Reggio Emilia, 24 ottobre 2025 – Cresce la preoccupazione in provincia di Reggio Emilia dopo l’aumento dei casi di sospetta intossicazione alimentare registrati nelle ultime tre settimane.
Il Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl fa sapere di aver ricevuto “oltre 50 segnalazioni” di persone, singole o in gruppo, con sintomi gastrointestinali accompagnati da febbre.
Dove avevano mangiato le persone intossicate
La maggior parte dei pazienti è guarita in pochi giorni, ma “in tre casi è stato necessario il ricovero”, riferiscono dall’Ausl. Il Dipartimento si è immediatamente attivato con “indagine epidemiologica e approfondimenti diagnostici”, dai quali è emerso che la maggior parte delle persone coinvolte aveva consumato pasti “anche in pubblici esercizi della provincia di Reggio Emilia” nei giorni precedenti ai sintomi.
I casi accertati di salmonella
Gli accertamenti analitici hanno confermato “la positività per salmonella non tifoidea (salmonelle C) in 19 casi”, spiegano dall’Azienda Usl, mentre le analisi sugli altri campioni sono ancora in corso. Ancora in corso anche gli esiti analitici delle indagini ambientali e alimentari avviate all’interno delle attività coinvolte.
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Sempre secondo quanto riferito dall’Azienda Usl, le indagini si svolgono “in stretta collaborazione con l’istituto zooprofilattico e il centro di sorveglianza epidemiologica regionale”, che stanno valutando i dati anche alla luce di “focolai diffusi di salmonelle C” segnalati a livello nazionale ed europeo.
Come evitare le intossicazioni alimentari
Le autorità sanitarie ricordano che le salmonelle non tifoidee sono tra le cause più comuni di tossinfezioni alimentari e invitano i cittadini a seguire le buone pratiche di igiene alimentare: lavare accuratamente le mani e gli utensili, evitare carne, uova e pollame crudi o poco cotti, prestare attenzione ai cibi contenenti uova crude e conservare correttamente gli alimenti.