Sul ruolo degli integratori alimentari per il colesterolo alto, tema che interessa milioni di italiani, le nuove linee guida europee sul trattamento delle dislipidemie (ESC/EAS) hanno introdotto aggiornamenti importanti. Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto rimedi naturali come riso rosso fermentato, fitosteroli, omega 3 o altri integratori con la speranza di ridurre i livelli di colesterolo LDL, noto come “colesterolo cattivo”. Ma cosa dice oggi la scienza sugli integratori per il colesterolo e sulla loro efficacia? Ne abbiamo parlato con Monica Giroli, biologa nutrizionista e specialista in Scienza dell’Alimentazione presso l’Unità di Prevenzione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino di Milano, primo ospedale specialistico in Italia e tra i migliori al mondo in cardiologia.

Colesterolo alto e integratori: cosa dice la scienza

Secondo l’aggiornamento delle linee guida ESC/EAS, pubblicato dopo l’analisi dei trial clinici disponibili dal 2019, le evidenze non supportano l’uso di integratori e vitamine per la prevenzione cardiovascolare. Il documento, in sintesi, sottolinea che gli integratori non hanno dimostrato in modo solido di ridurre in maniera significativa il colesterolo LDL, mentre i farmaci ipolipemizzanti restano a oggi i trattamenti con efficacia clinica provata. Inoltre le nuove linee guida sottolineano che non esistono basi scientifiche sufficienti per consigliare l’uso di integratori nella prevenzione dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari. La raccomandazione è chiara: senza prove di sicurezza ed efficacia, gli integratori non possono sostituire la terapia farmacologica.

Cos’è il colesterolo alto e perché è importante tenerlo sotto controllo?

«Il colesterolo alto è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari come infarto e ictus» spiega la dottoressa Monica Giroli. «Convenzionalmente, i livelli di colesterolo totale plasmatico si considerano alti quando superano i 190-200 mg/dl. L’obiettivo in prevenzione cardiovascolare è tenere sotto controllo i livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”, per ridurre il rischio di andare incontro ad eventi cardiovascolari come infarto cardiaco o ictus. Per determinare quale sia la riduzione del colesterolo LDL necessaria in ogni singolo soggetto è necessario stimare, il suo rischio di andare incontro ad un evento cardiovascolare basandosi non solo sui livelli di colesterolo LDL, ma anche sui diversi altri fattori di rischio che il soggetto può presentare».

Quali sono i rischi per la salute con il colesterolo alto?

«Semplificando molto, mantenere livelli di colesterolo LDL alti può portare ad un progressivo deposito di questa lipoproteina all’interno della parete delle arterie» spiega l’esperta. «Con il passare del tempo, man mano che le LDL si accumulano nella parete arteriosa si forma una cosiddetta “placca aterosclerotica” che si ingrossa gradualmente, aumentando il rischio di avere eventi cardiovascolari acuti. Come detto, l’LDL non è il solo fattore di rischio implicato in questo meccanismo che porta a questa patologia. Infatti, uso di prodotti con tabacco o altre patologie come diabete, ipertensione, obesità, stress, trigliceridi alti, bassi livelli di HDL-colesterolo, contribuiscono al deposito delle LDL nelle pareti arteriose».

Gli integratori naturali per il colesterolo sono utili oppure no?

«L’obiettivo ultimo di abbassare il colesterolo è ridurre la probabilità di andare incontro a un evento cardiovascolare» dice la nutrizionista Monca Giroli. «Sulla base delle prove disponibili e alla luce dei nuovi studi pubblicati, l’ultimo aggiornamento delle linee guida europee (2025) sulla cura del colesterolo, non sostiene l’uso di integratori alimentari a questo scopo» dice l’esperta.

Riso rosso fermentato e colesterolo LDL

«Negli studi è dimostrato che il riso rosso fermentato, uno degli integratori per colesterolo alto più assunti, abbassa il colesterolo LDL di circa il 10-15%, ma mancano prove convincenti di una riduzione degli eventi cardiovascolari derivante da questo trattamento».

Omega 3 e fitosteroli: quali effetti sul colesterolo

«Non vi sono prove sufficienti che l’integrazione con gli omega 3 possa abbassare i livelli di LDL o ridurre il rischio di eventi cardiovascolari. I fitosteroli invece riducono l’assorbimento del colesterolo nel lume intestinale e possono ridurre i livelli di LDL di circa l’8-10% ma, ancora, non ci sono studi che dimostrino i benefici dei fitosteroli sugli eventi cardiovascolari».

I rischi dell’uso improprio di integratori per colesterolo

«Decidere in autonomia di assumere integratori per il colesterolo può essere futile per chi non ne ha bisogno o al contrario, condurre all’equivoco di pensare di curarsi bene in chi in realtà dovrebbe assumere una terapia più efficace».

Il miglior integratore per il colesterolo? Movimento e dieta

«Mantenere uno stile di vita sano, fare una vita attiva, mantenere una sana alimentazione, non fumare sicuramente: tutto ciò è alla base di ogni indicazione per prendersi cura del proprio cuore, anche in soggetti che prendono i farmaci per il colesterolo o che hanno già avuto problemi cardiovascolari» dice l’esperta. «Una sana alimentazione rispecchia lo stile mediterraneo con un buon apporto di carboidrati, un basso contenuto di grassi saturi (in alimenti di origine animale come burro, salumi, formaggi), con particolare attenzione ai prodotti integrali, alla verdura, alla frutta e al pesce».

Alimenti utili per ridurre il colesterolo LDL

Avena.Arx0nt / Getty Images

«Alcuni alimenti, inseriti con regolarità in una dieta equilibrata, possono contribuire a una lieve riduzione del colesterolo LDL» dice la nutrizionista Monica Giroli. «Per esempio l’avena e l’orzo, grazie ai betaglucani, limitano l’assorbimento intestinale del colesterolo, mentre l’aglio e il carciofo possono modulare la sintesi epatica del colesterolo, offrendo anche benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione sanguigna e un’azione antiossidante. Il tè verde invece esercita un modesto effetto ipolipemizzante, ma soprattutto antiossidante» dice l’esperta. «Anche noci, semi di lino e frutta secca, ricchi di acidi grassi insaturi, fibre e fitochimici, mostrano un impatto positivo sul profilo lipidico e sulla salute cardiovascolare grazie a effetti combinati ipolipemizzanti, antinfiammatori e antiossidanti. Ok anche ai probiotici e ai prebiotici: migliorando l’equilibrio del microbioma intestinale, possono influenzare il metabolismo del colesterolo, anche se la ricerca è ancora in corso per individuare i ceppi più efficaci».