Una tovaglia bianchissima, donne giovani e ariane, uno chef. È Le assaggiatrici di Silvio Soldini, stasera in prima visione tv e streaming.
C’È STATO UN MOMENTO, a cavallo tra l’inverno e la primavera 2025, in cui l’Italia (quella degli spettatori cinematografici) si divideva in chi aveva già visto Le assaggiatrici e chi stava per andarlo a vedere.
Dove vedere il film Le assaggiatrici di Silvio Soldini oggi in tv e streaming
Se siete tra i pochissimi che non l’hanno visto al cinema (ma vale la pena anche rivederlo), l’ultimo film del regista milanese arriva stasera in prima visione tv. Le assaggiatrici di Silvio Soldini va in onda oggi, lunedì 29 settembre, in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW. L’inizio è alle 21,15 su Sky Cinema Uno, in streaming solo su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K. Il film dura 2 ore.
Elisa Schlott (al centro) è la protagonista
Le assaggiatrici: trama e cast del film stasera in prima visione tv
Autunno 1943. Rosa Sauer (Elisa Schlott) lascia Berlino devastata dai bombardamenti per rifugiarsi nella casa dei suoceri, a Rastenburg. Insieme aspettano il ritorno del marito dal fronte, per la licenza che dovrebbe avere a Natale. Appena arrivata, però, le SS la portano alla caserma di Krausendorf, adiacente alla cosiddetta Tana del Lupo, il quartier generale che Adolf Hitler ha stabilito nella Foresta di Gierłoż. Lei e altre sei donne, dopo esami che ne dimostrano l’idoneità fisica, ogni giorno dovranno assaggiare i piatti destinati al Führer per evitare che venga avvelenato. A coordinarle lo chef Krumel (Boris Aljinović). Unite dalla paura di morire, ma divise da convinzioni e diverse per carattere, le 7 assaggiatrici si troveranno a vivere in una sorta di realtà parallela, senza sapere cosa augurarsi e di chi potersi fidare. Come la stessa Rosa scopre quando inizia una relazione con l’ufficiale delle SS (Max Riemelt) al comando della struttura…
Il trailer di Le assaggiatrici
Le assaggiatrici: la storia vera e il libro di Rosella Postorino
La storia di Le assaggiatrici si svolge nella Prussia Orientale, territorio tedesco, durante gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale. È un’incredibile storia vera, venuta alla luce solo nel 2012, quando la 95enne Margot Wölk rivelò di essere stata una delle giovani tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler. L’ultima rimasta in vita. Nessuno ne aveva mai parlato. Nata nel 1917 e trasferitasi in Prussia per sfuggire ai bombardamenti su Berlino, la segretaria Margot si trovò a vivere una vicenda incredibile. Poi raccontata – insieme al resto della sua vita – in un’intervista pubblicata il 2 aprile del 2013 a Der Spiegel, un anno prima di morire. E da lì che è partita la scrittrice Rosella Postorino: il suo libro Le assaggiatrici è stato pubblicato nel 2018 da Feltrinelli, vincendo il Premio Campiello. Se vuoi saperne di più, qui la nostra intervista a Rosella Postorino sulle origini del libro e le differenze col film.
La copertina del libro di Rosella Postorino
La recensione di Le assaggiatrici: portarci a quella tavola
Una condizione apparentemente privilegiata. In realtà, una prigionia ancora più angosciante. Il meglio di Le assaggiatrici è il passarci la sensazione di spaesamento e impotenza delle sue protagoniste. Il regista ci riesce con un uso coordinato e studiatissimo di scenografie e luci, ambientazioni e cromatismi. Guardando il film, anche noi spettatori siamo a quella tavola, sempre uguale mentre il tempo passa. La guerra si trasforma in sconfitta. I russi arrivano…
La storia come la conosciamo, in quella sala da pranzo non sembra entrare. Una sospensione artificiosa figlia della disperazione, della necessità, dell’istinto di sopravvivenza che porta a rifiutare l’orrore per poter fingere con sé stessi. Illudersi di avere una vita, una speranza, degli esseri umani intorno. Meglio ignorare la possibilità di morire in quella surreale roulette russa, abituandosi alla routine di pranzi e cene, pause in cortile e confidenze tra donne. Tutte molto diverse tra loro, pur unite dall’assenza degli uomini, e troppo diffidenti per poter contare sulla solidarietà femminile.
Il regista sul set
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Piselli, cavoli, besciamella e morte: il loro ieri e il nostro oggi
Tra una crema di piselli («Con una nota di menta», tiene a sottolineare il cuoco, personaggio costretto anch’egli in un suo mondo, lontano da tutto, ma in fondo elemento di realtà non fosse altro che per il suo ruolo di possibile portatore di morte) e una fantasia di cavoli, con besciamella, le donne gradualmente si scoprono. In una costruzione più solida e precisa di quel che possa sembrare superficialmente e nonostante una conclusione non immune da retorica. Che lascia allo spettatore la possibilità – che non tutti coglieranno – di riflettere sulle similitudini tra quel che fu e l’oggi. Dalla follia genocida all’ipocrisia di uno Stato che condanna la libertà di scelta sull’interruzione di gravidanza mentre uccide i bambini a sangue freddo.