Il nuovo smartphone Apple arriva sul mercato con la sola opzione della eSim. Il punto sugli operatori italiani, sulla procedura per attivarla e sul funzionamento

È difficile accorgersene a colpo d’occhio, distratti dal titanio lucido e da quello spessore quasi irreale, 5,6 millimetri, meno di una matita. Eppure la novità più radicale dell’iPhone Air non sta tanto nel design ultrasottile, quanto in ciò che manca: il piccolo vassoio laterale che da oltre trent’anni custodisce la scheda Sim. Apple l’ha tolto, senza esitazioni, affidando l’intera identità telefonica del suo nuovo dispositivo a un chip invisibile saldato sulla scheda madre: la eSim (diversa da quelle da viaggio). La scelta non nasce dal capriccio di un designer, ma da un’esigenza tecnica. In un corpo così sottile non c’era spazio per componenti meccanici superflui: ogni millimetro andava dedicato alla batteria, all’audio, al sistema di raffreddamento. Eppure, come spesso accade con Apple, dietro la necessità si intravede una visione: forzare il mercato a un salto in avanti, abbandonando il supporto fisico che ha accompagnato miliardi di telefoni cellulari dal 1991 a oggi.

Cos’è davvero una eSim

La eSim, acronimo di embedded Sim, è una scheda virtuale. Non la si estrae, non si perde, non si spezza. È un modulo saldato nel telefono che può essere programmato digitalmente con i dati dell’operatore. In pratica, svolge la stessa funzione della vecchia tessera di plastica: autenticare l’utente sulla rete, permettere chiamate, messaggi e connessione dati. La differenza è che qui non serve più recarsi in negozio per ritirare un rettangolino dorato. L’attivazione avviene con un QR code, con un link, o addirittura con un trasferimento diretto da un vecchio telefono. In un mondo in cui la smaterializzazione ha già travolto musica, foto, carte di credito e documenti, la eSim è solo l’ultimo passo di una lunga catena. Ma non è un passaggio neutro: perché un conto è smettere di comprare CD, un altro è cambiare la modalità con cui ci connettiamo alla rete mobile. Qui entrano in gioco le infrastrutture degli operatori, le abitudini dei clienti, persino i vincoli normativi.



















































L’Italia e gli operatori

Prendiamo Tim, uno dei maggiori operatori nazionali. Oggi permette di richiedere la eSim sia ai nuovi clienti sia a chi vuole sostituire la propria Sim fisica. Fino a poco tempo fa era necessario passare in negozio; ora, grazie a sistemi di riconoscimento digitale, si può completare la procedura online. Non mancano le promozioni dedicate, come i giga illimitati in regalo a chi fa la conversione. Vodafone ha seguito una strada simile, estendendo la compatibilità anche alla sua controllata low-cost ho., che dal 2024 offre eSim e connessione 5G. CoopVoce, storico operatore virtuale, si è mossa presto, già dal 2022, permettendo ai propri clienti di attivare profili digitali. Più sfumata la posizione di Wind Tre e della controllata Very Mobile: ufficialmente la eSim è disponibile, ma con limitazioni di modelli e procedure ancora legate ai canali fisici. E poi c’è Iliad, che ha costruito la sua crescita in Italia sulla semplicità delle tariffe. La compatibilità con eSim è garantita sia nelle tariffe per privati che in quelle business. Complessivamente dunque l’Italia non è indietro, ma nemmeno completamente pronta. Per un utente interessato all’iPhone Air la domanda non è «funzionerà?», ma «quanto sarà semplice attivarlo con il mio operatore?».

Non a caso, una delle domande più gettonate è proprio questa: come si passa dalla vecchia Sim fisica alla eSim senza perdere il numero? La risposta, oggi, è meno complicata di quanto sembri. Tutti i grandi operatori permettono la migrazione, che avviene mantenendo invariato il numero di telefono e l’offerta tariffaria. Nella pratica si tratta di richiedere la sostituzione della Sim: un’operazione che può costare tra i 5 e i 15 euro a seconda dell’operatore, e che richiede tempi variabili. Se si sceglie il canale digitale – Tim, ad esempio, con l’identità Spid – l’attivazione è quasi immediata, nell’ordine di poche ore. Se invece si passa dal negozio, l’attesa dipende dalla disponibilità del personale e dal rilascio del QR code necessario per attivare il profilo sul telefono. In entrambi i casi il numero resta lo stesso, con una breve finestra in cui il vecchio supporto si disattiva e quello nuovo entra in funzione. È un passaggio che mette un po’ d’ansia a chi è abituato alla sicurezza del pezzo di plastica, ma nella sostanza non cambia nulla: si resta raggiungibili, semplicemente con un supporto invisibile.

Come si passa alla eSim su iPhone

Dal punto di vista pratico, attivare una eSim su iPhone non è un’operazione da tecnici smanettoni, ma un percorso guidato che Apple ha reso quasi invisibile. Basta aprire le Impostazioni, entrare nella sezione «Cellulare» e scegliere «Aggiungi eSim». Da lì si possono seguire diverse strade: inquadrare con la fotocamera il QR code fornito dall’operatore, inserire manualmente un codice di attivazione, oppure – se si proviene da un altro iPhone – trasferire in automatico il profilo grazie alla funzione «Trasferimento rapido». In pochi minuti il telefono si registra sulla rete, mostrando il nuovo numero accanto a quello eventualmente già attivo. L’unico vero passaggio delicato è avere a portata di mano i dati forniti dall’operatore, perché senza quel codice digitale il chip interno resta dormiente. Ma una volta completata l’attivazione, l’esperienza d’uso è identica a quella di una Sim fisica: si telefona, si naviga, si inviano messaggi, con la differenza che la scheda non si vede, non si tocca e non si può perdere.

E adesso?

Apple aveva già sperimentato la scomparsa della Sim con l’iPhone 14, lanciato negli Stati Uniti nel 2022 in versione esclusivamente eSim. All’epoca sembrava un azzardo circoscritto al mercato domestico, dove gli operatori avevano già una buona maturità tecnologica. Tre anni dopo, con l’iPhone 17 e soprattutto con l’Air, la stessa scelta diventa globale. Fa eccezione la Cina, dove la regolamentazione obbliga ancora all’uso di schede fisiche.
La domanda che resta è se l’Italia sia davvero pronta a questo passaggio. La copertura tecnologica c’è, almeno per i grandi operatori. Manca forse l’elasticità delle procedure: l’attivazione via app, in tempo reale, senza bisogno di QR code o documenti cartacei, è ancora un’eccezione.
Il rischio, per chi compra un iPhone Air il giorno del lancio, è di trovarsi con un gioiello da 1200 euro che resta «muto» finché non si completa una procedura a volte macchinosa.
Eppure, guardando indietro, è difficile immaginare che le proteste iniziali possano fermare il corso della tecnologia. La eSim è già qui, e l’iPhone Air non fa che sancirne l’adozione definitiva. 

Il prezzo di iPhone Air

Menzione a parte merita la questione dei prezzi di listino. In Italia iPhone Air parte da 1.239 euro per la versione da 256 Gigabyte di memoria, che diventano 1.489 euro per quella da 512 Gigabyte e 1.739 euro per quella da 1 Terabyte. Le cifre sono ben lontane dagli Stati Uniti, dove si parte da 999 dollari (854 euro al cambio), ma risultano leggermente più elevate anche rispetto ad altri mercati europei: in Germania si parte da 1.199 euro, in Spagna si parte da 1.219 euro.
Nel nostro mercato pesa inevitabilmente la tassazione, tra cui spicca anche il compenso SIAE per la copia privata
Di contro non è escluso che in questa forbice sempre più ampia rispetto agli Stati Uniti, possano aver pesato i dazi imposti da Trump. Probabilmente la logica di Apple è stata quella di spalmarne a livello globale gli effetti, per evitare che i consumatori di singoli mercati potessero patire aumenti enormi. 

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10 settembre 2025 ( modifica il 12 settembre 2025 | 08:54)