di
Candida Morvillo

L’attore italiano e gli altri perennial: dai digiuni intermittenti di Jude Law alla crioterapia a -110 gradi di Vacchi

Ore cinque del mattino. Roma sogna, Milano ha un incubo, ma Stefano Accorsi è già sveglio. Non per leggere un copione, non per prendere un volo, ma per fare sport e correre. Da solo. Ma non proprio. Suda e corre collegato in videochiamata al suo personal trainer, un FaceTime ad altezza muscoli. I due non parlano: plasmano. Più Accorsi corre, più gli si scolpisce la tartaruga addominale. Cinquantamila sono i like ricevuti nelle ultime ore su Instagram, mille i commenti estasiati sotto il post in cui mostra il fisico ottenuto per girare, fra Tangeri e Roma, il nuovo film di Gabriele Muccino. 

Stefano cammina a torso nudo sul prato e il mondo sembra dividersi tra chi vuole essere Accorsi e chi vuole stare con Accorsi. Insomma, Accorsi è da oggi il portabandiera dei perennial italiani, dove il neologismo che è nella Treccani dal 2020 indica una persona per cui l’età è solo un numero, spesso sgradito. Benvenuti nell’estate 2025: ora, lo status symbol over 50 non è più la Tesla o la moglie giovane, è il fisico da iron man. Non tonico, ma proprio spigoloso, con addominali che paiono opera di Michelangelo in un giorno ispirato. L’attore, 54 anni e una definizione muscolare che il wrestler John Cena è niente, ha spiegato sui social il suo segreto, ovvero allenarsi ogni giorno, anche in vacanza, ai primi raggi del sole, in video col suo coach: «Fare sport all’aperto è meglio se in due, anche da remoto. La condivisione è importante, no?».



















































Avevamo cominciato in pandemia: obbligati a stare a casa, spopolavano i corsi di ginnastica, yoga e pilates via Zoom. Ma stavamo sul tappetino, non cercavamo d’inquadrare il muscolo fuggente. Siamo al passaggio antropologico da quando dicevamo «l’uomo maturo ha fascino» a oggi che «l’uomo maturo ha il six-pack». Accorsi, alfiere di questa mutazione, aveva raccontato il suo allenamento qualche mese fa su Men’s Health, ma fotografato in maglietta, non aveva ottenuto lo stesso effetto. Spiegava che lo segue il coach Antonio Saccinto, specialista in Strength & Conditioning, che punta a benessere psicofisico e longevità, più che a prestazione o estetica. La routine si svolge fra le cinque e le 6.30, prima del caffè: cento push up, cento squat, cento reverse crunch, due minuti di plank più camminate, corse o biciclettate fino a 10 chilometri. E Accorsi spiegava anche che l’allenamento è attivazione del pensiero positivo. Per i perennial, lo sport è una branca della Filosofia.

In principio ci fu Gianluca Vacchi, oggi 57 anni, che allinea mente e corpo facendo le ultime due ore di sonno nella camera iperbarica, poi all’alba passa alla crioterapia (a -110°C) e, solo dopo, twerking sui social. Ma noi italiani arriviamo ultimi. Jude Law, 52 anni, alterna otto settimane di allenamento per la massa muscolare a dodici di esercizi funzionali più digiuno intermittente. Le riviste maschili si dilungano sul workout di Brad Pitt che gli garantisce lo stesso fisico di Troy e Fight Club anche a 61 anni.

Di David Beckham, 50, si sa che pratica Calisthenics, Full body strength e Upper Body, qualunque cosa significhi. I perennial faticano per essere tali e sono pronti a tutto affinché il fisico regga fino alla prossima storia Instagram: #50isthenew30. Perché poi, le mogli chiedono ai mariti «perché Accorsi sì e tu no?». E pazienza se su corpi da perennial girano sguardi spenti di chi difetta di sonno e carboidrati. Pazienza per chi alle cinque fa plank e magari si scorda i compleanni dei figli o chi dice «ho fatto duecento burpee» come se declamasse una poesia. I perennial sono uno spettacolo, da guardare un po’ ammirati e un po’ tentati di restare imperfetti, ma pure più umani.

25 luglio 2025 ( modifica il 25 luglio 2025 | 07:52)