Nel mondo degli elettrodomestici domestici, l’innovazione segue spesso strade apparentemente marginali. Non è raro che una nuova tecnologia non nasca tanto da un salto di potenza o da un design più aggressivo, quanto piuttosto da un dettaglio: un’idea che cambia il modo in cui l’oggetto interagisce con chi lo usa. La nuova lavapavimenti Dreame H15 Pro Foam Wash appartiene a questa categoria. Sulla carta, e a un primo sguardo, non sembra molto diversa da altre macchine della stessa fascia. Ha un rullo, serbatoi separati per acqua pulita e sporca, un manico con display e tasti multifunzione. Ma basta provarla per capire che l’elemento di rottura sta in un concetto semplice: la schiuma.
Non la solita combinazione di acqua e detergente nebulizzato, ma un getto di «foam» denso che può essere indirizzato con precisione sulla macchia ostinata, sulla striscia lasciata dal cane che ha fatto cadere l’acqua dalla ciotola. È un approccio che trasforma la logica d’uso: non più soltanto lavaggio «di massa», ma anche intervento chirurgico, puntuale, là dove serve.
Un passo avanti rispetto al passato
Dreame, brand cinese noto per i robot aspirapolvere e sempre più presente nella fascia premium della pulizia domestica, negli ultimi anni ha puntato molto sull’integrazione di lavaggio e aspirazione. L’H15 Pro Foam Wash rappresenta un’evoluzione rispetto ai modelli precedenti, non solo per il sistema a schiuma ma anche per alcuni accorgimenti pratici.
La potenza aspirante sale a 23.000 Pascal, valore di riferimento per una macchina di questo tipo: significa che può affrontare capelli, polvere, briciole e liquidi senza bisogno di ripassare più volte. Il nuovo Tangle Cut 2.0 affronta direttamente il problema dei capelli che si attorcigliano sul rullo: un fastidio reale, che spesso richiede di smontare il componente e tagliare manualmente i grovigli. Qui il taglio è automatico e i capelli finiscono nel contenitore dei rifiuti, semplificando non poco la manutenzione.
Interessante anche la riprogettazione dei serbatoi: quello dell’acqua pulita è stato spostato verso il basso, per abbassare il baricentro della macchina e migliorare la stabilità. È un dettaglio che si percepisce subito: meno fatica nel manovrare, meno rischio di “sbandare” quando si puliscono zone strette.
Foam Wash: la differenza sta nella densità
La protagonista rimane comunque la schiuma. Non è una trovata estetica, ma una soluzione tecnica che apre scenari nuovi. La macchina genera una schiuma compatta e la eroga tramite una leva posta sul manico: un gesto intuitivo, che non costringe a cambiare modalità o a fermarsi. La densità della schiuma fa sì che resti ferma sulla macchia per qualche secondo, invece di scivolare via come l’acqua. Questo permette di sciogliere lo sporco più ostinato con meno passaggi e senza esercitare pressione.
Nella prova pratica, la funzione ha dimostrato la sua utilità soprattutto in cucina, dove macchie di sugo o grasso secco diventano un incubo con i normali lavapavimenti. La schiuma agisce con precisione: niente effetto «allagamento» che rischia di rovinare il parquet, e allo stesso tempo un potere pulente superiore.
Un dettaglio che colpisce è l’interfaccia vocale: la macchina avvisa con un messaggio sonoro quando la schiuma è stata attivata o disattivata. Può sembrare un gadget, ma nella pratica evita di fare confusione e di sprecare detergente.
Intelligenza artificiale e controllo da app
L’H15 Pro Foam Wash non si limita alla parte meccanica. Come molti prodotti Dreame, è collegabile a un’app che consente di personalizzare modalità e intensità. Oltre alle tre modalità standard (automatica, turbo e sola aspirazione), la più interessante è quella personalizzata, che permette di regolare con precisione la quantità di acqua e la potenza di aspirazione. Chi vive in case con superfici miste – parquet delicato in salotto, gres resistente in cucina, marmo in bagno – può salvare configurazioni diverse e passare da una all’altra senza complicazioni.
L’app controlla anche il braccio robotico in silicone, un’altra innovazione curiosa. Si tratta di una sottile striscia che si estende per arrivare fino ai battiscopa, eliminando il classico bordo di sporco che resta sempre lungo le pareti. Non solo: quando si tira indietro la macchina, il braccio trascina con sé l’acqua residua, lasciando il bordo asciutto. Una funzione che, almeno in teoria, elimina l’ultima scusa per tirare fuori lo straccio.
Il nodo cruciale per questo tipo di dispositivi è quasi sempre la manutenzione. Una macchina che promette miracoli ma poi obbliga a smontare, lavare e rimontare pezzi per mezz’ora dopo ogni utilizzo non entra davvero nelle abitudini quotidiane.
Dreame ha cercato di risolvere la questione con due funzioni chiave: auto pulizia e auto asciugatura. Terminato il lavaggio, basta posizionare la lavapavimenti sulla base: parte un ciclo di ammollo con acqua calda che dura circa cinque minuti, durante il quale il rullo viene lavato e sterilizzato. Poi, una volta asciugato il grosso dell’acqua, un secondo ciclo di circa mezz’ora asciuga il rullo con aria calda. Risultato: niente odori di umido e niente muffa.
Nella pratica, la procedura funziona. Dopo ogni ciclo, il rullo risulta pulito e pronto per l’uso successivo. Certo, resta l’obbligo di svuotare manualmente il contenitore dell’acqua sporca, operazione che – va detto – è resa più semplice da un sistema di separazione dei solidi e dei liquidi: capelli e briciole finiscono in un comparto dedicato, facile da svuotare senza intasare lo scarico.
La prova sul campo
Una recensione non può fermarsi ai dati tecnici: serve la prova reale, quella che mette in crisi qualunque elettrodomestico. Nel caso dell’H15 Pro Foam Wash, i test casalinghi hanno messo in luce pregi e limiti.
Dopo una cena con ospiti, briciole e residui vari sono spariti in poche passate con la modalità turbo. Con una caduta d’acqua sul pavimento in cucina – uno di quei piccoli disastri domestici domestici – la funzione di sola aspirazione ha permesso di asciugare rapidamente il pavimento, con un’efficacia impensabile per stracci e mocio tradizionali.
Il sistema Tangle Cut 2.0 si è rivelato efficace: dopo diversi passaggi su tappeti pieni di capelli, il rullo era sorprendentemente pulito.
Il braccio robotico, invece, divide. Sì, riesce ad arrivare vicino ai battiscopa, ma non sempre in modo uniforme: a volte resta un sottilissimo bordo umido che richiede un passaggio manuale. È una funzione utile, ma non miracolosa.
Altro tema caldo: il parquet. Molti utenti temono di rovinare superfici delicate con troppa acqua. La Dreame permette di regolare con precisione il livello di bagnato, e con la modalità personalizzata il problema si riduce molto. Sul gres e sul marmo, invece, si può spingere di più con acqua e potenza senza rischi.
Nel complesso, la versatilità è uno dei punti di forza. Non tutte le lavapavimenti si adattano così bene a superfici diverse, e la possibilità di cambiare modalità al volo dall’app o dal manico fa la differenza.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarla
Resta il tema del prezzo. Non si parla di una macchina economica: l’H15 Pro Foam Wash costa sensibilmente più di un mocio tradizionale e si colloca nella fascia alta del mercato (ha un prezzo di listino di 699 euro). Chi cerca semplicemente un sostituto del secchio e straccio non è il pubblico giusto. È un prodotto pensato per chi vuole ridurre al minimo la fatica quotidiana, accetta un po’ di tecnologia in più e non si spaventa all’idea di dover familiarizzare con un’app.
La domanda finale è la solita: vale la pena? La risposta dipende da cosa ci si aspetta. Se l’obiettivo è sostituire del tutto lo straccio e liberarsi della fatica quotidiana, la H15 Pro Foam Wash non è ancora il Santo Graal. Ma se l’idea è avere una macchina capace di ridurre drasticamente il tempo dedicato alle pulizie, affrontare sia lo sporco quotidiano sia le emergenze domestiche, allora sì, l’investimento ha senso.
Più che un elettrodomestico, è un passo verso un’idea diversa di pulizia domestica: meno faticosa, più mirata, più intelligente. Non rivoluziona la vita, ma la rende sicuramente più comoda.
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3 ottobre 2025
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