di
Roberta Polese
Marostica, la donna che ha salvato la barista: «Lei mi ha guardato e mi ha detto: “Robi, aiutami” Era aggrappata alle mie spalle tra le slot machine Ho detto a quell’uomo: “Devi calmarti”. E lui: “Levati o ammazzo anche te”»
«Mi trema ancora la voce, non so come ho fatto a mantenere la calma e la lucidità, ho fatto quello che andava fatto, ma a quei trenta uomini che sono scappati lasciandoci sole direi che sono degli str…, alla fine quando serve siamo noi donne ad avere più coraggio». Roberta, 50 anni, ha ancora paura, non vuole farsi riconoscere, teme ripercussioni perché solo ora sa quello che ha rischiato. Ma quello che ha da dire lo dice. Sabato sera in una sala slot a Marostica, in provincia di Vicenza, ha salvato la vita a una donna di 42 anni, barista del locale: l’ex di lei, che già in passato era stato in carcere per maltrattamenti, si è presentato al locale con un coltello. Roberta si è messa tra l’aggressore e la vittima, quest’ultima è finita in ospedale con botte e ferite, per fortuna non è in pericolo di vita. Lui è stato arrestato.
Roberta, lei conosceva bene quella donna?
«Capita che ogni tanto la sera passi per quella sala slot a giocare, conoscevo la barista, le volte che ci vedevamo scambiavamo qualche parola, non posso dire che siamo amiche ma so come si chiama, e lei sa come mi chiamo io, ogni tanto chiacchieravamo, ma lei non ha mai voluto raccontare la sua storia di violenze, credo non ne sapesse niente nessuno nemmeno tra chi lavora alla sala slot, io invece sono venuta a conoscenza della vita d’inferno che aveva fatto con quell’uomo solo la sera dell’aggressione, forse non ne ha mai parlato perché evidentemente allontanandosi da lui voleva azzerare tutto».
Sabato sera però quell’uomo è tornato da lei…
«È successo in pochi minuti: a metà serata ho visto tutti correre fuori dal locale: una trentina di uomini se la sono letteralmente data a gambe, ho guardato verso il bar e ho visto che la mia amica era sotto tiro di quell’uomo che la picchiava, eravamo rimasti solo noi tre, più una coppia di anziani signori, in quel momento sono diventata di ghiaccio, mi sono messa in mezzo, lei mi ha guardato negli occhi e mi ha detto “Robi salvami”, io avevo lui davanti a me, lei dietro aggrappata alle mie spalle tra le slot machine».
Cos’ha detto a lui per calmarlo?
«Ho usato un tono di voce pacato, gli ho detto: “Devi calmarti, non è questo il modo di affrontare i problemi, se ti calmi anche lei ti parlerà”, ma lui non voleva sentire ragioni, diceva che la voleva ammazzare e mi ha detto: “Se non ti levi ammazzo anche te”. Solo lì ho visto che aveva in mano un coltello, fino a quel momento pensavo che la stesse picchiando a mani nude, nel frattempo qualcuno ha chiamato i carabinieri, che per fortuna sono arrivati subito con le ambulanze».
E prima che arrivassero le forze dell’ordine nessuno degli uomini che prima erano nella sala slot ha alzato un dito?
«Nessuno, era rimasto solo un povero signore pensionato che ha cercato di aiutarmi ma ho fatto capire a lui e a sua moglie che avrei fatto da sola, non volevo che rischiassero anche loro».
Cosa le ha detto la donna quando ha capito di essere in salvo?
«Ci siamo guardate a lungo ma non ci siamo dette molte cose, l’ho sentita raccontare la storia di violenze che ha vissuto con lui, in quel momento ho compreso quanto aveva sofferto».
Quando ha capito di aver rischiato anche lei la vita?
«Lo sto capendo ora, rivedo come un film le immagini nella mia mente: tutto è durato 15 minuti, i più lunghi della mia vita».
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9 settembre 2025 ( modifica il 9 settembre 2025 | 09:37)
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