di
Rebecca Luisetto

Verona, l’attestato di buona salute della podista non c’è. Dubbi anche su quelli passati

Manca solo un certificato medico all’appello dei circa 600 tesserati del Team Km Sport ed è quello di Anna Zilio, la maratoneta di 39 anni trovata morta nella sua casa di Verona lo scorso 13 ottobre e compagna di squadra del runner vicentino Alberto Zordan, 48 anni, deceduto durante il sonno pochi giorni dopo, domenica 2 novembre.

Sulle loro morti sono stati aperti due fascicoli senza indagati nelle rispettive procure, gli inquirenti stanno analizzando i risultati delle autopsie degli atleti e i documenti sanitari di entrambi per comprendere se gli eventi siano collegati. Per lo sportivo tutti gli attestati di buona salute sono in regola e a disposizione dell’autorità giudiziaria; per la donna, invece, è in corso da giorni la ricerca del certificato valido per il 2025, tanto che la polizia ha sequestrato il suo pc per controllare che non sia contenuto in qualche cartella privata.



















































«Per ora non riusciamo a trovare l’attestazione per l’anno corrente — conferma l’avvocato della famiglia della 39enne, Marco Pezzotti —, né quella cartacea né quella in formato digitale. Non possiamo affermare che non ci sia, forse è stata una semplice dimenticanza di Anna quella di non caricare il documento e di aver inserito soltanto la data di scadenza nel portale della Fidal». L’atleta, infatti, oltre a essere parte della squadra del Veronese, ne era anche la segretaria e ciò significa che era proprio lei a registrare i certificati di buona salute degli sportivi alla federazione italiana di atletica leggera, dando così il via libera per correre non solo agli altri podisti ma anche a se stessa.

«Non ci risulta che Anna avesse problemi di salute — spiega il vicepresidente del team, Emanuele Marchi —. Nel 2021 aveva dovuto fare accertamenti e, dopo aver fatto un’ulteriore visita, si era rivelata idonea». Proprio a quella data risalirebbe un documento acquisito in questi giorni dalle autorità e proveniente da uno studio medico a cui si era rivolta la donna, di cui ancora non sono stati condivisi i risultati. 

Gli inquirenti stanno cercando di chiarire se ci sia la possibilità o meno che la 39enne possa aver falsificato i certificati degli anni successivi. «Nel 2021 Anna è stata in fermo tecnico per 6 mesi, immaginiamo per il cuore, ma i suoi genitori non sapevano nulla — conclude l’avvocato Pezzotti —. Poi sembra che la questione si sia risolta».
 
Nessun problema riscontrato nei controlli sanitari di Zordan, che non avrebbe mai accusato problemi cardiologici. La sua scomparsa improvvisa ha comunque fatto sorgere qualche dubbio ai familiari che lo descrivono come una persona attenta all’alimentazione, che non fumava e non beveva alcolici, senza contare la sua abitudine di allenarsi con regolarità. Il maratoneta, peraltro, in questo periodo era molto seguito dal punto di vista medico perché si stava preparando a una competizione importante: la maratona di Valencia del 7 dicembre.


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9 novembre 2025 ( modifica il 9 novembre 2025 | 08:00)