di
Stefano Montefiori
La decisione dopo il crollo del governo Bayrou nel quale Lecornu ricopriva la carica di ministro della Difesa. Ira delle opposizioni. Oggi la mobilitazione: «Blocchiamo tutto»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – Sébastien Lecornu, fino a ieri ministro della Difesa, è il nuovo primo ministro incaricato da Emmanuel Macron di formare il governo. Sono bastate poche ore: il predecessore François Bayrou si trovava all’Eliseo a rassegnare le dismissioni ancora nel primo pomeriggio, e Lecornu è stato designato poco prima delle 20, provocando peraltro un lieve ritardo nella partita di calcio per i mondiali Francia-Islanda.
Da quando Parigi è alle prese con l’instabilità politica, si tratta di una velocità record: dopo le elezioni anticipate dell’estate 2024, tra le dimissioni di Gabriel Attal e la nomina di Michel Barnier passarono 51 giorni; e tra la caduta di Barnier e la nomina di Bayrou, a dicembre, ci vollero comunque nove giorni. Stavolta Macron ha voluto stringere i tempi, il Paese non potrebbe sopportare settimane di incertezza e oggi c’è la giornata del «blocchiamo tutto» che molti — specie il ministero dell’Interno e i servizi — temono come possibile fonte di incidenti e disordini. Meglio affrontarla con un premier vero, e non con il dimissionario e stanco Bayrou, appena sfiduciato e umiliato dall’Assemblea nazionale.
La nomina di Sébastien Lecornu è talmente poco una sorpresa da finire con il diventarla: era il nome preferito di Macron già a dicembre, quando Bayrou puntò i piedi e Macron lo accontentò di malavoglia. Da allora si sa che il fedelissimo, l’uomo di cui il presidente ha maggiore fiducia, è Lecornu, il politico venuto dalla destra che è diventato amico, confidente e frequente ospite a cena della coppia Brigitte-Emmanuel.
Lecornu, tanto amato dal presidente quanto schivo e poco conosciuto dai francesi, è l’unico superstite della prima squadra di governo macronista del 2017, quando si affacciò al primo cerchio del potere e conobbe Macron in qualità di semplice sottosegretario all’Ecologia. Con gli anni Lecornu è diventato ministro della Difesa e soprattutto braccio destro del capo di Stato in quel che più gli sta a cuore, ovvero la politica internazionale, il riarmo della Francia, l’autonomia strategica dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, i volonterosi in sostegno dell’Ucraina.
Lecornu è la scelta più evidente e scontata, il macronista (d’adozione) più ortodosso quando da oltre un anno si ripete che il macronismo è morto, tanto che nei giorni scorsi, appena si è sparsa la voce che lui stava già facendo telefonate per comporre il futuro esecutivo, molti hanno reagito increduli: non è possibile, troppo facile, Macron non avrà il coraggio di imporre un nome così connotato.
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E invece la formula del presidente sarà pure esangue, ma lui la ripropone. L’alleanza del centro con la destra è stata il cuore della politica francese degli ultimi anni, quella politica entrata in crisi con la mancata maggioranza assoluta nel 2022, e poi con le Europee, le elezioni anticipate, i governi Barnier e Bayrou pieni di ministri macronisti e della destra gollista, governi che hanno fallito, appunto.
E Macron apre forse alla sinistra, come chiedono i socialisti? Nomina un «negoziatore» che si occupi prima di tutto del programma, come propone il suo ex premier Attal? Si avventura nella soluzione tecnica all’italiana che molti gli suggeriscono? No, con Lecornu il presidente sceglie la continuità, non solo all’Eliseo ma adesso anche a Matignon.
«Squadra che perde non si cambia», scherza amaro Jordan Bardella del Rassemblement national. Le opposizioni sono indignate, i socialisti evocano il rischio della «collera sociale e del blocco istituzionale», la capogruppo mélenchonista Mathilde Panot parla di «provocazione». Lecornu (famiglia e nome originari della Normandia) dice di comprendere la difficoltà del compito, e assicura ai francesi di essere «già al lavoro, con umiltà». La nomina è solo il primo passo, poi bisogna far passare la finanziaria dei tagli alla spesa pubblica. Non sarà per niente facile.
Il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha scritto in francese a Lecornu un lungo e molto affettuoso messaggio su X: «Buona fortuna, mon ami».
9 settembre 2025 ( modifica il 9 settembre 2025 | 23:31)
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