Bologna, 25 luglio 2025 — Settecento chili di cibo pronti per finire nei piatti di turisti ed escursionisti, ma sequestrati prima che potessero arrivare a tavola. È questo il bilancio choc dei controlli condotti nell’ultimo mese dai Carabinieri del NAS di Bologna nei rifugi, nelle locande e nei punti di ristoro sparsi lungo i versanti dell’Appennino emiliano romagnolo.
Nei depositi e nelle cucine ispezionate i militari hanno rinvenuto di tutto: carni di cervo, cinghiale e daino, trote salmonate, salumi e latticini ormai scaduti, in alcuni casi da oltre vent’anni. Non mancavano prodotti freschi come uova e funghi conservati in luoghi del tutto inadatti, né alimenti di pregio privi di tracciabilità come più di cinque chili di tartufo nero estivo e sei chili di funghi porcini essiccati senza alcuna certificazione sanitaria. In certi casi le carni erano state congelate senza abbattitori di temperatura e tenute in freezer per anni, fino a risultare irriconoscibili e prive di ogni garanzia di sicurezza.
Il quadro è emerso al termine di sedici controlli effettuati in un mese. Solo quattro strutture sono risultate in regola, mentre le altre presentavano irregolarità tali da spingere i militari a sequestrare merci e a segnalare i casi più gravi alle Aziende sanitarie locali.
Il blitz dei Nas nei rifugi dell’Emilia Romagna
Le ispezioni hanno portato alla luce situazioni estreme. In un rifugio, il magazzino di bevande e alimenti deperibili era stato ricavato all’interno di una legnaia semiaperta. In un altro caso, un congelatore pieno di carni di selvaggina e funghi era stato collocato nel bagno privato della struttura. In una locanda, invece, i militari hanno trovato un laboratorio abusivo per la preparazione della pasta all’uovo allestito in un garage, con decine di deiezioni di roditori sparse sul pavimento.
Non sono mancati altri esempi di trascuratezza: cucine annerite dal fumo, intonaci caduti direttamente sui piani di lavoro, attrezzature come affettatrici e impastatrici mai sanificate, e la presenza di gatti e cani di grossa taglia liberi di girare nei magazzini o tra i fornelli. In tre rifugi si preparavano conserve e verdure sottolio senza le necessarie procedure di pastorizzazione, con il rischio concreto di sviluppo di botulino.
Foto Nas 2
L’operazione dei NAS ha portato al sequestro complessivo di oltre 700 chili di alimenti per un valore commerciale stimato di circa 35 mila euro. Sono state elevate sanzioni per un totale di 27 mila euro e, a seguito delle gravi carenze igieniche riscontrate, sono state sospese quattro attività di ristoro, per un valore economico complessivo di circa 2,6 milioni di euro.
Un risultato che mette in allarme non solo gli operatori turistici ma anche gli escursionisti: dietro l’apparente genuinità di molti rifugi di montagna possono nascondersi pratiche rischiose per la salute. I controlli continueranno, assicurano i Carabinieri, per garantire che l’esperienza in Appennino resti piacevole e sicura.