Abbiamo intervistato Davide Rossi, Direttore Generale di Aires: «La misura è stata concepita con l’obiettivo di svecchiare il parco elettrodomestici italiano e fare un ulteriore passo verso la transizione energetica». Senza dimenticare il tema della produzione degli elettrodomestici nell’Unione Europea, un aspetto contenuto nel decreto ma la cui attuazione non è stata ancora chiarita

Sta per tornare il bonus elettrodomestici: un contributo diretto fino a 200 euro che i cittadini potranno ottenere semplicemente presentando un codice al momento dell’acquisto in negozio. Non si tratta di un piccolo incentivo passeggero: il decreto attuativo che lo renderà operativo dovrebbe essere pubblicato a giorni in Gazzetta Ufficiale e la misura, inserita già nella scorsa legge di Bilancio, potrebbe essere prorogata fino al 2027. Nella prossima manovra dovrebbe infatti essere confermata anche per il 2026.
Il ritorno del bonus non è solo una boccata d’ossigeno per le famiglie alle prese con spese sempre più gravose, ma anche un tassello nella politica industriale ed energetica del Paese. Non a caso il perimetro degli acquisti ammessi è definito con precisione: sette categorie di grandi elettrodomestici, costruiti in Europa e con consumi ridotti. Nessun oggettino da scaffale, niente phon o frullatori: l’obiettivo è il ricambio delle macchine che più incidono sulle bollette e sull’ambiente.

Come funziona

L’incentivo è costruito in modo semplice. Una volta aperta la piattaforma online, gestita da PagoPA insieme a Invitalia per conto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ogni cittadino potrà fare richiesta e ricevere un codice. Con quel codice, presentato in negozio al momento dell’acquisto, scatterà lo sconto immediato in fattura: il 30% del prezzo fino a un massimo di 100 euro, che diventano 200 per chi ha un Isee pari o inferiore a 25 mila euro.
Non sarà necessario compilare moduli complicati né attendere rimborsi differiti. Sarà lo Stato, tramite PagoPA, a rimborsare il rivenditore una volta terminato l’eventuale periodo di recesso. Il negoziante caricherà infatti sulla piattaforma la documentazione relativa all’acquisto e alla rottamazione del vecchio apparecchio, ottenendo indietro quanto anticipato al cliente.
Non è escluso che in futuro sia possibile ottenere il codice anche direttamente tramite l’app Io, la stessa utilizzata per i cashback e i pagamenti digitali della Pubblica amministrazione. Una strada che allargherebbe ulteriormente la platea, rendendo l’operazione più familiare anche a chi non frequenta portali ministeriali.



















































Quando partirà

Il via ufficiale non sarà immediato. Anche una volta pubblicato il decreto, il tempo necessario per l’apertura delle procedure online e per i test operativi rende probabile che il bonus diventi realmente utilizzabile verso la fine di ottobre. Il plafond disponibile è di 48 milioni di euro, meno i 2 destinati ai costi di gestione della piattaforma. In altre parole, la finestra utile non sarà infinita: chi è interessato dovrà muoversi in fretta.

La regola della rottamazione

C’è però un vincolo centrale che distingue questa misura da altri incentivi del passato: per ottenere lo sconto è necessario rottamare un elettrodomestico equivalente, ma di classe energetica inferiore. Un frigorifero per un frigorifero, una lavatrice per una lavatrice, e così via.
Lo conferma Davide Rossi, direttore generale di Aires, l’associazione dei retailer specializzati di elettronica di consumo: «Il bonus non è cumulabile su più prodotti: ogni nucleo familiare può usarlo per un solo elettrodomestico e solo se consegna il vecchio. È un meccanismo pensato per stimolare il rinnovo del parco installato, non per riempire le case di nuovi device».
Il legislatore ha anche fissato soglie minime precise per le classi energetiche: lavatrici e lavasciuga almeno in classe A, come i forni; cappe almeno in B; lavastoviglie e asciugabiancheria non inferiori alla C; frigoriferi e congelatori almeno in classe D. Per i piani cottura vale il rispetto dei limiti ambientali fissati dal regolamento europeo 66 del 2014. In sostanza, l’aiuto pubblico si ottiene solo se il salto tecnologico è reale e certificato.

L’elemento ambientale ed economico

La scelta di legare il bonus alla rottamazione e alle classi energetiche non è casuale. In Italia l’età media di un frigorifero supera i dodici anni, quella di una lavatrice i dieci. Modelli ancora funzionanti, certo, ma che consumano molto di più delle macchine più moderne. Un frigorifero di vent’anni può arrivare a incidere per oltre 150 euro l’anno in bolletta solo di corrente. Sostituirlo con un modello recente significa tagliare subito i consumi, oltre a ridurre l’impatto ambientale.
Il bonus quindi non è soltanto un aiuto economico a breve termine, ma un incentivo a lungo termine a ridurre la spesa energetica delle famiglie. Per Rossi è un elemento chiave: «Questo intervento non farà esplodere il mercato, ma ha una funzione educativa. Spinge i cittadini a guardare ai propri consumi e a scegliere con consapevolezza quale apparecchio sostituire. Non è un super-regalo, ma un sostegno ragionevole che può fare la differenza».

PagoPA come garanzia di trasparenza

Il ricorso alla piattaforma PagoPA non è secondario. Già utilizzata da milioni di italiani per il pagamento di multe e bollette, diventa ora l’infrastruttura attraverso cui lo Stato non solo incassa, ma anche eroga incentivi. In questo caso assicura che lo sconto sia applicato in tempo reale e che i rivenditori vengano rimborsati senza ritardi.
«È un salto di qualità importante – osserva Rossi –. Negli anni scorsi abbiamo visto bonus interessanti ma resi complicati da procedure macchinose. L’uso di PagoPA rende tutto più rapido e trasparente. È una garanzia sia per i cittadini sia per i negozianti».
La piattaforma dialogherà direttamente con le banche dati dell’Inps per verificare la dichiarazione Isee (tramite la Dsu, Dichiarazione sostitutiva unica). In questo modo si eviteranno abusi e si potrà calibrare lo sconto sulla reale fascia di reddito del richiedente.

Gli elettrodomestici ammessi

Non tutti i prodotti rientrano nell’incentivo. Il bonus è destinato solo ai grandi elettrodomestici, quelli che incidono maggiormente sui consumi energetici. Rientrano quindi:

  • frigoriferi e congelatori;
  • lavatrici, asciugatrici e lavasciuga;
  • lavastoviglie;
  • forni elettrici;
  • piani cottura;
  • apparecchi per la ventilazione o il riscaldamento domestico (non i condizionatori).

Restano esclusi i piccoli elettrodomestici come aspirapolvere, frullatori, microonde portatili, robot da cucina. Così come non rientrano accessori e complementi.

I punti interrogativi

Resta qualche incognita. I fondi disponibili non sono sterminati e il rischio che vengano esauriti rapidamente è concreto. Inoltre la misura, limitata a un solo elettrodomestico per famiglia, non permetterà a chi ha più apparecchi da sostituire di usufruire di aiuti multipli. Ci sarà poi da capire come reagiranno i cittadini meno avvezzi agli strumenti digitali: per loro la mediazione dei rivenditori sarà fondamentale.
Senza dimenticare il tema della produzione degli elettrodomestici nell’Unione Europea, un aspetto contenuto nel decreto ma la cui attuazione non è stata ancora chiarita. Del resto, è davvero difficile trovare sul mercato dei grandi elettrodomestici che siano completamente realizzati in Europa. Non è escluso che su questo tema i decreti attuativi pongano un freno o chiariscano meglio.
La direzione è comunque chiara. Un incentivo che non si disperde in mille rivoli, che mette insieme sostegno ai consumi e attenzione all’ambiente, e che prova a modernizzare il parco elettrodomestici italiano con un meccanismo tutto sommato semplice.
Alla fine, il nuovo bonus elettrodomestici non è solo una questione di soldi. È un messaggio: non ha senso continuare a far girare una lavatrice di quindici anni che consuma come due moderne messe insieme, o tenere in vita un vecchio frigorifero che pesa come una rata di mutuo sulla bolletta elettrica. Con la spinta dell’incentivo, molte famiglie potranno fare una scelta che coniuga risparmio, comfort e sostenibilità. E, chissà, magari scoprire che un forno che mantiene davvero i 180 gradi non è un lusso, ma un diritto.

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4 ottobre 2025