Disturbo ormonale tra i più diffusi nelle donne in età fertile. Campanelli di allarme, impatto sulla salute e gestione della malattia

Ascoli Piceno, 10 settembre 2025 – Cicli mestruali irregolari o assenti, acne persistente, crescita eccessiva di peli su viso e corpo, diradamento dei capelli e difficoltà a concepire, sono solo alcuni dei segnali possibili della Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). I sintomi possono variare da donna a donna e comparire gradualmente, rendendo la condizione difficile da riconoscere. Eppure, la PCOS è uno dei disturbi ormonali più comuni tra le donne in età fertile: ne soffre tra il 6% e il 13%, e 7 casi su 10 non vengono diagnosticati (OMS).

Non esiste una cura

“Di norma la sindrome dell’ovaio policistico, o PCOS, si manifesta durante l’adolescenza – spiega il dott. Marco Grassi, ginecologo dell’ospedale “C. e G. Mazzoni” di Ascoli Piceno – È un disturbo ormonale cronico che non può essere curato, ma solo gestito. È caratterizzato da squilibri ormonali, livelli eccessivi di androgeni e cisti ovariche, con cicli irregolari e mancanza di ovulazione, che rendono più difficile il concepimento. Motivo per cui la PCOS è uno dei fattori che incidono maggiormente sulla fertilità femminile”.

Cause

Le origini della PCOS non sono ancora completamente note, e sembrano derivare da un malfunzionamento del sistema riproduttivo legato a squilibri metabolici, fattori genetici e ambientali, che generano un vero e proprio “ciclo perpetuo” della condizione. Tra i principali fattori coinvolti vi sono:

  • Squilibri ormonali: le ovaie e le ghiandole che ne regolano l’attività (ipofisi e ipotalamo) producono un eccesso di androgeni, causando acne, irsutismo e, talvolta, perdita di capelli.
  • Sindrome metabolica: l’eccesso di insulina, dovuto alla resistenza cellulare, stimola la produzione di androgeni e può ostacolare l’ovulazione.
  • Infiammazione di basso grado: può favorire la produzione di androgeni da parte delle ovaie e, nel tempo, contribuire a problemi cardiovascolari.
  • Fattori genetici: legame tra la PCOS e specifici geni familiari.
  • Sovrappeso o obesità: queste condizioni aumentano il rischio di manifestare la sindrome; la perdita di peso può favorire il ripristino dell’ovulazione.

Sintomi e diagnosi

La PCOS si manifesta spesso durante la pubertà, con i primi cicli mestruali, ma può comparire anche più tardi. I sintomi sono vari e spesso rendono difficile una diagnosi precisa. Di solito la condizione viene diagnosticata quando sono presenti almeno due dei seguenti elementi:

  • Cicli mestruali irregolari: pochi flussi all’anno, intervalli lunghi tra un ciclo e l’altro o mestruazioni abbondanti.
  • Eccesso di ormoni maschili: crescita di peli in zone maschili, acne grave o perdita di capelli.
  • Ovaie policistiche: ingrossamento ovarico con più follicoli e possibile assenza di ovulazione.
    Nei casi di sovrappeso o obesità, i sintomi possono essere più evidenti.

“Gli esami del sangue possono aiutare a identificare alterazioni ormonali caratteristiche – continua il dott. Marco Grassi – come l’aumento dei livelli di testosterone, che regola la crescita dei capelli, di estrogeni, che stimolano l’endometrio, dell’ormone luteinizzante (LH), fondamentale per l’ovulazione, dell’insulina, coinvolta nel metabolismo energetico, e dell’ormone antimulleriano, indicatore della riserva ovarica”.

Sviluppo di possibili altre malattie

Le donne con PCOS presentano un maggiore rischio di sviluppare altre patologie tra cui: diabete di tipo 2, ipertensione, colesterolo alto, malattie cardiache e tumore dell’endometrio. Oltre agli effetti fisici, può avere un impatto psicologico significativo generando ansia, depressione e percezione negativa dell’immagine corporea sono frequenti.

Trattamento

“Non esiste una cura definitiva ma i sintomi possono essere gestiti – chiarisce il dott. Marco Grassi – nelle donne con PCOS che non desiderano una gravidanza, per ridurre gli ormoni androgeni circolanti e le irregolarità mestruali, si prescrive di solito una terapia ormonale a base di estrogeni e progestinici. Le terapie combinate con estrogeni/progestinici più un antiandrogeno (ad esempio, spironolattone, ciproterone acetato) aiutano a ridurre gli androgeni e i sintomi correlati come l’irsutismo e l’acne”.

“Solitamente la terapia ormonale viene per via orale, in alternativa, è possibile anche utilizzare un cerotto o un dispositivo vaginale – spiega il dott. Grassi – Un’altra scelta terapeutica è rappresentata dall’inositolo: è un elemento chiave, poiché promuove una corretta ovulazione. l’inositolo è una sostanza naturale utile a correggere i disturbi endocrino-metabolici legati alla sindrome dell’ovaio policistico (iperandrogenismo, iperglicemia, aumentata resistenza insulinica), ma la scelta dipende dalle esigenze individuali”.

Prevenzione e stile di vita

Uno stile di vita sano ed equilibrato è un alleato prezioso contro la PCOS. Anche se non esiste una cura definitiva, adottare abitudini corrette può aiutare a restare in salute, a ridurre la comparsa dei sintomi e a gestirli nel tempo.

Alimentazione bilanciata, attività fisica regolare e controllo del peso sono elementi fondamentali. “Seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, limitando zuccheri e grassi poco salutari, sostiene il benessere generale. Muoversi con costanza, evitare fumo e alcol e rispettare le indicazioni mediche completano il sostegno necessario per migliorare l’equilibrio ormonale e le condizioni fisiologiche”, conclude il dott. Grassi.