Per anni ci è stato detto che 10.000 passi al giorno fossero la chiave per mantenerci in salute. Un obiettivo semplice, rotondo e rassicurante, diventato una specie di mantra per chi cerca di restare in forma. Ma una nuova ricerca pubblicata su The Lancet Public Health rimette tutto in discussione: non solo quella soglia non è supportata da solide basi scientifiche, ma sembra addirittura eccessiva. Secondo i dati raccolti in 57 studi diversi, i benefici più consistenti per la salute si raggiungono già intorno ai 7.000 passi quotidiani. Andare oltre? Serve a poco, almeno per la maggior parte delle persone. Ecco allora svelato il falso mito dei 10.000 passi.

Il falso mito dei 10.000 passi: i benefici si concentrano ben prima

L’analisi mostra che i miglioramenti in termini di longevità e prevenzione delle malattie aumentano progressivamente fino a quota 7.000, per poi stabilizzarsi. Camminare ogni giorno 7.000 passi è associato a un rischio di morte inferiore del 47% rispetto a chi si limita a 2.000. E i vantaggi non si fermano qui: il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, depressione e persino di morire per cancro si riduce sensibilmente. Ma il dato più sorprendente riguarda la salute del cervello: camminare 7.000 passi al giorno è collegato a un calo del 40% del rischio di demenza. Merito dell’effetto positivo dell’attività fisica sulla crescita neuronale, sul flusso sanguigno cerebrale e sulla riduzione dell’infiammazione.

Il faslo mito dei 10.000 passi: una soglia inventata (e sopravvalutata)

La verità è che il famoso obiettivo dei 10.000 passi non ha un’origine scientifica. “Non esistono prove che confermino quella soglia”, spiega Melody Ding, epidemiologa all’Università di Sydney e autrice principale dello studio. “È semplicemente un numero tondo, facile da ricordare e diventato popolare”. I dati dimostrano che, oltre i 7.000 passi, i benefici aggiuntivi sono minimi per mortalità, cancro e diabete. Qualche vantaggio in più si osserva su demenza e mortalità generale, ma con un impatto molto più modesto.

I ricercatori paragonano il meccanismo a una spremuta: le prime pressioni danno più succo, ma dopo un po’ non resta molto da estrarre. Passare da 2.000 a 4.000 passi riduce il rischio di morte del 36%; da 4.000 a 7.000, del 17%. Oltre questa soglia, i benefici si appiattiscono. Un messaggio rassicurante per chi fatica a raggiungere gli ambiziosi 10.000: per stare meglio, basta molto meno.

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