di
Carlotta Lombardo

L’incidente lunedì sul Laila Peak, a 5.700 metri metri di altitudine, mentre era impegnata a scalare la montagna nel cuore del Karakorum. «Il meteo ha reso vani i soccorsi»

Laura Dahlmeier è morta. L’ex biatleta tedesca di fama mondiale non è sopravvissuta alla frana che lunedì l’ha colpita sul Laila Peak, a 5.700 metri metri di altitudine, mentre era impegnata a scalare in cordata doppia la montagna nel cuore del Karakorum, in Pakistan, nota per essere particolarmente ripida e insidiosa per le sue frequenti scariche di ghiaccio e ghiaia. Alcuni massi si erano improvvisamente staccati e la 31enne leggenda del biathlon che da qualche anno aveva detto addio alle competizioni per dedicarsi alla sua seconda grande passione, l’alpinismo,  ne è rimasta travolta, ferendola gravemente e uccidendola.

Nonostante l’allarme lanciato dalla sua compagna di scalata e l’imponente operazione di soccorso alla quale hanno partecipato anche numerosi alpinisti stranieri presenti in zona, non è stato possibile soccorrerla. Fino all’ultimo, le condizioni del terreno accidentato, il forte vento e le pesanti piogge stagionali che si sono abbattute sulla regione hanno reso le operazioni di salvataggio impossibili e già nella giornata di martedì la ricognizione effettuata con l’elicottero – impossibilitato ad atterrare a causa del meteo – aveva individuato il suo corpo senza segni di vita. «Laura Dahlmeier è morta il 28 luglio. Si presume sul colpo – ha informato il portavoce del governo locale nella regione del Gilgit-Baltistan, Faizullah Faraq -. Sono stati presi accordi per riportare il corpo al campo base. La sua compagna di scalata Marina Eva è stata salvata e portata al campo base da un gruppo di alpinisti e portatori d’alta quota locali».



















































Dopo ore di attesa e tentativi di soccorso, la morte della campionessa, vincitrice di due medaglie d’oro olimpiche nel 2018, è stata confermata ieri dal suo team. «L’operazione di soccorso non ha avuto successo ed è stata interrotta la sera del 29 luglio – ha informato il management di Dalmehier -. Era volontà espressa e scritta di Laura che, in un caso come questo, nessuno rischiasse la vita per salvarla. Il suo desiderio era di lasciare il suo corpo in montagna, anche nell’interesse dei suoi familiari che chiedono espressamente che le sue ultime volontà siano rispettate». Il suo corpo sarà trasportato nella città di Skardu non appena i soccorritori riusciranno a recuperalo. 

La campionessa tedesca si era ritirata dal biathlon nel 2019, a soli 26 anni, dopo aver vinto tutto: due titoli olimpici (sprint e inseguimento) nel 2018 a PyeongChang, sette titoli mondiali e la Coppa del mondo nel 2017, e si era subito dedicata con successo all’alpinismo, una delle sue passioni giovanili: miglior tempo femminile di scalata dell’Ama Dablam, il «Cervino dell’Himalaya» (6812 metri), raggiunto nel 2024 in 8 ore e 24 minuti. L’8 luglio aveva scalato la Great Trango Tower (6.287 m). L’ennesimo traguardo, prima della scalata del Laila Peak. «Laura nel biathlon era veramente grande ed era diventata un’alpinista esperta, tra le più importanti del mondo ma alla caduta di sassi non si può sfuggire – ha detto l’alpinista altoatesino Reinhold Messner, primo uomo al mondo a salire tutti i quattordici Ottomila -. Lei non ha fatto errori. Amava la montagna e la conosceva profondamente. Era in Pakistan con alcuni amici da fine giugno e aveva già scalato la Grande Torre di Trango (6.287 metri, ndr). Il Laila Peak era la seconda meta prevista. La difficoltà di quella montagna non è la quota ma sta nell’arrampicata su roccia e ghiaccio. La frana le è stata fatale».  

L’ultimo viaggio di una campionessa di classe che ha dedicato la vita alla montagna. La stessa che le ha tolto la vita. «Laura ha arricchito la nostra vita e quella di molti con il suo modo caldo e diretto – scrive la sua famiglia in un post apparso sulla pagina Instagram di Dahlmeier – . Ci ha dimostrato l’importanza di lottare per i propri sogni e obiettivi e restare sempre fedeli a se stessi. Ti siamo grati di cuore, cara Laura, per averci permesso di far parte della tua vita». 

30 luglio 2025 ( modifica il 30 luglio 2025 | 17:47)