire che il denaro vada ai suoi cinque figli avuti dal secondo matrimonio.
L’avvocato Paolo Siniscalchi, legale dei fratelli Elkann, ha dichiarato: «La richiesta di John Elkann di messa alla prova non comporta, come del resto la definizione con il fisco, alcuna ammissione di responsabilità. Se tale proposta sarà accolta il procedimento a suo carico sarà sospeso e all’esito positivo della prova si concluderà con una sentenza di estinzione di tutti i reati per i quali John Elkann è attualmente indagato, risultato analogo a quello relativo alle posizioni dei suoi fratelli Ginevra e Lapo, per i quali è stata chiesta l’archiviazione».
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8 settembre 2025 ( modifica il 8 settembre 2025 | 19:41)
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