Solo 25 secondi hanno separato il comasco Samuele Porro dalla maglia di campione del mondo Marathon di mountain bike. Un distacco minimo se si considera che è maturato al termine di una gara massacrante di 125 chilometri.

Per il corridore di Guanzate, in forza alla formazione iberica Klimatiza Orbea, è arrivata una comunque più che prestigiosa medaglia d’argento.

«Sono contento della mia performance anche se essere arrivato così vicino alla maglia iridata senza riuscire a conquistarla lascia un po’ di amaro in bocca. La mia è stata una gara a inseguimento, sono rimasto attardato e ho dovuto inseguire e rimontare. Nell’ultima discesa ho preso dei rischi che mi hanno permesso di recuperare terreno, però stavo rischiando veramente molto e ho preferito finire la gara guidando in sicurezza per non compromettere il secondo posto».

L’argento vinto sabato scorso è il premio più importante conquistato in maglia azzurra dall’atleta lariano che già poteva vantare tre argenti agli Europei e un bronzo mondiale. Dopo il commento di Samuele Porro riavvolgiamo il nastro e torniamo all’inizio. Sabato il Canton Vallese in Svizzera ha ospitato la gara valida per il Campionato del Mondo Marathon di mountain bike. Partenza alle 6,40 da Verbier e arrivo a Grimentz dopo 125 chilometri e 5.025 metri di dislivello. Per Porro una corsa a inseguimento nel tentativo di recuperare un ritardo di circa due minuti accumulato inizialmente. Un forcing che l’ha portato a un soffio da un’impresa clamorosa chiudendo al secondo posto a 25” dal vincitore, lo statunitense Keegan Swenson capace di chiudere la gara in 6 ore, un minuto, 44 secondi.

La straordinarietà della prova di Porro è dimostrato dal ritardo accusato da tutti gli altri con il terzo, il colombiano Leonardo Hector Paez Leon relegato a 3 minuti e 42 secondi da Swenson.