Sì, mangiare più cibi ultraprocessati potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni, anche in chi non ha mai fumato. Lo evidenzia, purtroppo, un nuovo studio anche se i meccanismi esatti non sono ancora chiari. Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati e cosa consigliano per proteggere la nostra salute.
Secondo gli esperti, smettere di fumare resta il modo più efficace per ridurre il rischio di cancro ai polmoni, ma una dieta povera di prodotti industriali e ricca di cibi integrali potrebbe offrire un ulteriore beneficio. La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Thorax, è stata condotta da un team di ricercatori guidato da Kanran Wang del Chongqing Cancer Hospital, in Cina, e ha appunto rilevato che i nuovi casi di tumori polmonari erano più frequenti tra chi consumava regolarmente UPF come bibite analcoliche, hot dog e cereali per la colazione. Al contrario, in chi li assumeva raramente il tasso di incidenza era molto più basso. Per UPF si intendono ovviamente gli alimenti altamente lavorati – con piccole frazioni di ingredienti naturali e numerosi additivi o modificazioni chimiche – che spesso riportano in etichetta lunghi elenchi di ingredienti complessi, difficili da replicare in cucina. In generale, più sono calorici, ricchi di sale, zuccheri o grassi, poveri di fibre, con pochi alimenti integrali e più risultano dannosi. Parliamo, per esempio, di pizza e hamburger confezionati, bibite zuccherate, succhi di frutta industriali, noodles istantanei, cereali per la colazione, pane e prodotti da forno confezionati, caramelle, snack salati, gelati industriali, margarina, salse e zuppe pronte. L’assunzione regolare di questi cibi è già stata collegata a più di una dozzina di problemi di salute, tra cui malattie oncologiche, mortalità per tutte le cause, disturbi del sonno, ansia, depressione, patologie cardiache e obesità.
Come si è svolta la ricerca
Gli scienziati hanno analizzato i dati dello studio statunitense PLCO (Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian Cancer Screening Trial), che comprende persone tra i 55 e i 74 anni. Circa 102.000 di loro hanno compilato un questionario alimentare una sola volta, permettendo di stimare il consumo medio di UPF, che risultava intorno a tre porzioni al giorno. Lo 0,5 e le sei porzioni rappresentavano i limiti minimo e massimo. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al consumo di UPF. Circa uno su dieci ha dichiarato di consumare carne in scatola, mentre le bibite dietetiche con e senza caffeina seguivano con il 7% dei consumatori. Durante i circa 12 anni di follow-up, 1.706 partecipanti hanno sviluppato un tumore al polmone, principalmente non a piccole cellule, mentre il 14% dei casi riguardava tumori a piccole cellule, più rapidi nella crescita. Dopo aver considerato fattori esterni, il gruppo con maggiore consumo di UPF mostrava un rischio aumentato del 41% di cancro ai polmoni rispetto a chi ne consumava di meno. Quello di carcinoma non a piccole cellule era maggiore del 37%, mentre quello di carcinoma a piccole cellule aumentava del 44%, sia tra fumatori sia tra non fumatori.
Perché la dieta può aumentare il rischio
Studi precedenti avevano già collegato l’assunzione di UPF a un rischio maggiore di cancro al pancreas, al seno e al colon-retto. Gli esperti sostengono che il legame con quello ai polmoni sia ancora in fase iniziale di indagine e richieda dunque ulteriori ricerche, ma in generale l’ipotesi è che il corpo metabolizzi meglio i cibi integrali rispetto agli UPF che, ricchi di conservanti e processati chimicamente, potrebbero provocare infiammazione e altri effetti negativi. L’infiammazione sistemica potrebbe essere uno dei fattori coinvolti, anche se ancora non ci sono prove definitive. E in realtà il nuovo studio presenta alcuni limiti: è stato osservazionale, la dieta è stata rilevata solo una volta, il numero di casi era ridotto e non si è considerata l’intensità del fumo. Insomma, molto c’è ancora da indagare, ma questo lavoro iniziale suona come un campanello d’allarme.
Come ridurre il rischio
Limitare il consumo di cibi ultraprocessati potrebbe dunque contribuire a ridurre il rischio di cancro polmonare. Gli studiosi consigliano di sostituirli con insalate, verdure cotte, pesce o pollo allevato come si deve. E di preparare il più possibile pasti con ingredienti integrali. Perché è già ampiamente dimostrato che seguendo una dieta ricca di alimenti poco trasformati, verdura, frutta e cereali integrali, si riduce già il rischio di patologie tumorali. E non solo.