di
Alessandro Sala
L’ex Beatle lancia un appello sul Times contro il futuro stop all’uso di termini come hamburger o salsiccia per prodotti a base vegetale. Anche otto parlamentari britannici in campo contro la decisione di Bruxelles. Oggi la decisione finale
Anche Paul McCartney scende in campo nella battaglia per salvare il veggie burger, la salsiccia vegana e tutti i prodotti a base vegetale che da tempo sono diventati comuni nei pub, nei ristoranti e nelle tavole delle persone ma che vengono ora minacciati, almeno dal punto di vista della denominazione, da nuove norme Ue che vorrebbero vietare un’associazione con prodotti tradizionalmente a base di carne. L’ex Beatle ha preso posizione, così come hanno fatto otto parlamentari britannici, contro i propositi di Bruxelles che, dopo il voto del Parlamento Europeo, si appresta a far diventare legge il provvedimento. Anche il Regno Unito, infatti, si appresterebbe ad uniformarsi alle norme Ue, pur non facendone più parte dopo la Brexit, vista la correlazione stretta tra le due economie.
Paul McCartney è da sempre un convinto ambientalista e animalista e ha condotto più volte battaglie per la tutela della natura anche assieme alla moglie Linda. Proprio lei, già nel 1991, aveva inaugurato la sua salsiccia vegetariana: un azzardo culinario che divenne presto il simbolo del suo marchio. Oggi però quell’etichetta rischia di scomparire, complice la proposta di Bruxelles di vietare termini che richiamano la carne. Non solo burger o salsiccia, ma tutti quelli che sono stati storicamente associati a pietanze a base di carne. Linda è morta nel 1998 a causa di una malattia, ma Paul, che oggi è spostato con Nancy Shevell, continua a tenerne viva la memoria.
Il legislatore europeo intende, sulla carta, tutelare i consumatori da possibili fraintendimenti, come se l’associazione tra le parole hamburger e vegetale o vegano potesse realmente generare confusione oggi nelle persone. In realtà la decisione arriva come risposta alle pressioni del settore della carne che vede nei prodotti alternativi, che stanno conquistando sempre più sostenitori, dei pericolosi concorrenti.
La pensa così anche McCartney, che oggi ha 83 anni ed è vegetariano da più di 50, che in una lettera pubblicata dal quotidiano britannico Times insiste proprio su questo concetto: «Indicare che hamburger e salsicce sono a base vegetale, vegetariani o vegani dovrebbe bastare a chiunque per capire cosa sta mangiando». Difficile insomma che una qualunque persona che comprenda la lingua del proprio Paese possa ordinare un veggie burger pensando che possa poi vedersi servita una polpetta schiacciata a base manzo o pollo. Stessa cosa nella scelta di un qualunque prodotto vegano sugli scaffali dei supermercati, che hanno da tempo ampliato questa sezione. Chi sceglie quelli con specifica «veg» è insomma consapevole di farlo.
L’iniziativa del cantante fa seguito alla presa di posizione di otto deputati britannici, tra cui l’ex leader laburista Jeremy Corbyn, che hanno chiesto all’Ue una retromarcia su questa materia, evidenziando come in realtà proprio il divieto di usare termini chiari che indicano di fatto la forma e la presentazione più che il contenuto rischierebbe di aumentare la confusione tra i consumatori. E anche di frenare la crescita economica, gli obiettivi di sostenibilità e lo stesso programma di semplificazione dell’Ue. Come dire: un tempo ci si lamentava che le istituzioni comunitarie perdessero tempo sulle dimensioni dei cetrioli o delle zucchine, ma qui non siamo da meno.
Il Parlamento europeo ha già dato il via libera alla misura, approvandola con 355 voti favorevoli e 247 contrari dopo le forti pressioni del settore zootecnico. A guidare il fronte del divieto era stata l’eurodeputata di centrodestra Céline Imart, produttrice di cereali nel nord-ovest della Francia, che aveva presentato un emendamento giustificandolo con l’esigenza di rafforzare il ruolo degli agricoltori nella filiera alimentare. «Una bistecca, una scaloppina o una salsiccia sono prodotti del nostro bestiame, non il frutto di laboratorio né di preparazioni vegetali». Le norme riguardano, infatti, anche la produzione di carne coltivata, ovvero ottenuta per riproduzione di cellule animali e non da capi allevati per poi essere macellati.
Ora la proposta ha raggiunto il miglio finale dei negoziati tra le istituzioni Ue (le decisioni vengono prese di comune accordo tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue, il cosiddetto «trilogo») e una decisione potrebbe arrivare già quest’oggi.
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10 dicembre 2025 ( modifica il 10 dicembre 2025 | 09:52)
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