Roma, 30 novembre 2025 – Italiani più longevi ma anche più malati rispetto a vent’anni fa. Che cosa sta succedendo? Valter Longo, 58 anni, genovese che si divide tra America e Italia, professore di biogerentologia e direttore dell’Istituto di longevità alla University of Southern California, noto a livello internazionale per i suoi studi, risponde così: “Stiamo invecchiando più velocemente, ma ci tengono in vita con una medicina costosissima che sta mandando in fallimento il sistema, vale per l’Italia ma anche per gli Usa. I governi non hanno mai messo al centro i team di medicina preventiva”.
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Che cosa sono?
“Abbiamo sviluppato questo modello nella nostra Fondazione, prevedono uno specialista di medicina integrata che lavora con chi si occupa di nutrizione, sonno, esercizio fisico, salute mentale. Purtroppo tutto questo esisterà sempre di più nel privato, quindi a pagamento. Ma i governi non si stanno muovendo”.
Grande business anche sull’invecchiamento. Lei ha iniziato a studiarlo nel 1989, sulle ‘spalle dei giganti’. “Il peso della longevità” (Piemme Mondadori) è il suo ultimo libro. Quali sono gli errori da evitare?
“C’è una grande confusione. Chiaro che se senti 10 cose diverse, alla fine abbandoni perché ti convinci che non serve a niente. Noi partiamo da tre cicli di 5 giorni di dieta mima digiuno all’anno, che abbiamo testato in decine di studi clinici. Intanto hanno un effetto biologico molto importante. Partiamo solo con 15 giorni all’anno, anche perché la maggior parte delle persone non vuole cambiare lo stile di vita. Al secondo posto prevediamo il mangiare entro le 12 ore, se inizio alle 8 del mattino devo quindi concludere alle 8 di sera. In generale, saltare i pasti è un errore se non ne hai bisogno, non lo è se sei sovrappeso o obeso. Se proprio si deve, meglio rinunciare al pranzo”.

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Cos’è la dieta della longevità?
“Ha molti punti in comune con la dieta mediterranea ma prevede alcune modifiche, perché c’è tanta scienza dietro. Per l’Italia sono abbastanza simili, tra le variazioni c’è ad esempio un basso livello di proteine, pane-pasta-pizza-patate limitati”.
Dai grandi vecchi alla (fanta)scienza: ma davvero vogliamo diventare immortali? Non le fa paura questa prospettiva?
“Noi oggi lavoriamo sul ringiovanimento. Ma, una cosa è vivere fino a 120 anni, altra è essere immortali. La prima non cambierebbe molto le cose, non sarebbe devastante. Invece la longevità estrema, come l’intelligenza artificiale, sta andando avanti senza essere regolata. Inoltre, una decisione democratica di che cosa dovremo fare o non dovremo fare non è mai stata presa. Questo è il vero problema. E vale soprattutto per l’Ai, che procede a passi molto più rapidi”.
Treccani ha appena coniato una parola, infobulimia, per indicare ciò che genera confusione e frustrazione per le troppe informazioni. Nel suo campo, come si riconosce un messaggio corretto?
“Dovrebbe funzionare come quando ti devi operare a un ginocchio e cerchi lo specialista migliore. Invece quando si parla di nutrizione per longevità, le persone accendono il computer o la televisione e chi parla diventa un esperto. Non so perché questo accade, è bizzarro. Forse perché nel campo della nutrizione non c’è un vero professionista di riferimento”.
A questo link le info di Fondazione Valter Longo
Lei ha detto di sentirsi 10 anni in meno della sua età reale: come si definisce l’età biologica? Quali sono i parametri?
“In genere si usano i marcatori nel sangue, sono sette, tutti diversi. Poi si verificano le modifiche al DNA nelle cellule”.
Qual è la peggiore fake news che ha mai sentito sulla longevità?
“Quella diffusa con l’idea che sia vera è la raccomandazione sul consumo di alti livelli di proteine, che sembrano essere considerate come l’ingrediente più sano della dieta. Il problema è che, invece, soprattutto se di origine animale, le proteine hanno l’effetto maggiore per accelerare l’invecchiamento. Pseudo esperti o influencer con limitata conoscenza della materia, si concentrano su pochi studi a breve termine. Ma è ovvio che devi guardare tutte le ricerche per capire se un determinato ingrediente, a lungo andare, fa bene o male”.
La scienza ci dice che le basi del vivere bene e a lungo si costruiscono all’inizio della vita. Che lavoro state facendo come Fondazione su bambini e ragazzi?
“Stiamo partendo in Campania con uno studio clinico sui 14-18enni, interventi nutrizionali e i loro effetti sul sovrappeso. Poi inizieremo a entrare nelle scuole e nelle famiglie, proprio per andare alla fonte e cercare di cambiare il modo in cui ci si rapporta con il cibo. Avvieremo quindi una campagna di divulgazione, che vorremmo estendere a tutta Italia. Abbiamo un progetto negli Emirati Arabi, per cambiare le diete nelle scuole. Stiamo facendo le stesse proposte al governo americano. Siamo partiti, prima in Lombardia e poi in Emilia Romagna, con il Nutrition & Longevity Festival, dove portiamo sempre più bambini, ragazzi, e famiglie. E stiamo lavorando con il Napoli calcio ad una campagna di comunicazione congiunta contro sovrappeso e obesità in età giovanile. Pensiamo anche a un evento dove artisti, calciatori, esperti di nutrizione si riuniscono per una giornata. Oggi quella splendida città ha un record europeo di obesità e sovrappeso. Cerchiamo di far capire quanto sia bello tornare alla dieta di una volta”.