voto
6.5
- Band:
AEDAN SKY - Durata: 00:36:27
- Disponibile dal: 12/09/2025
- Etichetta:
- Rockshots Records
Streaming non ancora disponibile
Aedan Sky è il moniker scelto per una space opera ideata da Sébastien Chabot, cantante e polistrumentista francese, noto soprattutto per le sue collaborazioni con gruppi come Galderia e Kingcrown.
Per l’occasione, lo affiancano due compagni di band, ovvero Bob Saliba (con lui in entrambe) e Thomas Schmitt (dei Galderia). Ciascuno dei tre rappresenta un personaggio del concept: Chabot interpreta Sky, Saliba è Aedan (un essere spirituale che guiderà Sky a compiere un viaggio interdimensionale), mentre Schmitt interpreta l’anima di Sky. Attorno a queste tre voci, l’autore, che suona peraltro anche la maggior parte degli strumenti, costruisce una storia sulla scia delle metal opera degli Avantasia, per quanto più focalizzata su pochi personaggi.
Dopo l’intro di apertura, la prima canzone, “Call Of The Universe”, è un brano che richiama, volutamente e fin troppo marcatamente, i primi Helloween, ma tutto il disco è in effetti chiaramente focalizzato su un power metal teutonico che trova i propri punti di riferimento proprio nelle Zucche di Amburgo (di qualsiasi periodo), nei Gamma Ray e così via.
Non si riscontra quindi grande originalità, ma Chabot è abile nel creare un disco credibile, dove il sound è fortemente derivativo, con tutti i canoni del genere (ritmi veloci, cori anthemici, refrain melodici, acuti vocali, assoli di chitarra) ma in grado di essere coinvolgente grazie ad un’ottima produzione e ad un songwriting molto valido.
L’album presenta inoltre un buon equilibrio tra parti tecniche e altre più emozionali, con l’inserto di passaggi più atmosferici o interludi pianistici, come nel caso della parte iniziale di “Gate Of Skies” e nella title-track: sotto quest’ultimo profilo, è apprezzabile il contributo anche di Julien Digne, un altro membro dei Galderia.
Sicuramente il punto di forza del lavoro è rappresentato però dalle armonie che le tre voci riescono a creare, spaziando tra vette altissime e tonalità più basse con il supporto di cori imponenti. Tra gli highlight del disco segnaliamo senz’altro “Beyond The Vortex Of Time” e “From The Ashes To The Light”, due tracce dove gli Aedan Sky riescono a condensare tutto il meglio del power metal melodico, con ritmi assolutamente trascinanti e coinvolgenti.
Per contro, va anche detto che, a nostro avviso, la storia si sviluppa un po’ troppo velocemente, tanto che anche la durata complessiva dell’album appare un pochino striminzita.
Nel complesso, riteniamo Aedan Sky dunque un buon debutto (sempre che ci sia l’intenzione di proseguire con il progetto), che conferma le ottime qualità di Chabot, sia come autore che come interprete, ma sarebbe stato lecito aspettarsi un piccolo sforzo in più soprattutto nella creazione di un sound appena più personale o che quanto meno provasse a uscire appena un minimo dai soliti cliché del genere, anche perchè da ciò ne consegue che, quando il songwriting risulta un po’ meno ispirato, i brani sanno tanto di ‘già sentito’ e non invogliano ad ulteriori ascolti.
Quest’aspetto, unito alla breve durata del disco, riduce in qualche misura l’impatto di quest’esordio, che invece si presentava molto bene nelle premesse. Indubbiamente, tuttavia, va evidenziato come si possano ascoltare su “The Universal Realm” davvero ottime cose, per cui lo consigliamo senz’altro all’attenzione (soprattutto) degli amanti del power metal melodico.