di Valentina Tessera
È uno dei prodotti preferiti dagli italiani durante le feste di Natale. Ecco a cosa fare attenzione quando lo si acquista al supermercato o in pescheria
A Natale, il salmone diventa protagonista sulle tavole di molti italiani: dai carpacci affumicati alle tartare, fino ai filetti al forno e ai piatti più elaborati. Il suo consumo è in costante crescita: secondo il Norwegian Seafood Council, la gran parte del salmone che arriva in Italia — circa il 90% — proviene dalla Norvegia, con importazioni in aumento del 14% negli ultimi anni.
Durante le festività, oltre il 40% delle famiglie sceglie il salmone come ingrediente principale per le pietanze di mare, confermandone il ruolo simbolico sulle tavole festive. Tuttavia, per assicurare il pieno successo delle nostre preparazioni — e, soprattutto, per tutelare la sicurezza alimentare — è essenziale imparare a distinguere un esemplare davvero fresco, tra le molteplici (e spesso ambigue) opzioni offerte in pescheria. Ecco, dunque, alcuni suggerimenti pratici che vi aiuteranno a riconoscere un salmone di qualità.
Colore e consistenza
Il salmone fresco ha una polpa compatta e umida, non cedevole, né viscida. Il colore varia a seconda della specie: dall’arancione acceso del salmone atlantico al rosa più delicato di quello pacifico. Se i filetti presentano bordi scuri, zone scolorite o separazione tra le fibre muscolari, può trattarsi di ossidazione o deperimento. Fate un test: se leggermente pressata, la polpa deve inoltre riprendere rapidamente la forma. Al contrario, quando rimane ammaccata, è preferibile evitarlo.
Occhi, branchie e pelle (per il pesce intero)
Se acquistate il salmone intero, occhi lucidi e sporgenti sono indice di freschezza, così come le branchie, rosse e umide, e la pelle, che deve risultare elastica e lucente. Squame opache o secche, bulbi spenti o branchie pallide indicano che il pesce è rimasto troppo a lungo in esposizione.
Odore
Il profumo è un indicatore fondamentale: un salmone fresco sprigiona un lieve aroma marino, mai invasivo, pungente, o ammoniacale. Qualsiasi fragranza sgradevole è segnale certo di deperimento.
Affumicato o già porzionato
Verificate che il colore sia uniforme, la consistenza soda, e che nella confezione non sia presente liquido torbido. Tranci troppo «morbidi» o con aromi insoliti sono segnale di qualità inferiore o di conservazione non ottimale.
Etichetta e provenienza
È sempre consigliabile leggere con attenzione l’etichetta: provenienza, specie e metodo di allevamento (selvaggio o in acquacoltura) incidono notevolmente su sapore e pregio. Il salmone selvaggio presenta un sapore deciso e carni magre, mentre quello allevato in vasca risulta più tenero e delicato.
Un suggerimento finale
Acquistate da pescherie di fiducia, con buona rotazione del prodotto. Per minimizzare il rischio di «falsi freschi», chiedete da quanti giorni il salmone è stato pescato — o affumicato — e, se possibile, scegliete filetti interi da tagliare al momento: il risultato in tavola sarà decisamente migliore.
19 dicembre 2025
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