Il vertice di Siena è al lavoro anche per identificare il futuro ceo che, da quanto emerge, dovrà avere un profilo da investment banker, meglio se con esperienza internazionale

Il Monte dei Paschi apre il cantiere Mediobanca. Dopo la chiusura dell’Opas (advisor Jefferies, JP Morgan e Ubs) che ha portato l’istituto guidato dal ceo Luigi Lovaglio al 62,3% di Piazzetta Cuccia, ora Siena guarda al capitolo della governance. Per costruire l’architettura futura della banca milanese bisognerà aspettare la riapertura dei termini dell’offerta la prossima settimana che potrebbe portare Mps anche oltre il 66,7%. Ma la quota rilevante di capitale raggiunta così rapidamente sta spingendo l’istituto toscano a procedere in tempi stretti, anche in vista dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre che includerà, oltre all’approvazione del bilancio, anche il rinnovo del cda. Il quadro sarà più chiaro da giovedì 18, quando il cda di Mediobanca (il cui Accordo di consultazione è stato sciolto ieri) prenderà atto dei risultati e sarà pronto alle dimissioni. Ieri i titoli delle due banche sono tornati a correre: Mps ha chiuso con +6,2%, Mediobanca con +5,9%.

la composizione del cda

La volontà appare quella di comporre un board con le competenze di alto livello e il giusto grado di autonomia. Se Mediobanca continuerà a essere quotata, gli investitori istituzionali — con fondi internazionali come Vanguard, Norges e BlackRock che hanno aderito all’Opas dando un chiaro sostegno al Monte — si aspetta un assetto di mercato. Il vertice di Siena è al lavoro anche per identificare il futuro ceo che, da quanto emerge, dovrà avere un profilo da investment banker, meglio se con esperienza internazionale. Per ora Lovaglio sembra voler procedere verso una «combinazione» tra due banche, più che verso una fusione. Si potrebbe trattare comunque di una governance in evoluzione per il nuovo gruppo che nascerà, e probabilmente vedrà alcuni passaggi intermedi.



















































Le aree chiave di Mediobanca

L’urgenza in questa fase è preservare le risorse e i talenti all’interno di Mediobanca. E qualche contatto con il team operativo ci sarebbe già stato. È centrale per Siena continuare a valorizzare le aree chiave di Piazzetta Cuccia. A partire dal private banking che segue le grandi famiglie industriali e anche a cavallo dell’estate ha visto l’ingresso di nuove masse in gestione con il contributo dei banker che rimangono fedeli al marchio anche nel momento di transizione; la divisione Mediobanca Premier cui fanno capo la rete proprietaria e dei consulenti; infine il Corporate e investment banking, cuore storico dell’attività dell’istituto milanese. Lovaglio è d’altronde abituato a utilizzare al meglio le risorse delle banche che ha guidato, come dimostrano il caso di Mps e quelli passati di Creval e Bank Pekao. Ora la necessità per Siena è di seguire le priorità. I vertici di Rocca Salimbeni dovrebbero presentare al board l’identikit del futuro ceo, sondando anche gli azionisti. Ora che Mps ha conquistato Mediobanca, l’attenzione si sposta sulle Generali, vero fiore all’occhiello di cui Piazzetta Cuccia ha il 13%. Il percorso sia verso Milano sia verso Trieste sarà ordinato. L’evoluzione richiederà tempo e il riassetto complessivo dovrebbe essere completato entro la fine del 2026.

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10 settembre 2025