di
Viviana Mazza
Il presidente Trump ha firmato venerdì un ordine esecutivo che allunga la lista di eccezioni ai suoi dazi «reciproci», includendovi un centinaio di prodotti come caffé, cacao, té verde e té nero, carne bovina, banane, pomodori, avocado, arance, ananas, vari tipi di spezie e di noci, diversi fertilizzanti. L’amministrazione Trump ha spesso negato che i dazi abbiano un grave impatto sui consumatori, ma i costi dei prodotti alimentari stavano diventando un problema politico. La scorsa settimana Trump ha chiesto un’indagine sull’industria della carne, accusandola di «collusione illecita» e «manipolazione dei prezzi».
Lista ampia
Già a settembre la Casa Bianca aveva segnalato che alcuni beni che non sono prodotti negli Stati Uniti in quantità sufficiente da soddisfare la domanda del mercato interno avrebbero potuto essere risparmiati dai «dazi reciproci» una volta che i Paesi coinvolti avessero raggiunto un accordo con gli Usa. Tuttavia le eccezioni approvate venerdì riguardano anche Paesi che non hanno accettato accordi commerciali. E la lista è più lunga del previsto e include anche beni prodotti localmente, come pane, torte e biscotti. Alcuni membri del governo, come il ministro del Commercio Howard Lutnick, avevano spinto a favore di maggiori esenzioni per ridurre i prezzi degli alimenti, ma altri non lo ritenevano saggio, temendo di scontentare Paesi che hanno concluso accordi con gli Usa ma non hanno ottenuto esenzioni oppure per esempio gli allevatori americani (hanno dichiarato che aumentare le importazioni di carne bovina per ridurre i prezzi va contro la filosofia «America first») e i coltivatori di arance in Florida. L’associazione americana dei coltivatori di soia (settore fino alla recente «tregua» colpito dalla guerra commerciale con la Cina) ha ringraziato per l’esenzione sui fertilizzanti. Ma la «National Association of Manufacturers» dice che anche i macchinari per le industrie americane devono essere esentati. Altri criticano la mancanza di esenzioni per gli alcolici europei.
Dazi e prezzi in aumento
«Siamo semplicemente tornati un po’ indietro su alcuni cibi, come il caffé, perché il prezzo era un pochino alto. Ora si abbasserà rapidamente», ha detto Trump venerdì, aggiungendo di non credere che saranno necessari altri «aggiustamenti» ai dazi. A settembre, secondo i dati più recenti del dipartimento del Lavoro, il prezzo del caffé era salito del 19% rispetto agli ultimi 12 mesi (in parte per ragioni climatiche, ma i dazi hanno contribuito), le banane del 7%. Il portavoce della Casa Banca Kush Desai afferma che Trump sta conducendo una «strategia agile, sfumata e sfaccettata» sul commercio: «I dazi del presidente Trump stanno permettendo ai lavoratori americani di giocare alla pari e assicurando trilioni di investimenti».
Trump ha scritto su Truth che «prezzi e inflazione erano molto più alti» sotto Biden e «il costo della vita è una bugia quando è usato dai democratici». Tuttavia ha preso nota delle vittorie elettorali del partito democratico a New York, in Virginia e New Jersey dove il costo della vita è stato un tema centrale. Quasi il doppio degli interpellati in un recente sondaggio «Washington Post/Ipsos» dicono di non essere favorevoli ai dazi, il che potrebbe danneggiare i repubblicani alle elezioni di Midterm nel 2026. Il segretario del Tesoro Scott Bessent aveva dichiarato in passato che gli esportatori stranieri e i negozianti americani stavano assorbendo la maggior parte dei dazi, senza colpire i consumatori, ma ora dice anche lui che i tagli ai dazi «porteranno ad un rapido abbassamento dei prezzi». Trump è anche tornato a proporre, l’idea di versare agli americani un dividendo di 2.000 dollari finanziato dai dazi, ma il governo non ha sviluppato una proposta formale e molti suoi alleati sembrano freddi all’idea. E se l’opinione pubblica sui dazi preoccupa la Casa Bianca, il grande test atteso entro fine anno è quello della Corte suprema.
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15 novembre 2025
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