Il ko con l’Inter è il più pesante all’esordio dal 1929, mentre il digiuno offensivo non si vedeva dalla stagione 2014-15

Nella giornata odierna, 4 settembre 2025, si disputano le prime gare che coinvolgeranno progressivamente tutti gli undici giocatori del Torino convocati con le rispettive nazionali. Il campionato è dunque fermo e riprenderà tra dieci giorni, quando i granata faranno visita alla Roma di Gian Piero Gasperini. È quindi l’occasione per dare uno sguardo alle prime due uscite stagionali, che restituiscono un quadro tutt’altro che esaltante. “Abbiamo un debito nei confronti dei nostri tifosi”, aveva dichiarato Marco Baroni nella conferenza prepartita con la Fiorentina. Una previsione purtroppo azzeccata: la Maratona non ha perdonato i propri giocatori, reduci dalla “manita” di San Siro, tra fischi, cori e striscioni che hanno fatto da cornice alla contestazione della società, rappresentata da Davide Vagnati e, soprattutto, da Urbano Cairo.

Contro la Fiorentina, almeno, una reazione c’è stata rispetto al Toro troppo leggero visto a Milano. È arrivato un punto che ha smosso la classifica e, soprattutto, consente di lavorare con maggiore serenità quando il gruppo sarà di nuovo al completo. Ma è lecito aspettarsi di più da questo Torino. C’è chi ricorre a slogan come il celebre “Amma faticà” di Antonio Conte o, per dirla con Baroni, “C’è da lavorare tanto, ma abbiamo messo il primo mattoncino”. Il fine, l’invito a migliorarsi, resta sempre lo stesso.

Un 5-0 storico—  

In queste prime due uscite i granata hanno mostrato limiti in entrambe le fasi. Alla prima giornata è balzata agli occhi la prestazione horror della retroguardia, mentre contro i viola è arrivato un clean sheet. Ma il 5-0 incassato con l’Inter non può essere cancellato da uno 0-0, perché resterà negli annali. Mai, nella storia del Torino, si era registrato un simile passivo alla prima giornata dalla stagione 1929-1930, ossia da quando la Serie A assunse la formula a girone unico. Prima della sconfitta del 25 agosto scorso, i granata avevano steccato l’esordio in massima serie 19 volte: 15 con un gol di scarto, 4 con due. Mai oltre. Quella di Milano è stata la quarta sconfitta all’esordio nell’era Cairo, la quinta se si considera anche il 2-1 contro il Varese nel 2010 in Serie B.

Toro a secco come nel 2014—  

Un altro dato significativo riguarda la fase offensiva: due gare senza gol segnati, al pari di Genoa e Lecce. Una statistica che non si ripeteva dalla stagione successiva alla qualificazione europea, agevolata dal mancato rilascio della licenza Uefa al Parma: la 2014-2015. Era il Torino di Ventura, passato in pochi mesi dall’esaltante coppia Cerci-Immobile — entrambi emigrati senza fortuna oltreconfine — a un improbabile duo formato da Fabio Quagliarella e Marcelo Larrondo. Anche allora arrivarono un pareggio e una sconfitta: la prima di campionato fu ancora contro l’Inter, ma all’Olimpico, chiusa con un più rispettabile 0-0, con Handanovic capace di ipnotizzare Larrondo dal dischetto. La trasferta successiva, a Marassi, fu altrettanto nefasta, ma dalle proporzioni contenute: 2-0 per la Sampdoria con un gol per tempo di Gabbiadini e Okaka. “Siamo una buona squadra, ma dobbiamo ripartire da dove avevamo lasciato: senza cazzimma i risultati non arrivano”, commentava Ventura. Quel digiuno proseguì poi nell’esordio in Europa League a Bruges (0-0) e nella terza gara di campionato, con la sconfitta interna per 1-0 contro il Verona. Le prime reti arrivarono soltanto alla quarta giornata, con la vittoria per 1-2 a Cagliari firmata Glik e Quagliarella.

Ora toccherà a Baroni trovare le condizioni migliori per ritrovare la via del gol contro una Roma che, nelle ultime due sfide con i granata, li ha lasciati a secco. Un gol, con annesso risultato positivo, potrebbe essere il primo passo per iniziare a estinguere il debito con i tifosi.