di
Angela Cotticelli
Al Ministero della Salute rappresentanti del mondo politico, scientifico, accademico, sociale e dei media si sono riuniti per fare il punto sulla salute mentale, con particolare focus sui giovani. È emerso il bisogno di abbattere lo stigma legato ai disturbi e la necessità di un intervento precoce
I disturbi mentali riguardano oltre 16 milioni di italiani. E la situazione dei giovani è particolarmente preoccupante: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale. Un totale di circa 700mila ragazzi e ragazze. Dal momento che più della metà di queste problematiche insorge prima dei 15 anni e l’80% entro i 18, un intervento precoce risulta cruciale. Occorre inoltre superare lo stigma e promuovere una nuova cultura della salute mentale, fondata su educazione, comunicazione e inclusione sociale.
Ministro Schillaci: «Serve un cambiamento culturale»
«Verso una nuova cultura della salute mentale – un percorso di consapevolezza e inclusione sociale» è il titolo dell’evento organizzato da Teha con il contributo non condizionante di Teva presso il Ministero della Salute, cui hanno preso parte rappresentanti del mondo politico, scientifico, accademico, sociale e dei media. «Il focus di questa giornata ci porta a riflettere sull’aumento del disagio psichico e di comportamenti a rischio tra gli adolescenti e quindi sul futuro della nostra nazione – ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci -. I dati dell’indagine della Fondazione Teha indicano che, nonostante negli ultimi cinquant’anni, anche sotto l’impulso della legge Basaglia, ci sia stato un cambiamento radicale e culturale nei confronti della malattia mentale, ancora oggi, purtroppo viene percepita come una forma di debolezza, qualcosa di cui vergognarsi e da nascondere per la paura di essere poi stigmatizzati. Allo stesso tempo emerge il desidero dei giovani di confronto con lo psicologo, con altre figure professionali appartenenti a diversi ambiti, con una piccola percentuale che sceglierebbe di rivolgersi a un medico. Numeri in linea con l’elevata richiesta di accesso al bonus psicologico».
Disturbi mentali: l’importanza di una presa in carico precoce
Scuola e famiglia rappresentano contesti cruciali per la salute mentale dei giovani, poiché proprio in questi ambienti si costruiscono le prime relazioni sociali significative e anche per questo risultano più critici sotto il profilo del benessere psicologico. Nel 2025 il Ministero della Salute ha istituito un fondo per garantire psicologi stabili nelle scuole e ha presentato un disegno di legge per introdurre la figura dello psicologo scolastico in modo uniforme sul territorio nazionale. «Abbiamo stanziato 10 milioni di euro per l’anno in corso e oltre 18 milioni di euro a decorrere dal prossimo anno per dimostrare concretamente che abbiamo a cuore la salute mentale dei nostri giovani – continua il ministro Schillaci -. Prendendo spunto da questi dati vorrei mandare un messaggio proprio ai giovani perché si comprenda che contrastare lo stigma nell’ambito della salute mentale non è soltanto questione di civiltà. La lotta allo stigma è fondamentale per poter intervenire precocemente, evitando la progressione della patologia. Una diagnosi, una presa in carico precoce aumentano in modo significativo la probabilità di successo terapeutico. Se consideriamo poi che il 50% della patologie psichiatriche dell’adulto iniziano prima dei 14 anni, è chiaro che la possibilità di realizzare interventi di prevenzione su disturbi mentali prima che questi si siano manifestati diventa di primaria importanza».
Misure concrete per giovani, genitori e caregiver
A livello sociale, lo stigma associato ai disordini mentali rappresenta ancora un ostacolo. Nonostante la crescente sensibilizzazione dell’opinione pubblica, in molti contesti sociali, culturali e lavorativi, i disordini mentali continuano a essere percepiti come segni di debolezza, instabilità o pericolosità. «Ancora oggi in Italia 8 cittadini su 10 considerano i disordini mentali una forma di debolezza ed è assurdo – sottolinea Alberto Siracusano, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale del Ministero della Salute -. Questo accade perché non c’è cultura sulla salute mentale. E se non c’è cultura non si può fare prevenzione». «Per un intervento precoce nella salute mentale è necessario costruire ambienti di supporto e formazione, non solo per i giovani ma anche per gli adulti significativi come genitori, insegnanti e educatori – spiega Beatrice Lorenzin, co-presidente dell’Intergruppo parlamentare «Neuroscienze e Alzheimer» e membro dell’Intergruppo parlamentare «One Mental Health» -. Percorsi psicoeducativi, sportelli di ascolto, gruppi di supporto e interventi personalizzati sono alcuni strumenti concreti per promuovere il benessere psicologico dei giovani e rafforzare la consapevolezza dei genitori e dei caregiver».
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Il ruolo degli ormoni nell’adolescenza
«Tutti gli ormoni interferiscono con il tono dell’umore, in particolare quelli sessuali, tiroidei e gli ormoni dello stress, quali cortisolo e catecolamine – spiega Annamaria Colao, vicepresidente Consiglio superiore di sanità e professore ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Federico II di Napoli -. In adolescenza, il cambiamento epocale dell’assetto ormonale può avere effetti sulla psiche, in base ai recettori della persona, ai suoi picchi ormonali, alla propria capacità di reagire. In questa fase i genitori noteranno un aumento dell’aggressività, un’oscillazione dell’umore, una perdita di empatia dei propri figli. In generale l’aggressività è correlata agli androgeni ed è quindi maggiormente riscontrabile nei ragazzi. Nelle ragazze, invece, si noterà un umore altalenante, che passerà da sereno, a cupo, a silenzioso, a causa dell’oscillazione degli ormoni estrogeni e del progesterone che impattano sull’irritabilità. Anche gli ormoni tiroidei fanno la propria parte, dando un’accelerazione delle reazioni. E i giovani risultano così troppo spinti, troppo veloci. Questo assetto per molti anni non è stabile, ma in movimento. Rispetto a questo grande e repentino cambiamento i genitori non riconoscono più i propri figli, ricevono segnali contrastanti che molto spesso non sanno gestire, rischiando di essere spesso troppo severi e punitivi, proprio per mancanza di comprensione del cambiamento che vivono i ragazzi. Anche gli stessi giovani fanno fatica a capire il cambiamento che vivono e a gestirlo. Quando la situazione prende una piega che non è coerente con la serenità della famiglia e quando un ragazzo si chiude in camera e rifiuta il contatto con il mondo esterno, allora i genitori devono allertarsi e consultare uno specialista».
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8 ottobre 2025
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