di
Margherita De Bac

La petizione del mondo scientifico, firma anche il Nobel Parisi. Il ministro «adirato» per il caso

La morsa della comunità scientifica e della politica si stringe attorno al Nitag, il Gruppo di consulenza sui vaccini rinominato il 5 agosto dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Nell’elenco degli esperti sono stati inseriti, col favore del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche due no vax: il pediatra toscano Eugenio Serravalle e l’ematologo bolognese Paolo Bellavite, bersagliati da più parti non solo per la loro ideologia anti vaccinista ma anche per il loro discutibile curriculum, povero di pubblicazioni capaci di incidere sul cosiddetto H-index, l’indicatore utilizzato per misurare la produttività dei ricercatori. 

Il loro «è più basso di quello di un nostro specializzando», sostengono i critici. Uno dei due — aggiungono altri — è stato vicino alla candidatura come sindaco di un comune toscano da parte della maggioranza che, non avendolo poi schierato, gli avrebbe promesso un posticino nel consiglio superiore di sanità e in seconda battuta nel Nitag.



















































Schillaci, medico, pienamente convinto del valore imprescindibile delle vaccinazioni, si trova in grande difficoltà, oltre a essere «adirato» specie dopo le aspre critiche espresse in una petizione con 16 mila firme di peso (in testa il premio Nobel Giorgio Parisi) e in un articolo apparso su Bmj, il British Medical Journal, la più autorevole rivista mondiale del settore. Si chiede a gran voce la revoca dei due scomodi personaggi che mettono in cattiva luce l’Italia a livello internazionale. 

Due le ipotesi. Le dimissioni di Serravalle e Bellavite o la revoca del decreto di nomina del Nitag sulla cui composizione ha lavorato il gabinetto ministeriale. Uno scivolone, forse una svista. Un bel pasticcio dopo tutte le polemiche seguite al ritiro dell’Italia dall’accordo pandemico globale dell’Organizzazione mondiale della sanità sul nuovo regolamento per la risposta alle pandemie. In quei giorni, il 21 luglio, l’opposizione gridò allo scandalo e ora torna a farlo a più voci.

Sono ore di trattative convulse. Certo è che così il Gruppo non può più reggere. Gli esperti del Patto trasversale per la scienza, guidato da Guido Poli, in una lettera si rivolgono direttamente a Schillaci per chiedergli di revocare le nomine dei due membri «nell’interesse del bene comune e in osservanza dei principi che devono guidare la composizione di un comitato di così alto prestigio». Scrivono, inoltre, di essere «sgomenti» e di temere per la credibilità dell’organismo. Il rischio è di alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti di una pratica fondamentale nella prevenzione delle malattie. Basta con la pseudoscienza, ribadiscono.

Il nuovo Nitag, ora presieduto da Roberto Parrella, Infettivologo di Napoli, è chiamato a esprimere pareri di peso sull’introduzione di vaccini nel calendario nazionale e a proporre eventuali modifiche allo schema delle immunizzazioni annuali che poi le Regioni devono mettere in pratica. Ultimo atto, il via libera al vaccino contro il virus sinciziale, causa di grave insufficienza respiratoria nei bambini e infatti la profilassi viene raccomandata ai nuovi nati. 

L’unica a tirarsi fuori dal neonato gruppo di consulenti rassegnando immediate dimissioni è stata Francesca Russo, direttrice della sicurezza alimentare e veterinaria del Veneto, in prima linea ai tempi del Covid. E l’intero mondo medico si è via via ribellato. La Federazione nazionale degli ordini nazionali di categoria, Fnomceo, le società di igiene, pediatria, neonatologia, prevenzione e sanità pubblica.

Negli Stati Uniti è appena emersa in piena luce una vicenda simile, con effetti concreti. Il ministro della Salute Robert F. Kennedy Jr., noto per le sue posizioni no vax, ha nominato nell’ambito del Cdc, il Comitato per il controllo delle malattie e i farmaci, un panel di consulenti tra i quali esperti apertamente contrari alle pratiche di immunizzazione vaccinale. L’ultima decisione è stata quella di raccomandare a under 18 e donne in gravidanza l’uso di formulazioni antinfluenzali prive di un ingrediente, il timerosal, raramente impiegato dai produttori come conservante ma da sempre nel mirino di personaggi critici nei confronti dell’inoculazione di dosi. La polemica va avanti da anni nonostante non ci siano prove scientifiche che dimostrino la pericolosità della sostanza.


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13 agosto 2025 ( modifica il 13 agosto 2025 | 21:23)