Roma, 9 settembre – A leggere i dati diffusi dal Ministero della Salute nel Rapporto sulle coperture vaccinali antinfluenzali per la stagione passata 2024-2025, i vaccini contro la più diffusa malattia stagionale (non priva di rischi, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione) continuano a restare in Italia ben al di sotto del livello minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale, ovvero il 75% nelle categorie per cui la vaccinazione è raccomandata.
Nella stagione influenzale dello scorso anno – contrassegnata in Italia da un’elevata circolazione di virus che ha prodotto circa 16 milioni di casi, un numero tra i più alti mai registrati – più o meno la metà degli over-65 (il 47,5%) non si è infatti sottoposto alla vaccinazione antinfluenzale. Si tratta di uno dei dati più bassi dall’inizio del millenni e – anche alla luce delle campagne promosse per favorire la vaccinazione – rappresenta un risultato estremamente deludente.
L’andamento delle vaccinazioni nel 2024/2025, tuttavia, nel complesso non si discosta molto dagli anni precedenti, con 11,5 milioni di dosi somministrate, numero più o meno i linea con quelli delle ultime stagioni, ma insufficienti per garantire la protezione della popolazione anziana. Nella popolazione generale si assiste a una lieve ripresa delle coperture, che si attestano al 19,6% rispetto al 18,9% del 2023/2024.
Resta però ampia la forbice tra le diverse Regioni. Toscana e Umbria sono le Regioni dove ci si vaccina di più (22,6%), la Calabria e la Provincia autonoma di Bolzano quelle in cui si registrano le coperture più basse (rispettivamente il 13,7% e l’11,1%).
Anche nelle coperture vaccinali degli anziani le differenze sono marcate: la performance migliore è ancora dell’Umbria, con il 64,1% di over-65 vaccinati; Bolzano si conferma in coda con il 33,4%. Tra i dati, spiccano le prestazioni di Puglia e Liguria nella vaccinazione dei bambini con meno di due anni: le due Regioni, con il 27,9% e il 27,5%, hanno una copertura più che doppia rispetto alla media nazionale.
Resta il fatto – che è di fatto una criticità in termini di salute pubblica – che a copertura vaccinale tra gli over 65 non decolla e il trend generale non sembra volgere al bello, come impietosamente rivela il dato che si riferisce alla stagione pandemica 2020-2021: allora la la copertura aveva raggiunto il 65,3% negli anziani e il 23,7% nella popolazione generale. Numeri significativamente diversi da quelli dell’anno e che dovrebbero indurre a riflettere e ad agire subito con efficaci contromisure per rilanciare le vaccinazioni, unico strumento che possa limitare diffusione e conseguenti danni della stagione influenzale prossima ventura, che gli esperti prevedono più dura di quella dello scorso anno. Di tutto ha bisogno, il nostro traballante servizio sanitario pubblico, fuorché di una stagione pandemica che lo metta a dura prova, anche economicamente.