di
Mattia Aimola
Zangrillo era stato invitato per discutere di cittadinanza ma il dibattito è degenerato quando ha citato il tema sicurezza e in particolare Askatasuna
Doveva essere un confronto sul tema della cittadinanza, quello tra Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione e volto di Forza Italia nel governo Meloni, e la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd). Invece, sabato sera alla Festa dell’Unità di Torino, il dibattito si è trasformato in una rissa verbale, tra fischi, insulti, accuse reciproche e momenti di forte tensione.
Il nodo sicurezza
Il clima si è acceso quando il ministro ha affrontato il nodo sicurezza a Torino, citando Corso Giulio Cesare: ha raccontato di avere «vietato alla figlia di andare» in quella zona e ha accusato l’amministrazione comunale sostenendo che «l’unica cosa che ha fatto il sindaco per le periferie è stato legalizzare Askatasuna». Parole che hanno immediatamente scatenato le proteste in platea. Non c’erano militanti del centro sociale torinese, ma le repliche non si sono fatte attendere.
«L’olio di ricino»
Un contestatore ha incalzato Zangrillo chiedendo conto di CasaPound. Secca la risposta del ministro: «stia tranquillo che penseremo anche a quello». Da lì, il botta e risposta si è fatto sempre più serrato: tra il pubblico qualcuno ha urlato «si vergogni», e la replica del ministro è stata altrettanto dura, «no, si vergogni lei». Un uomo anziano ha gridato «siete sempre quelli dell’olio di ricino», riportando alla memoria i fantasmi del fascismo.Volano anche alcuni “vaffa”, e il commissario torinese di Forza Italia, Marco Fontana, si alza di scatto replicando: «Ci avete invitato voi».
Incontro sospeso
La tensione è salita fino al punto di costringere gli organizzatori a sospendere l’incontro per alcuni minuti. Alla ripresa, Zangrillo ha ribadito le sue posizioni sullo Ius Scholae, frenando ogni apertura: il governo non intende muoversi senza un accordo interno alla maggioranza. Poi ha lasciato il palco, scortato dalle forze dell’ordine. Oggi il caso è rimbalzato a Roma. Fabrizio Comba, deputato e coordinatore piemontese di Fratelli d’Italia, ha espresso «piena solidarietà» al ministro, definendo «inaccettabile che un momento di confronto politico si trasformi in insulti, aggressioni verbali e mancanza di rispetto verso chi rappresenta le istituzioni». E ha attaccato chi «continua a difendere il centro sociale Askatasuna, una realtà che da anni è sinonimo di illegalità e violenza».
La nota di Zangrillo
Oggi Zangrillo ha diffuso una nota: «Ieri sera ho partecipato alla Festa del PD di Torino perché credo che il dialogo e il confronto siano le basi della nostra democrazia ascoltare e discutere è il modo migliore per rafforzare la buona politica. Purtroppo, durante l’evento sono stato insultato. È grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi ha opinioni diverse. Fischi, insulti e toni duri non hanno nulla a che fare con il confronto civile. Solo pochi giorni fa in Aula la senatrice del M5S Maiorino ha definito il ministro Tajani “influencer prezzolato”, e in America il giovane Kirk è stato ucciso per aver espresso le proprie idee. Di fronte a questo clima avvelenato, il rispetto e il dialogo sono principi indiscutibili della nostra convivenza civile».
La solidarietà di La Russa
«Spiace apprendere che Paolo Zangrillo sia stato insultato e costretto a lasciare il palco della festa dell’Unità a Torino. Si tratta dell’ennesimo grave episodio di intolleranza nei confronti di chi ha idee politiche diverse. Rinnovo l’invito affinché linguaggi violenti e ostili lascino spazio al confronto, anche duro ma comunque democratico e rispettoso. Al ministro Zangrillo giunga la mia solidarietà». Così su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa.
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14 settembre 2025 ( modifica il 14 settembre 2025 | 17:56)
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