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Redazione Esteri
Il presidente Usa aveva negato un’aggressione sessuale di quasi 30 anni fa definendo la scrittrice «bugiarda»: il risarcimento richiesto «è ragionevole»
Una Corte d’appello federale di New York ha respinto la richiesta di Donald Trump di ribaltare il verdetto della giuria che gli ha ordinato di pagare 83,3 milioni di dollari per aver danneggiato la reputazione della scrittrice E. Jean Carroll.
Il presidente americano era stato condannato nel gennaio 2024 da una giuria che lo ha ritenuto colpevole di aver diffamato questa ex editorialista della rivista Elle, dopo che lei lo aveva accusato di stupro negli anni ’90.
I nove giurati avevano imposto questa cifra astronomica di 83,3 milioni di dollari, inclusi 65 milioni di dollari di danni «punitivi» volti a dissuadere Donald Trump dal «danneggiare» ancora la signora Carroll.
Il tycoon, che all’epoca stava conducendo una campagna per tornare alla Casa Bianca, aveva definito la sentenza «ridicola» e promesso di presentare ricorso. Ora la Corte d’Appello ha ritenuto il risarcimento richiesto dalla giuria in primo grado «ragionevole alla luce dei fatti straordinari e scioccanti di questo caso», ha scritto un collegio di tre giudici in un parere unanime che lascia intatta la sanzione inflitta al presidente in primo grado.
La Corte ha così respinto la tesi di Trump secondo cui il verdetto del gennaio 2024 avrebbe dovuto essere annullato perché meritava l’immunità presidenziale dalla causa intentata da Carroll.
Né la Casa Bianca né gli avvocati personali di Trump coinvolti nel caso hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Carroll, 81 anni, ex editorialista della rivista Elle, nel 2019 ha accusato Trump di averla aggredita intorno al 1996 nel camerino di un grande magazzino di New York. Trump negò per la prima volta le sue affermazioni nel giugno 2019, dicendo a un giornalista che Carroll “non era il mio tipo” e che aveva inventato la storia per vendere il suo libro di memorie «A cosa servono gli uomini?».
Sulla base di un’altra causa civile intentata nel 2022 per stupro e diffamazione, nel maggio 2023 Trump era già stato riconosciuto colpevole di aggressione sessuale e diffamazione nei confronti di Carroll, da lui definita «bugiarda», ed era stato condannato a pagarle un risarcimento da 5 milioni di dollari. Carroll ha detto che dopo gli insulti del «presidente degli Stati Uniti, una delle persone più potenti del mondo», lei era diventata un bersaglio costante via email e sui social, ed era venuta meno la sua credibilità di opinionista della rivista «Elle».
8 settembre 2025
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