di
Valentina Romanello

Molte strutture consentono ormai l’accesso agli animali e mettono anche a disposizione carrelli ad hoc per i quattrozampe. Partecipare alla spesa è un modo per stare insieme e per socializzare con l’ambiente urbano

In questi giorni supermercati e centri commerciali sono particolarmente affollati. Ci sono gli acquisti per pranzi e cenoni delle feste, la corsa agli ultimi regali e anche una maggiora disponibilità di tempo. Che associata al tempo non sempre favorevole del periodo favorisce la frequentazione di questi ambienti. Spesso si vedono persone accompagnate dai loro cani, che però si fermano nelle gallerie esterne ai punti vendita, soprattutto laddove vi sono generi alimentari. Eppure molti supermercati hanno iniziato, in diverse zone d’Italia, ad adottare politiche «pet friendly», consentendo l’accesso a tutti gli spazi vendita anche se con regole e indicazioni specifiche, come quella di utilizzare appositi carrelli messi a disposizione dalla struttura. 
Ne avevamo già parlato nei mesi scorsi, spiegando nel dettaglio cosa prevede la legge e come sia possibile adeguare i locali per evitare che i cani vengano lasciati all’esterno. Lo avevamo fatto in un articolo che aveva raccolto molto interesse, nato da un post sui social in cui Enrico Mentana, il direttore del Tg La7, aveva pubblicato l’immagine di se stesso impegnato nella spesa assieme ai suoi tre Cavalier King Charles Spaniel. E che, vista l’attualità del tema, riproponiamo per chi eventualmente se lo fosse perso.

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Un’immagine postata sui social da Enrico Mentana, una foto che ritrae i suoi tre Cavalier al supermercato, ha fatto incetta di reazioni, e non tutte positive. Eppure, l’accesso dei cani nei punti vendita, anche quelli alimentari, è spesso consentito. Laddove è possibile farlo, fare la spesa assieme al nostro o ai nostri cani può anche essere un valido allenamento. Vi spieghiamo perché.



















































I post di Mentana e le reazioni 

«Attenzione, prego: Bice, Blu e Nina si sono persi e ora aspettano “papà” Enrico all’ufficio informazioni del supermercato, grazie». Neanche fosse andata così: perché no, nessuno si era dimenticato di questi adorabili tre, anzi. Erano tutti sotto uno sguardo vigile, nel carrello della spesa. A fare scalpore, insomma, una non-notizia: il giornalista Enrico Mentana – semplicemente – al supermercato insieme ai suoi tre Cavalier King Charles Spaniel. Eppure, a eccepire nei confronti del post intitolato dal direttore del TgLa7 «Riunione della Commissione di Verifica della Spesa» (https://www.instagram.com/p/DHwHuPZIj92/), sono stati in molti (ma in maggior numero quelli che hanno mostrato apprezzamento), più che altro per la sistemazione dei tre cagnetti all’interno del carrello. Al primo post ne è poi prontamente seguito, in risposta alle polemiche, un successivo, in cui Mentana ha evidenziato la scritta sul carrello, in precedenza non visibile: «Benvenuti ai nostri amici animali». Che le critiche fossero mosse solo nei confronti dell’apparente carrello non specifico o, più in generale, nei confronti dell’abitudine di portare i cani al supermercato, vogliamo spiegare perché, in assenza di divieti precisi e nel rispetto di tutti, possa essere un buon esercizio da sottoporre – ogni tanto – ai nostri amici.

Cani al super, accesso possibile?

Scrive così Mentana nel secondo post (https://www.instagram.com/p/DIGl-zeIeuG/), quello in cui una nuova prospettiva dell’immagine consente ai lettori di distinguere anche il cartello sul carrello, che identifica quelli in particolare dedicati all’alloggiamento dei cani di piccola taglia: «Questo post è la risposta ai tanti che – in buona fede, o per malanimo, o per fare i bastian contrari – hanno eccepito sulla foto di qualche giorno fa. Leggete cosa c’è scritto sul carrello. E imparate». Un monito a imparare che, molto spesso, l’ingresso ai cani è consentito non solo nei corridoi dei centri commerciali e all’interno degli esercizi pubblici, ma anche dentro negozi che vendano prodotti alimentari. Basta verificare che non ci siano particolari divieti e, in mancanza di questi, seguire le istruzioni, che cambiano generalmente in base alla taglia dell’animale. Riassumendo, esistono supermercati che scelgono di vietare l’accesso in senso assoluto a qualsiasi cane, esclusi solo quelli delle forze dell’ordine e quelli che guidano persone ipo o non vedenti. Poi ci sono realtà che, al contrario, permettono l’ingresso a tutti, senza distinzioni. Infine, ci sono negozi che consentono l’ingresso solo a soggetti di dimensioni tali da poter alloggiare in carrelli ad hoc, con un fondale pieno per evitare lesioni alle zampe. Quindi, ai cani troppo grandi per il trasporto nel carrello, o viene negato l’accesso o questo viene consentito solo a patto che si seguano particolari percorsi, solitamente segnati a terra da speciali adesivi, utili a mantenere l’animale a distanza rispetto ai prodotti non confezionati, dunque tendenzialmente presenti nei reparti salumeria, gastronomia e pescheria.

Enrico Mentana e i cani nel carrello. Perché portarli al supermercato non è una cosa sbagliata, anzi

Cosa dice la legge 

Il punto è che esiste una legge europea (Reg. CE n. 852/2004) che vieta l’ingresso dei cani nei locali in cui vengono preparati, trattati, manipolati e conservati gli alimenti, che è il motivo per cui perfino molte strutture ricettive «pet friendly» che magari, oltre ad accettare i cani in camera li accolgono anche al ristorante per pranzo e cena, non fanno altrettanto nella sala della colazione, dove è più usuale il format a buffet. In Italia, a tal riguardo, il Ministero della Salute ha però chiarito attraverso la nota n. 23712 del 07/06/2017 che l’accesso può essere consentito se è possibile evitare il rischio di contaminazione alimentare. 

Gli accorgimenti da adottare

Con i dovuti accorgimenti – oltre agli specifici carrelli e ai percorsi obbligati, anche scaffalature alte o chiuse – sempre più catene di supermercati autorizzano l’accesso con il proprio animale, purché, nel rispetto del D.P.R. 320/54, regolamento della polizia veterinaria, come richiesto per qualsiasi altro locale pubblico e mezzo di trasporto, siano al guinzaglio. Insomma, se l’accesso ai cani è permesso, significa che, pace all’anima dei più attenti all’igiene, l’operatore del settore alimentare ritiene di aver adottato tutte le misure opportune per evitare la contaminazione degli alimenti da parte degli animali presenti nei locali. Fortunatamente, sempre più catene di supermercati si sono organizzate a tale scopo, agevolando non di poco la clientela pet lover che, altrimenti, si troverebbe obbligata a lasciare il cane in auto – opzione non consigliabile e comunque praticabile solo quando le temperature lo permettono – o legato all’esterno, alla mercé di possibili malintenzionati.

Perché stiamo quasi sempre insieme

Ma perché non lasciare il cane a casa, penseranno in molti? Viviamo in tempi frenetici che ci vogliono più spesso fuori, tra impegni lavorativi e spostamenti vari. A farne le spese, oltre che il nostro benessere psicofisico, anche quello dei nostri affetti, pet compresi, che in molti casi patiscono la nostra assenza manifestando una vera e propria ansia da separazione. A prescindere dal fatto che nostra responsabilità sia quella di alleviare, attraverso i consigli di veterinari comportamentisti e istruttori cinofili, questo disagio, insegnando al cane anche a vivere serenamente il distacco giornaliero da noi, questo non significa che non si debba per contro tentare di massimizzare il tempo trascorribile insieme. Il cane preferirebbe sicuramente delle attività capaci di soddisfare i propri particolari bisogni etologici ma, in mancanza degli ambienti più adatti, qualsiasi occasione per stare insieme al proprietario lo renderà appagato

Ecco allora che tenderemo a voler portare il cane quasi sempre e ovunque con noi, eccetto casi particolari in cui il soggetto prediliga stare a casa, anche da solo, piuttosto che affrontare certi contesti. Un Pastore Maremmano preferirà aspettarci comunque in giardino, impegnando il proprio tempo, anche merito della sua spiccata autonomia, a sonnecchiare placidamente, ma con un occhio sempre vigile sulla proprietà. Un Pastore Belga, invece, pur di non perdere di vista il proprio riferimento umano, accetterà perfino la «tortura» del centro commerciale. Per valutare come procedere, dovremo conoscere profondamente il nostro amico, le sue particolari esigenze e competenze, e comportarci di conseguenza, assecondando tanto il cane che è meglio lasciare a casa, quanto quello che è preferibile e possibile portare quanto più spesso con noi. 

Paghi due prendi tre

Insomma, a chi si chiede se portare cani, anche cuccioli, al supermercato non sia l’ennesima trovata per esibirli in pubblico, si può rispondere che il fenomeno avrebbe anche un senso profondo ai fini della gestione ed educazione dei nostri amici. La socializzazione cosiddetta ambientale, cioè nei confronti di superfici, rumori e contesti che il cane dovrebbe conoscere e metabolizzare da giovane, quando è più ricettivo e positivo nei confronti delle novità, è fondamentale per il futuro equilibrio del cane adulto, soprattutto se di un soggetto che viva in zone fortemente urbanizzate. Immaginiamo quanti utili input ci possono essere in un supermercato, da proporre al cane che non ci è mai entrato in maniera graduale, scegliendo inizialmente orari meno affollati e in occasione di spese brevi. Quindi sì, si tratta di un allenamento funzionale alla vita di tutti i giorni

Ma nessuno ci obbliga

Affinata la competenza della sessione al supermercato, poi nessuno ci obbliga a portare sempre con noi il cane, ma il fatto che questo abbia acquisito gradualmente confidenza con quell’ambiente farà sì che, nelle occasioni in cui potremmo trovarci costretti a portarlo con noi – come l’estate, quando non possiamo lasciarlo in auto –, non subisca alcun trauma, che potrebbe patire invece se, tutto d’un tratto, da adulto fosse catapultato in un contesto simile. Una foto da postare sui social, poi, può scappare, anzi ben venga, perché è auspicabile che sempre più persone vedano quanto un cane educato sia integrabile in qualsiasi ambiente, nel nostro e nel suo interesse: così potremo trascorrere più tempo insieme, fosse anche solo per delle commissioni. Ma anche nell’interesse della società, a cui potremo dimostrare di non rappresentare alcuna minaccia per gli altri. 

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24 dicembre 2025 ( modifica il 24 dicembre 2025 | 10:05)