La disastrosa acquisizione di Antonveneta, il salvataggio di Stato. Poi la rinascita con il piano dell’ad Lovaglio: così la banca più antica del mondo è tornata solida e con Mediobanca si prepara a diventare il primo azionista di Generali.

Otto anni fa nel dicembre 2017 il governo Renzi dovette sottoscrivere una ricapitalizzazione precauzionale da 5,3 miliardi di euro per la banca più antica del mondo diventata la peggiore in Europa per solidità patrimoniale sull’onda lunga dei problemi creati dall’acquisizione, dieci anni prima, per 15 miliardi di euro di Antonveneta
L’arrivo nel febbraio 2022 di Luigi Lovaglio, un nuovo aumento da 2,5 miliardi e il piano industriale hanno permesso il risanamento, fino a diventare con il controllo di Mediobanca, anche il primo azionista di Generali.

La banca più antica del mondo, dal crac alla rinascita

La storia plurisecolare della più antica banca al mondo registra nel nuovo millennio, prima di ieri, alcune date fondamentali. La prima è l’8 novembre 2007 quando il Monte dei Paschi di Siena firmò l’acquisizione della padovana Antonveneta, pagandola oltre 15 miliardi di euro, senza effettuare alcuna due diligence, ovvero senza essere prima andati a vedere cosa c’era nei conti di quella banca. 
Fu l’inizio della fine. La Fondazione Mps, che aveva in portafoglio la maggioranza di banca Mps, si dissanguò per confermare la propria quota in una serie di inutili aumenti di capitale.
Quello decisivo, ed è la seconda data da ricordare, è del dicembre 2017, quando il governo Renzi sottoscrisse una ricapitalizzazione precauzionale da 5,3 miliardi di euro che risultò fortemente diluitiva del capitale. I soci di allora persero praticamente tutto. Il governo italiano entrò con una potente iniezione di liquidità che valse al Mef la titolarità del 67 per cento del capitale. Fu un salvataggio di Stato con la benedizione dell’Unione europea e della Bce.



















































La cura Lovaglio

Sono però serviti altri otto anni per trasformare una banca che nel 2016 fu la peggiore in Europa per solidità patrimoniale, nella grande protagonista del riassetto nazionale del credito. Otto anni e due ulteriori elementi: Luigi Lovaglio (arrivato a Siena il 7 febbraio 2022) e l’aumento di capitale da 2,5 miliardi dell’autunno successivo. Lovaglio, 70 anni, di cui 44 passati in Unicredit, prima di arrivare a Siena salvò il Credito Valtellinese, rivendendolo poi per un miliardo di dollari al Crédit Agricole. A Siena nel 2022 ha tracciato il piano industriale, realizzato l’aumento di capitale, prepensionato 3 mila dipendenti e gettato le basi, con il ministro Giancarlo Giorgetti, dell’operazione che l’8 settembre 2025 lo ha visto salire al 62,29% di Mediobanca. Meno di tre anni dopo Mps è una banca nuova, con un futuro tutto da immaginare, perché sta per diventare la prima azionista delle Assicurazioni Generali.

9 settembre 2025 ( modifica il 9 settembre 2025 | 08:21)