Un momento del Grand prix di Monza (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)Un momento del Grand prix di Monza (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)

Formula 1 mania per il lusso. Un trend confermato dall’ultimo Gran Premio di Monza, che ha trasformato Milano in un circuito urbano della moda, animato da eventi, installazioni ed edizioni speciali firmate da maison e marchi globali, da Louis Vuitton a Tag Heuer, fino ad Adidas e Puma. «La Formula 1 non è solo una corsa di due ore in tv», racconta Bianchi. «È un’esperienza lunga quattro giorni che ci permette di connetterci con un pubblico globale e al tempo stesso offrire ai nostri ospiti momenti indimenticabili», spiega in un’intervista esclusiva a MFF Stéphane Bianchi, group general manager di Lvmh.

Stéphane Bianchi (ph Lvmh official website)Stéphane Bianchi (ph Lvmh official website)

Un connubio che si è consolidato proprio quest’anno, in occasione del 75° anniversario della Formula 1, quando il colosso di Bernard Arnault (pare su spinta del figlio Frédéric, ora al timone di Loro Piana) ha siglato una partnership decennale con il circus dal valore stimato in un miliardo di euro. Un investimento storico che vede protagonisti tre marchi iconici del gruppo: Louis Vuitton, che ha firmato il trofeo e la segnaletica in pista, Tag Heuer, cronometro ufficiale, e Moët & Chandon, lo champagne celebrativo del podio.

E se il circuito di Monza ha visto trionfare Max Verstappen, la sfida per il luxury business si è giocata fuori pista. Quella tra i grandi player del lifestyle per accaparrarsi la ribalta dello sport più glamour del momento. Il fine settimana del gran premio ha confermato la forza di questo binomio. Secondo Confcommercio, l’indotto generato dall’edizione 2025 ha toccato i 200 milioni di euro, in crescita dell’8% sul 2024. Oltre il 60% del totale arriva da alloggi (63,5 milioni) e shopping (57,8 milioni). «La nostra è una partnership bidirezionale», aggiunge Stéphane Bianchi. «Portiamo il nostro savoir faire al servizio di uno sport iconico e in cambio raggiungiamo un’audience globale e più giovane, rafforzando il posizionamento delle nostre maison». In esclusiva per MFF, il manager racconta la visione e le prospettive di questa alleanza tra il lusso e il motorsport.

Da sinistra Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)Da sinistra Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)

Qual è la strategia alla base dell’ingresso del gruppo Lvmh in Formula 1?

La Formula 1 è una piattaforma ideale per parlare a un pubblico globale e appassionato di almeno 100 milioni di persone per 22 weekend all’anno. Non si tratta solo di visibilità, ma di condivisione di valori come eccellenza, performance e creatività. È una partnership bidirezionale, noi arricchiamo lo sport con il nostro savoir faire nel lusso e, allo stesso tempo, ci colleghiamo alla sua audience internazionale e giovane.

Che ritorno vi aspettate da un investimento decennale di questa portata?

Il primo impatto è in termini di awareness e visibilità, con milioni di persone che vedono i nostri marchi a ogni gran premio. Ma il vero valore è l’engagement: creare esperienze su misura per pubblici diversi, dal vip nel paddock al telespettatore che segue la gara da casa.

Lo sport è sempre più al centro della vostra strategia, dalle Olimpiadi all’America’s cup. Perché?

Sport e lusso condividono passione, eccellenza e la ricerca costante della perfezione. Inoltre, i grandi eventi sportivi offrono una visibilità eccezionale e un pubblico ampio e diversificato, con cui le nostre maison possono dialogare in modi sempre nuovi.

La F1 vi consente di raggiungere pubblici più giovani?

Sì, ed è cruciale. I giovani non cercano solo prodotti, ma esperienze ed emozioni. La F1 ci permette di instaurare un legame di lungo periodo, che si traduce in awareness, desiderabilità e anche in traffico nelle nostre boutique.

Come scegliete quali maison associare agli eventi sportivi?

Per la F1 la scelta è stata naturale: Louis Vuitton, legato al viaggio e ai grandi eventi; Tag Heuer, già cronometrista ufficiale del circus negli anni ’90; Moët & Chandon, che ha creato il rito dello champagne sul podio. Ma molte altre maison del gruppo hanno legami con lo sport, da Loro Piana nella vela e nel golf fino a Tiffany, che realizza i trofei delle principali leghe Usa.

Il trofeo del Gran premio di Monza nel baule Louis Vuitton (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)Il trofeo del Gran premio di Monza nel baule Louis Vuitton (ph Alessandro Garofalo, courtesy Lvmh)

Quanto contano le esperienze locali, come Monza, rispetto alla visibilità globale?

Entrambe contano. Ogni gran premio unisce radici locali e visibilità internazionale. Essere a Monza, in Italia, il nostro secondo mercato, significa partecipare a un pezzo di storia e allo stesso tempo mostrare le nostre maison a un’audience mondiale.

Dopo la F1, vi vedremo anche in altri sport, dal tennis al calcio?

Prima della possibilità di ulteriori coinvolgimenti, credo sia importante ricordare che la specificità di Lvmh, quando si tratta di partnership, è di attivarle in maniera forte e trasversale. Prendiamo la Formula 1, le nostre maison non sono soltanto visibili in pista, ma creano esperienze, prodotti, eventi e contenuti durante tutto l’anno, per portare l’emozione della partnership a un pubblico più ampio, anche oltre i fan della F1. Per questo, pur restando sempre aperti a nuove opportunità, vogliamo concentrarci sulle collaborazioni già avviate, in particolare sulla Formula 1, perché siamo convinti che rappresenti una straordinaria occasione per costruire qualcosa di davvero unico nei prossimi anni.

Da non molto lei ha preso il ruolo cruciale che per anni è stato di Toni Belloni. Come si sente in questa posizione, in un momento complesso per il lusso?

Il mio ruolo è garantire che i valori di eccellenza, creatività e spirito imprenditoriale trasmessi da Bernard Arnault fin dalla nascita di Lvmh restino al cuore di tutto ciò che facciamo. Ogni prodotto e ogni esperienza realizzati dalle nostre maison devono esprimere la massima qualità e il miglior savoir faire. È questo che ha reso Lvmh solido e duraturo, ed è ciò che assicurerà il nostro successo anche in futuro. (riproduzione riservata)



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